Tra una classica e l’altra, la puntata di Guarischi nel gravel

05.05.2025
4 min
Salva

Barbara Guarischi è tornata in gara questo fine settimana per le due prove in linea del Festival Elsy Jacobs in Lussemburgo, aiutando la compagna Lach a vincere la prima tappa e conquistando un ottimo 3° posto nella seconda. Non prendeva in mano la bici da strada dalla Parigi-Roubaix. Attenzione però: abbiamo specificato “bici da strada” non a caso, perché nel frattempo la ciclista della SD Worx ha ripreso la sua gravel e si è recata in Sardegna, per partecipare alla prova delle World Series con la nazionale, parte del ricco programma del GiroSardegna.

La Guarischi sul podio. Teneva particolarmente a dire sì alla convocazione del cittì Pontoni
La Guarischi sul podio. Teneva particolarmente a dire sì alla convocazione del cittì Pontoni

Un passaggio inconsueto, visto che eravamo nel pieno del periodo delle classiche, ma per Barbara era una buona occasione per mantenersi in efficienza, tanto più che con lei c’era l’inseparabile compagna di colori Elena Cecchini. «Non è stata una fuga la nostra – racconta ridendo – lo avevamo stabilito insieme al team perché era un periodo nel quale non avevamo gare, essendo le Ardenne riservate a un altro gruppo, così è stata la scelta migliore per non perdere il feeling agonistico».

E’ stato difficile passare da una bici all’altra?

Considerando che parliamo di superleggera e gravel non tanto, anche perché non affrontiamo prove estreme, di 200 chilometri e oltre quando si tratta di prove delle World Series. Quella sarda era di 117 chilometri, assolutamente in linea con le nostre esigenze. Eravamo per gran parte della gara su sterrato, ma era anche un percorso abbastanza filante, anche se certamente non sono le velocità che teniamo normalmente.

Il gruppo azzurro in Sardegna, con i convocati Cafueri e Haas
Il gruppo azzurro in Sardegna, con i convocati Cafueri e Haas
Che gara è stata?

Purtroppo con poca partecipazione, ben presto ci siamo trovate davanti noi quattro della nazionale. Sull’ultima salita io ed Elena abbiamo avuto problemi meccanici e le nostre due compagne, Debora Piana e Carlotta Borello hanno fatto la differenza. Abbiamo provato a recuperare ma non c’era abbastanza tempo. Il risultato era comunque secondario per noi, ci interessava sfruttare l’occasione come un buon allenamento divertendosi e in questo senso abbiamo completamente centrato l’obiettivo.

Il fatto che affrontavate una prova offroad non ha messo in allarme il team, pensando ai pericoli ad essa legati?

No perché se parliamo di pericoli, questi ci sono sempre, ogni volta che si sale in bici. A parte il fatto che la gara non presentava particolari tratti tecnici, ormai abbiamo ben visto come l’incidente, l’imprevisto può capitare sempre. Se dovessimo pensare a questo non partiremmo per nessuna gara… Bisogna andare oltre, avere sempre l’occhio vigile e fare la massima attenzione, questo sì, ma vale per qualsiasi frangente, in gara come in allenamento. Ma quando parti, ai pericoli non puoi pensarci più di tanto.

La vincitrice della prova femminile Debora Piana, una biker. La Guarischi ha chiuso terza a 58″ (foto organizzatori)
La vincitrice della prova femminile Debora Piana, una biker. La Guarischi ha chiuso terza a 58″ (foto organizzatori)
Eravate due ragazze che agiscono su strada e due del mondo offroad. C’erano grandi differenze fra voi?

Io direi di no, il fatto che siano arrivate davanti loro è frutto più della casualità, di come si è evoluta la corsa. Debora è una specialista della mtb, Carlotta è più specialista del ciclocross, ma a ben guardare tutte abbiamo affrontato questa gara come intermezzo nelle nostre rispettive stagioni, avevamo pressappoco tutte lo stesso numero di gare nelle gambe, forse solo la Borello un po’ meno.

Tu ed Elena d’altronde venivate dalla Roubaix, che fra tutte le gare su strada è forse la più vicina al mondo gravel…

Sì, ma quella l’affronti con una testa diversa, perché sai che cosa c’è in palio, quanto conta soprattutto per il team. E’ uno snodo cruciale, dove tutto deve filare liscio. Devi stare particolarmente attenta.

Il podio della seconda gara del Festival Elsy Jacobs, con la Fidanza al centro e Barbara terza
Il podio della seconda gara del Festival Elsy Jacobs, con la Fidanza al centro e Barbara terza
Come giudichi questa tua prima parte di stagione?

E’ stata abbastanza buona, ho lavorato tanto nelle classiche belghe affrontando praticamente oltre un mese in loco. A fine marzo ho anche avuto la bronchite che mi ha un po’ frenato, ma nel complesso è stata una buona stagione. Ora arriva un periodo intenso partito proprio con le due classiche lussemburghesi. Saranno gare dove non ci saranno né KopeckyWiebes e quindi potremo trovare un po’ di spazio personale. Diciamo che si parte senza un capitano predefinito, decidendo in base alle sensazioni e all’evoluzione della corsa. Poi nei programmi c’è il Giro d’Italia…