Il fine settimana scorso l’appuntamento di Namur è coinciso con il ritorno in Belgio della Coppa del mondo di ciclocross. Una gara attesa per tanti aspetti e punti di vista, il fascino del castello e il ritorno in gara di Van Der Poel (poi vincitore della prova) sono bastati per calamitare l’attenzione su questa piccola fetta di Belgio. Oltre all’avventura di Mattia Agostinacchio, del quale vi abbiamo raccontato, Namur ha rappresentato anche il ritorno di Lucia Bramati nella sua gara preferita del calendario. Due giorni nella terra del ciclocross, con fango, gente e un pubblico da grande appuntamento.
La nostra curiosità si è trasferita però su chi questa prova l’ha vissuta dai box, Leonardo Cover è il meccanico della FAS Airport Service-Guerciotti-Premac. Per lui la trasferta di Namur era uno degli appuntamenti più impegnativi dell’inverno.
«Lavorativamente è andata bene – racconta Leonardo Cover che in questo weekend è ancora impegnato con la Coppa del mondo – anche se Lucia Bramati ha avuto la sfortuna di forare proprio all’inizio della gara. Sono cose che capitano, soprattutto in un percorso come quello di Namur ricco di scalini e gradini da saltare».


La FAS Airport Service-Guerciotti-Premac aveva la sola Lucia Bramati in gara?
Sì, a Namur era l’unica presente. Da questo punto di vista la trasferta è stata semplice, praticamente ero il suo meccanico personale. La gara siamo riusciti a gestirla bene, con i passaggi ai box e le scelte tecniche fatte il giorno prima della gara.
Andiamo con ordine, sabato si arriva e cosa fa il meccanico?
Monto la bici e faccio un primo controllo per capire lo stato di usura dei componenti più delicati come pastiglie dei freni e cuscinetti. Dopo gare con condizioni particolari, come quella in Sardegna dove c’erano sabbia e acqua, ho preferito fare un check subito. Di solito faccio un controllo completo della bici dopo ogni utilizzo.


Hai partecipato alla scelte tecniche di Lucia Bramati?
Sabato siamo andati a fare un giro a piedi sul percorso tutti e tre (Lucia Bramati, il diesse Luca Bramati e Leonardo Cover, ndr). Già da un primo sguardo si riesce a capire quale tubolare montare e le pressioni da utilizzare.
Tubolare?
Sì, ancora preferiamo utilizzare questo tipo di copertoni perché abbiamo visto che lavorano meglio rispetto ai tubeless. I corridori si sentono più sicuri e inoltre hanno una buona risposta tecnica. A basse pressioni il tubeless rischia di stallonare nelle curve più impegnative.
Domanda cattiva: Lucia però ha bucato, sicuri siamo meglio?
E’ vero, però sono cose che nel ciclocross succedono. Inoltre non è stata l’unica a forare. Anche perché Lucia Bramati ha scelto pressioni davvero basse, 1,2 bar sia all’anteriore che al posteriore. Questo aumenta il rischio di foratura, infatti una volta tornata al box insieme a Luca Bramati abbiamo deciso di aumentare leggermente. Ma non è più servito, perché poi Lucia una volta fatto il cambio bici è andata fino alla fine.


Quanto conta l’occhio del meccanico nella scelta tecnica?
Ho le mie esperienze, ma è il corridore a dover trovare il giusto feeling con la bici. Quindi le scelte finali sono sue, sia per la pressione dei tubolari che per la gamma di rapporti.
Lucia Bramati a Namur cosa ha scelto?
Come rapporti l’opzione più corta possibile: monocorona da 36 all’anteriore e pacco pignoni 11-44. Lei aveva già corso qui e si ricordava della durezza del percorso, in particolare dello strappo che si trova a metà. Per cui ha optato per una pedalata agile.


E’ un percorso davvero così tecnico?
Ci sono tanti strappi e discese tecniche. Un fattore da tenere in considerazione quando si va a scegliere il tipo di tassellatura del copertone. Infatti Lucia Bramati ha optato per scanalature da fango, anche se il terreno era abbastanza asciutto. Voleva evitare di non avere il giusto grip e rischiare qualche caduta. Da questo punto di vista è stata uno degli appuntamenti più tranquillo degli ultimi anni a Namur.
Di solito non lo è?
Un anno ha piovuto così tanto che i corridori cambiavano bici una volta a giro. Come meccanico in quel caso devi pulire il telaio dal fango e asciugare i punti delicati come manubrio e sella in meno di cinque minuti. Diciamo che le giornate a Namur possono essere più stressanti rispetto a quella di domenica scorsa.