Si riparla di Scaroni: nell’estremo Nord in cerca di vendette

31.07.2025
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Avevamo lasciato Christian Scaroni ancora ebbro di gioia per il successo di tappa al Giro d’Italia, ciliegina sulla torta di una prima parte di stagione che ha visto il bresciano sempre protagonista e fondamentale nella rincorsa del suo team, l’XDS Astana verso la salvezza nel WorldTour. Ma che cosa è successo da allora? E’ successo che il lombardo dopo un lungo periodo di assenza dalle gare è tornato a correre in Spagna, con tre classiche a fine luglio e ha ripreso esattamente come aveva lasciato: da protagonista.

In Spagna due podi per il bresciano. Qui è terzo alla Vuelta Castilla y Leon vinta da Etxeberria
In Spagna due podi per il bresciano. Qui è terzo alla Vuelta Castilla y Leon vinta da Etxeberria

Nel parlare con lui non si può non partire dalla grande giornata di San Valentino, che a mente fredda assume un sapore ancora più dolce rispetto alla stretta attualità: «Ho l’orgoglio di aver vinto una tappa al Giro che era un po’ l’obiettivo che mi ero prefissato a inizio stagione, non ne avevo fatto mistero che il mio lavoro era puntato su quel risultato. Io però sono rimasto il ragazzo che ero prima, con la stessa fame di vincere altre corse, con le stesse ambizioni. So però che una tappa al Giro resta un punto fermo in una carriera, che porterò sempre nel cuore, anche per come è arrivata insieme a Lorenzo Fortunato.

Cos’è successo dopo? Cosa hai fatto?

Dopo il Giro d’Italia avrei dovuto proseguire col programma facendo Gippingen, Appennino e il campionato italiano. Solo che dopo l’arrivo a Roma mi sono ammalato. O meglio già nella Capitale ero malato, come tantissimi corridori. Ho fatto subito un ciclo di antibiotici per provare a tornare competitivo nelle corse di giugno, tra cui anche il campionato italiano e ho ripreso a pedalare. Solo che dopo 5 giorni ho avuto una ricaduta e di conseguenza mi sono dovuto fermare completamente.

A Roma Scaroni aveva iniziato a sentirsi poco bene ed è stato costretto a fermarsi oltre 40 giorni
A Roma Scaroni aveva iniziato a sentirsi poco bene ed è stato costretto a fermarsi oltre 40 giorni
A che cosa pensi sia dovuto questo lungo stop? Sei rimasto fermo dalle gare oltre un mese e mezzo…

Io credo che molto abbia influito l’aver affrettato i tempi per arrivare ad una condizione buona per il Giro Italia dopo il mio infortunio di marzo, questo ha condizionato anche la mia salute. Pertanto insieme alla squadra abbiamo ritenuto fosse più utile ricaricare le batterie. Già da inizio luglio ero a Livigno per allenarmi in altura, per poi rientrare in queste tre corse di Spagna che erano un banco di prova per la seconda parte di stagione.

La cosa che colpisce molto è il fatto che sei uno dei corridori più costanti tra quelli del WorldTour, nel senso che dall’inizio stagione stai ottenendo sempre grandi risultati, non ci sono buchi nel corso della tua stagione…

Sì, questa sicuramente è una cosa che mi conforta, vuol dire che alla base c’è un lavoro fatto bene sia da parte mia che della squadra nella programmazione. Sono arrivato al Giro che non ero al massimo, ero lontano dalla condizione dei primi mesi, ma sono cresciuto nell’arco delle tre settimane. La costanza sicuramente nel ciclismo di oggi è fondamentale e premia il lavoro che viene fatto lontano dalle gare.

Scaroni insieme a Fortunato. La loro fuga vittoriosa alla corsa rosa ha lasciato il segno
Scaroni insieme a Fortunato. La loro fuga vittoriosa alla corsa rosa ha lasciato il segno
Tu nelle gare spagnole ti trovi particolarmente bene…

Sì, anche se nell’arco della mia carriera il caldo l’ho sempre un po’ sofferto, ma quest’anno ho fatto un bel lavoro cercando di adattarmi meglio. E quest’anno le prime tre corse, che erano un po’ più calde, sono riuscito a gestirle abbastanza bene. Comunque, a parte le corse in Spagna, anche in Francia non sono mai andato male, ho raccolto lì tre vittorie, quindi sì, la Spagna mi porta bene, ma anche la Francia. Speriamo di farci entrare anche l’Italia…

Resti in Spagna per le prossime corse?

Intanto sabato sono alla Clasica di San Sebastian, ma da lì ripartirò quasi subito, andrò a fare l’Arctic Race, con la quale ormai ho un conto aperto da due anni, da quel maledetto secondo del 2023. Mi piacerebbe chiudere quel cerchio, anche se troverò una squadra attrezzata come la Uno-X che corre in casa e porterà i pezzi migliori che ha. E poi anche Pidcock dovrebbe esserci. Ma io voglio provarci, e poi è una corsa fredda e come tutti sanno, a me piace correre al freddo.

Alla XDS Astana il clima è ora più sereno, grazie ai punti che tutti hanno portato. Qui Christian con Ulissi
Alla XDS Astana il clima è ora più sereno, grazie ai punti che tutti hanno portato. Qui Christian con Ulissi
Com’è l’atmosfera in squadra relativamente alla permanenza nel ranking del WorldTour?

Rispetto a inizio anno la situazione è più serena. Allora avevamo addosso la pressione del risultato, sembrava una missione quasi impossibile, ma la squadra ha programmato tutto per bene, abbiamo lavorato in maniera egregia e di conseguenza stiamo vedendo che bene o male tutti stanno rendendo.  Anche al Tour con Velasco, Ballerini. Siamo in tanti ad esserci distinti, di conseguenza è un’atmosfera molto serena. Ma la stagione è ancora lunga e come ci hanno detto ai piani alti della squadra, bisogna rimanere sul pezzo fino a ottobre.