VdP in mtb, riparte da Nove Mesto. Sentiamo Fontana

17.05.2025
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Mathieu Van der Poel è pronto a tornare nella MTB. Sebbene con una settimana di ritardo rispetto a quanto dichiarato, il formidabile atleta della Alpecin-Deceuninck di fatto dà il via all’operazione “terzo mondiale”. Dopo quelli su strada e nel ciclocross, l’olandese vuole coronare questo sogno, questa sfida.

Van der Poel si sta allenando al sole della Spagna per questo rientro in mountain bike, che appunto doveva avvenire in Germania ma poi è stato spostato a Nove Mesto (nella foto di apertura di Andreas Dobslaff-Vojo), classicissima della Coppa del mondo prevista per il 25 maggio.

Ora un assaggio per rompere il ghiaccio, magari per fare il punto sulla situazione tecnica, e poi dopo il Tour de France, dare il vero e proprio assalto all’impresa iridata.

Del suo ritorno e del suo percorso di avvicinamento, a dire il vero piuttosto riservato (VdP non pubblica più neanche su Strava), ne parliamo con colui che resta il faro della mountain bike italiana, Marco Aurelio Fontana.

Per oltre dieci anni Marco Aurelio Fontana (classe 1984) è stato il miglior biker italiano. Vanta un bronzo olimpico e uno iridato
Per oltre dieci anni Marco Aurelio Fontana (classe 1984) è stato il miglior biker italiano. Vanta un bronzo olimpico e uno iridato
Allora Marco, VdP è pronto a tornare. Sono due anni che non prende parte a una gara di mountain bike. E sappiamo che c’è un’evoluzione tecnica continua. Cosa troverà di diverso? Quanto troverà di diverso?

Troverà un mix diverso di personaggi e di percorsi. Ho visto che stanno lavorando e quindi anche sul percorso ci saranno novità. Troverà diverso il modo in cui corrono i biker oggi, che magari è un modo che a lui piacerà di più o di meno. Però, secondo me, e l’abbiamo visto dalle prime due prove di Coppa: c’è un modo di correre nuovo, più “astratto”, più altalenante. Si lima tanto, c’è un po’ di gioco di squadra, dinamiche che lui ha già visto e vissuto nel ciclocross e su strada.

In teoria è un micro vantaggio questo per lui?

Sì, però qualche cambiamento lo troverà rispetto alle sue ultime apparizioni e quindi sarà bello vedere come si adatterà subito oppure se ci metterà un po’ di tempo.

Marco, Van der Poel appartiene alla categoria “Dei in bici”, però quale potrà essere per lui un vantaggio e uno svantaggio? Pensando anche alla sua attitudine al cross e alla strada…

Il vantaggio è quel grande motore che ha e quelle ore e quella forza che ti dà la strada. Lo svantaggio sicuramente lo avrà se non userà abbastanza la mountain bike perché, come ha già dimostrato, è sicuramente una delle divinità del ciclismo, ma la MTB è un po’ il suo “tallone d’Achille”. Nella guida non è scioltissimo. In qualche occasione ha mostrato piccole incertezze. Quindi deve acquisire quella fluidità che solo l’uso della mtb gli può dare.

Il ruzzolone di VdP ai Giochi di Tokyo. Secondo Fontana l’olandese deve usare molto di più questa bici
Il ruzzolone di VdP ai Giochi di Tokyo. Secondo Fontana l’olandese deve usare molto di più questa bici
Perché?

Perché il tallone ce l’ha lì: è caduto poco dopo il via ai mondiali di Glasgow e anche a Tokyo, alle Olimpiadi, è andato giù su un ponte che al netto di tutto non era impossibile. Quindi penso che si preparerà a dovere con la mtb per essere pronto quest’anno, soprattutto per il mondiale. Mentre ci ha fatto vedere ancora una volta di essere incredibile sul pavé, di avere una guida con la bici da strada che è allucinante. Veramente incredibile. Però sulla mountain bike l’avevamo visto in leggera difficoltà già due anni fa, almeno rispetto ad alcuni piloti. Oggi si ritroverà dei biker ancora più stilosi, ancora più veloci, ancora più determinati.

Chiaro…

Poi è anche vero che se dal ciclocross si porta il ritmo e dalla strada una forza e un chilometraggio che nessuno di quelli che corrono in MTB ha, resta un grande atleta anche in questa disciplina. Però ecco, io l’unico punto di domanda lo vedo legato al fatto che deve usare di più la MTB.

Ed è oggettivamente difficile sapere quanto la usa… Però sappiamo che Canyon ha stretto una forte collaborazione con lui.

Sì, vedremo. Ma è chiaro che anche un gigante come lui deve affinare una guida che richiede sempre di più abilità tecniche.

Doveva correre in un cross country in Germania ma poi ha cambiato idea…

In Germania avrebbe trovato una salita molto lunga, dove si poteva distendere. La discesa, specie se asciutta, non è niente di che. Se fosse stata bagnata sarebbe stata un po’ più complicata, però in realtà il problema di Van der Poel non è sul bagnato. Il problema è il tipo di tecnicità del percorso e la sua modernità. Diciamo che il percorso del “Bike the Rock” di Heubach gli sarebbe stato ideale per prendere un po’ di feeling.

Sulla bici da strada invece, sempre secondo l’occhio esperto di Fontana, Van der Poel è un fuoriclasse assoluto
Sulla bici da strada invece, sempre secondo l’occhio esperto di Fontana, Van der Poel è un fuoriclasse assoluto
E Nove Mesto invece che percorso troverà?

Nove Mesto la conosce bene anche lui, anche se ci sono stati dei cambiamenti. Di buono c’è che su quel tracciato, anche se parti dietro e hai gamba, chiaramente puoi recuperare. Ci sono tratti molto larghi per risalire. Nove Mesto da sempre è una gara in cui, se hai un tempo sul giro basso, puoi essere al quarantesimo il primo giro, ma arrivare nei primi cinque.

E sul mitico rock garden nel bosco, con le radici?

E’ sempre bellissimo, moderno, ma è sempre lo stesso, quindi diventa un po’ mono-traiettoria. Mi aspetto qualche cambiamento del percorso, ci saranno novità per tutti, ma Mathieu dovrà essere pronto a vedere gente che gli volerà ai lati! In generale però fatemi dire che fa comunque piacere vedere un campione del suo calibro tornare nella MTB.