Scaroni mette la ciliegina sulla torta e ringrazia Fortunato

27.05.2025
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SAN VALENTINO – Christian Scaroni alza le braccia al cielo nel segno della sua prima vittoria in un Grande Giro e lo fa nella corsa di casa, al suo fianco c’è Lorenzo Fortunato: il Folletto dello Zoncolan che oggi ha consolidato la maglia blu dei GPM. La prima vittoria italiana a questo Giro d’Italia coincide con l’impresa dei due corridori della XDS Astana. Scaroni ha gli occhi che fuggono a destra e sinistra, un po’ per inseguire le voci che gli fanno le domande durante l’intervista e un po’ per ricordare. Il bresciano riavvolge il nastro fino a stamattina quando a Piazzola sul Brenta si è affacciato dal pullman e ha visto delle nuvole grigie.

«Siamo partiti con la pioggia – racconta mentre il rosso del cordino della medaglia gli fascia il collo – in giornate come queste sono in grado di esprimermi al 110 per cento. Amo la pioggia, forse in discesa faccio ancora un po’ fatica (dice con una risata, ndr). L’obiettivo di tappa era consolidare la maglia blu di Fortunato. Poi sulla penultima salita, Santa Barbara, ci siamo messi a fare un buon forcing e il gruppetto si è assottigliato sempre più. Ai piedi dell’ultima scalata Fortunato e io ci siamo resi conto di essere i più forti, così abbiamo parlato, mi ha detto che la tappa sarebbe stata mia perché lui aveva già preso tanti punti sugli altri GPM».

Christian Scaroni brinda al suo primo successo al Giro d’Italia con un grazie di cuore a Fortunato
Christian Scaroni brinda al suo primo successo al Giro d’Italia con un grazie di cuore a Fortunato

Ultimi mille metri

E altrettanti pensieri. La scalata fino ai prati verdi di San Lorenzo illuminati di bronzo dal sole che volge al tramonto è stata lunga. Una salita per chi ha pazienza e i due corridori della XDS Astana sono stati bravi a gestire la loro superiorità. Quando anche Jefferson Cepeda ha mollato il colpo si è trattato di spingere fino alla fine volando sulle ali dell’entusiasmo. 

«L’ultimo chilometro a ruota di Fortunato – continua Scaroni – è stato lungo, avevo le gambe distrutte. Lui è stato un uomo di parola e mi ha aspettato sincerandosi di avermi sempre al suo fianco. Non potrò far altro che ringraziarlo per il resto della mia vita. Lui e anche la squadra. Gli altri componenti della fuga non ci hanno fatto troppa paura, l’unico capace di impensierirci era Pello Bilbao e quando ha allungato nell’ultima discesa ci siamo subito messi alla sua ruota. Per il resto abbiamo gestito lo sforzo. Una volta rimasti in tre con il Movistar (Cepeda per l’appunto, ndr) ci siamo detti di attaccare e metterlo in mezzo».

Nella fuga del mattino era presente anche Masnada, un lavoro importante il suo al servizio di Fortunato
Nella fuga del mattino era presente anche Masnada, un lavoro importante il suo al servizio di Fortunato
Arrivavi da un inizio di stagione positivo e tutto ad un tratto la caduta alle Strade Bianche ha frenato tutto, quanto è stato complicato ripartire?

Credo che sia stato il momento più difficile. Quando si vola in alto e poi si cade (metaforicamente e fisicamente, ndr) ci si fa male. Ero in un periodo dove le cose mi riuscivano bene e arrivavo da vittorie, tantissimi piazzamenti e prestazioni convincenti. Ritrovarsi all’improvviso a casa, seduto sul divano e senza poter fare nulla, è stato complicato. Ho cominciato la preparazione per il Giro in maniera graduale, sapevo che non sarebbe stata una corsa facile per me. Passata la prima settimana ho iniziato a sentirmi meglio, lo switch è arrivato nella tappa di Vicenza (venerdì scorso, ndr).

In un ciclismo in cui nei Grandi Giri è difficile che una fuga arrivi al traguardo quanto è complicato per un corridore da corse di un giorno come te cogliere dei risultati? 

Per me il punto di domanda principale era sul come mi sarei approcciato a questo Giro d’Italia. A causa dell’infortunio non sono riuscito ad andare in altura ed è stata la prima volta nella mia carriera in cui ho preparato un Grande Giro senza quel passaggio. Sapevo avrei potuto fare fatica nel recuperare gli sforzi tra un giorno e l’altro viste le mie caratteristiche. Sinceramente questa tappa non l’avevo cerchiata, non pensavo potesse arrivare la fuga e invece con il passare dei chilometri ci abbiamo creduto sempre più. Meglio oggi che un altro giorno (dice con una risata, ndr). 

12 chilometri all’arrivo: Scaroni allunga su Cepeda e poco dopo Fortunato ritorna sulla sua ruota
12 chilometri all’arrivo: Scaroni allunga su Cepeda e poco dopo Fortunato ritorna sulla sua ruota
In una lotta per i punti sempre più accesa questa doppietta ha un peso importante, quale pensi sia stata la svolta per il team quest’anno?

Il gruppo. Ci conosciamo bene e anche i ragazzi nuovi sono entrati alla grande. Avere tra noi corridori esperti come Ulissi, Bettiol o Teunissen è un elemento aggiunto che dona valore. Questo ha permesso ad atleti di buon livello, come me, di fare quel gradino in più e di correre con maggiore intelligenza e ottimizzare i risultati. 

Quale step senti di averlo fatto? 

Fin da inizio anno sento di aver cambiato marcia e ora riesco a competere con i migliori. Manca ancora un gradino per entrare nella scala dei campioni ma bisogna farlo con i giusti tempi, passo dopo passo. Sto vivendo tutto come un esame e si deve cercare di passarli tutti per confermarsi. Sicuramente queste tre vittorie da inizio anno mi hanno dato grande consapevolezza nei miei mezzi. Oggi può essere stata la ciliegina sulla torta.

Se ti guardi indietro e ripensi al periodo difficile della Gazprom cosa provi?

Sono passati tre anni, anche quello è stato un periodo difficile della mia carriera. Sicuramente sopravvivere a quel momento delicato è stato importante e ha fatto uscire una parte del mio carattere che era un po’ nascosta. A distanza di tutto questo tempo mi viene da pensare al percorso positivo che ho fatto e sono contentissimo di aver raggiunto questa vittoria che che tutti i corridori sognano fin da bambini.