Juan David Sierra e Davide Stella, madison, mondiali pista 2025, Santiago del Cile

Stella e Sierra: un mondiale su pista con i consigli di Viviani

01.11.2025
5 min
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Il mondiale su pista a Santiago del Cile ha portato le emozioni e la gioia di vedere Elia Viviani ancora una volta protagonista sul parquet. Un’ultima volta per il “Profeta”, il quale ha lasciato la squadra che negli anni ha saputo costruire insieme a Marco Villa. Chiudere un cerchio con la maglia iridata nell’eliminazione è un qualcosa di unico e incredibile, come detto dallo stesso Viviani al termine della corsa.

Il veronese ha saputo seminare e far crescere quel germoglio della pista, ora diventata una pianta capace di dare frutti pieni di talento e voglia di seguire le orme di Viviani. Tra questi ci sono due ragazzi che hanno condiviso con la nazionale l’ultima corsa del pistard azzurro: Davide Stella e Juan David Sierra. Questa è la coppia che a Santiago del Cile ha corso nella madison, i due giovani entrambi al primo mondiale su pista tra gli elite si sono difesi e hanno capito cosa vuol dire correre tra i grandi.

Davide Stella, mondiali pista 2025, Santiago del Cile
Davide Stella oltre alla madison ha corso anche nello scratch terminando la prova al diciannovesimo posto
Davide Stella, mondiali pista 2025, Santiago del Cile
Davide Stella oltre alla madison ha corso anche nello scratch terminando la prova al diciannovesimo posto

Resistenza e velocità

Davide Stella risponde mentre si trova a Istanbul, direzione Singapore. Lì correrà due criterium su strada e concluderà la sua prima stagione da under 23. Un giro del mondo in meno di una settimana, considerando che la nazionale è tornata dal Cile martedì scorso, il 28 ottobre. 

«Questo mondiale – dice Stella – è stata una bella esperienza, nello scratch non ho corso come avrei voluto. Mentre nella madison le sensazioni erano buone, anche il mio compagno Sierra stava bene, ma il livello tra gli elite è completamente diverso. Ci abbiamo provato e più di così era difficile fare, un decimo posto che è sicuramente un buon punto di partenza. 

«Quella di Santiago del Cile – continua – è stata la madison più veloce della storia, corsa a una media 60.6 chilometri orari. Un battesimo intenso ma utile per capire tante cose, passare dai 120 giri delle prove giovanili ai 200 della gara elite è un bel salto. La gestione della tattica è differente, si va all’attacco con l’obiettivo di conquistare il giro di vantaggio. In un’occasione ci siamo anche riusciti, quindi le nostre soddisfazioni ce le siamo portate a casa».

L’approccio del Profeta

Per due atleti alla prime esperienze nelle corse elite su pista avere accanto una figura come quella di Viviani è stato importante. Elia non ha mai negato una mano o un consiglio, anche se qualcosina già si conosce.

«Viviani era uno di noi – dice Stella – del gruppo, faceva da guida e da consigliere. E’ sempre stato il mio idolo e averlo vicino è stato qualcosa di incredibile, faceva un certo effetto parlarci. Ho parlato tanto con lui, soprattutto per quanto riguarda l’eliminazione. Mi ha detto come gestisce il riscaldamento e come suddivide la prova, mi sono accorto che qualcosa lo facevo già. Per il resto ho preso appunti nella mente, in particolare per la gestione in gara. Non posso dirvi cosa mi ha detto, sono i consigli di un campione del mondo».

Juan David Sierra, mondiali pista 2025, Santiago del Cile
Juan David Sierra ha preso parte anche all’omnium, concluso in dodicesima posizione
Juan David Sierra, mondiali pista 2025, Santiago del Cile
Juan David Sierra ha preso parte anche all’omnium, concluso in dodicesima posizione

L’esperienza di Sierra

Juan David Sierra, invece, è a casa sua, a Rho alle porte di Milano. La stagione è finita e ora è a casa a riposare e dare una mano in famiglia. Tra pochi giorni arriverà una sorellina e ci sono tante cose da fare, oltre a godersi il momento. 

«La Federazione ci ha dato una grande occasione – analizza Sierra – perché non è da tutti i giorni correre un mondiale su pista senza pressioni esterne, ma solo per fare esperienza e provare a fare il meglio possibile. Ho corso in due specialità olimpiche: omnium e madison. Nella prima avrei potuto fare un po’ meglio, ma sono gare che insegnano molto. Per quanto riguarda la madison ha ragione Stella. Il livello era altissimo e siamo andati davvero forte. Inoltre la nostra coppia era di gran lunga quella più giovane in gara, considerando che abbiamo rispettivamente 20 anni io e 19 anni Stella.

Elia Viviani, Juan David Sierra, madison, Grenchen (foto Augusto De Nando)
Sierra ha avuto l’occasione di correre una prova di madison in coppia con Viviani poco prima dei mondiali in Cile (foto Augusto De Nando)
Elia Viviani, Juan David Sierra, madison, Grenchen (foto Augusto De Nando)
Sierra ha avuto l’occasione di correre una prova di madison in coppia con Viviani poco prima dei mondiali in Cile (foto Augusto De Nando)

A ruota di Viviani

Il cammino di Sierra insieme a Viviani è stato più lungo, considerando che i due hanno anche condiviso il parquet proprio qualche settimana prima del mondiale. 

«Con Viviani – racconta Sierra – abbiamo passato tanti momenti a Montichiari dove ci ha dato tantissimi consigli. Inoltre ho avuto la fortuna di essere in camera con Lamon in Cile, gli ho fatto un sacco di domande, in particolare sulle Olimpiadi. Come si prepara un appuntamento del genere, come lo si gestisce e soprattutto cosa si prova a vincere una medaglia d’oro».

«Quando guardi Viviani da vicino – dice ancora Sierra – capisci come non sia un campione per caso. E’ molto meticoloso sui materiali, tanto che gli ho detto di restare nel giro della nazionale e di venire in pista a darci una mano. Io non conosco tanti aspetti e lui può essere una figura estremamente utile per il nostro gruppo».

«Inoltre – conclude – ho anche avuto l’occasione di correre una madison, una decina di giorni prima del mondiale, insieme a Viviani a Grenchen. E’ stato incredibile. Gli ho fatto un sacco di domande tecniche, sui cambi, su come lanciare il compagno e lanciarsi a propria volta, il posizionamento. Ve l’ho detto che deve rimanere nel giro, ha troppo da insegnare!».