Cataldo, una firma e riparte tutto dall’Astana

16.11.2024
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Quando leggiamo il comunicato per cui Dario Cataldo sarà uno dei prossimi direttori sportivi della Astana, l’abruzzese è ancora in vacanza nelle Filippine. E’ rimasto in Oriente dopo il Criterium di Singapore e tornerà in Italia il 21 novembre, ma intanto qualcosa ci racconta con la promessa di non rubargli più di cinque minuti, che alla fine diventeranno dieci. E poi ancora buone vacanze…

La voce parla di una nuova emozione. Un video che ci ha mandato mostra il traffico polveroso e vivace del posto. Scherziamo sul bisogno di vacanze e sui modi alternativi di staccare un po’ la spina, compreso il cogliere le olive.

Cataldo rimarrà in vacanza fino al 21 novembre. Qui a Singapore dopo il Criterium
Cataldo rimarrà in vacanza fino al 21 novembre. Qui a Singapore dopo il Criterium
Quanto tempo fa è venuta fuori questa proposta della Astana?

Come sapete, con loro ho sempre avuto ottimi rapporti, sono rimasto in contatto. Mi sentivo spesso con Mazzoleni e lui sapeva che avrei smesso. Quindi appena stava per finire la stagione, abbiamo iniziato a parlare in modo un po’ più concreto. Nel frattempo valutavo anche altre opzioni, ma questa era già quasi sul tavolo a prescindere, nel senso che dipendeva dalle situazioni. Non era scontato che loro ne avessero bisogno, però sapevano che io ero libero e a disposizione. Quindi nel momento in cui ho deciso di fare il corso UCI da direttore sportivo, ne abbiamo parlato e poi le cose sono andate avanti.

Con chi altri stavi parlando?

Con Guercilena per capire quali potevano essere le prospettive alla Lidl-Trek. E’ una decisione molto fresca. Al Lombardia avevo parlato ancora con Luca e in quei giorni avevo sentito anche qualche altra squadra, il giorno che ho smesso di correre non sapevo ancora che cosa avrei fatto. Invece dopo qualche settimana la possibilità ha iniziato a concretizzarsi e si è presa la decisione questa settimana.

Inizialmente avevi parlato di fare il procuratore: quando ha virato verso l’ammiraglia?

L’idea del procuratore mi ha sempre attirato, mi piace, solo che bisogna partire con calma e poi farsi strada. Non avendo corridoi con cui partire, avrei dovuto fare comunque qualcosa di alternativo mentre mi costruivo un nome e l’esperienza che servono. Però fare le cose a metà non mi attira tanto, quindi a quel punto ho preferito farne una sola e fatta bene. Sul fatto di diventare direttore sportivo, quando avevo 18 anni ho iniziato a fare Scienze motorie proprio per questo. Ho iniziato il terzo anno da U23 che avevo già il terzo livello. E poi mio padre è un direttore sportivo, diciamo che è una cosa di famiglia.

Cataldo ha continuato a sentirsi con Mazzoleni (a sinistra), ma rispetto ai suoi anni, non troverà più Martinelli
Cataldo ha continuato a sentirsi con Mazzoleni (a sinistra), ma rispetto ai suoi anni, non troverà più Martinelli
Si dice che il corridore che ha appena smesso può essere un grande direttore sportivo: pensi che aver corso fino a un mese fa sarà un valore aggiunto?

Sicuramente, perché il ciclismo è cambiato talmente tanto, che è molto difficile da interpretare se uno non ha vissuto questi cambiamenti da molto da vicino. E’ difficile anche comunicare con i corridori. Quando devi spiegare qualcosa, fai molta fatica e vedo che chi non è dentro da un po’ non riesce a comprendere. Quindi riuscire a comunicare con i corridori sapendo com’è la situazione in gruppo in questo momento è un vantaggio.

Sei stato in Astana, hai vissuto le vittorie di Fabio Aru e quelle di Nibali. Sarà una squadra diversa perché Martinelli non c’è più e arrivano nuovi direttori sportivi. Che squadra trovi secondo te?

Una squadra che ha delle radici come quelle che ho lasciato, ma che sta affrontando una grossa evoluzione. Ha avuto tanti corridori da corse a tappe e adesso ha completamente rivoluzionato il suo modo di correre. Sono passati ai velocisti e alle classiche e hanno inserito tanti corridori e tanti membri dello staff molto in gamba per questo genere di corse. Finalmente Zazà (Stefano Zanini, ndr) si trova con un bel gruppo per il suo terreno del Nord. Quindi è una squadra strutturata in un modo molto diverso, che quest’anno si è rinforzata tantissimo. Non solo Bettiol, che per le classiche forma un bel gruppo assieme a Ballerini e Teunissen, ma è arrivato anche Ulissi. Ci sono corridori che possono dire la loro anche nelle classiche più dure.

Cataldo è passato nel gruppo Trek sin dal 2022: dopo la Astana, un passaggio alla Movistar
Cataldo è passato nel gruppo Trek sin dal 2022: dopo la Astana, un passaggio alla Movistar
Il fatto che sia così pieno di italiani ti ha aiutato a scegliere o non c’entra niente?

No, non ha influito. E’ una squadra molto internazionale e lo è diventata ancora di più, quindi sicuramente mi trovo a mio agio. E’ un ambiente che conosco, se ci penso mi sembra di esserne uscito ieri e di essere io ad accogliere i nuovi direttori, quando in realtà dovrò fare una vera gavetta. Certo non sarà come entrare in una squadra di cui non conosci nulla, ma in ogni caso mi dovrò porre in un modo molto diverso con i corridori. Il rapporto rimane comunque molto stretto, ma ora mi trovo dall’altra parte e non dovrò gestire solo le situazioni di gara, ma anche tutto il resto. Il mio rapporto con gli altri direttori sportivi da cui avrò certamente tanto da imparare. Per cui andrò al primo ritiro con qualche sicurezza, ma anche la consapevolezza di dover imparare tutto.