Raccagni Noviero nel 2025 sarà WT: aspettative e speranze

10.10.2024
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Andrea Raccagni Noviero ce lo aveva detto alla fine della stagione 2023 che il suo obiettivo sarebbe stato quello di meritarsi la promozione nel WorldTour, sempre con i colori della Soudal Quick-Step. Alla fine è riuscito a raggiungere questo traguardo proprio nel finale di questa stagione. Un modo per coronare una crescita costante, il premio è un contratto triennale con la squadra guidata da Patrick Lefevere.

Lo raggiungiamo telefonicamente mentre è in Repubblica Ceca e si gode il riposo di fine stagione. Il suo 2024 è terminato con la partecipazione alla Coppa Bernocchi, ora ricarica le batterie in vista degli impegni futuri. 

«Sono a casa della mia ragazza – ci racconta – fa freddo ma sicuramente sono più all’asciutto che in Italia. L’ho raggiunta dopo la Bernocchi, ho lasciato la bicicletta al team e mi sono messo in macchina. Ci siamo conosciuti proprio in Repubblica Ceca, durante la Corsa della Pace disputata con la nazionale. Era a vedere una tappa, mi ha scritto su Instagram e ci siamo conosciuti così. Starò qui da lei una ventina di giorni, nel mezzo andrò in Belgio per fare una prima riunione con il team, poi torneremo in Italia per andare in vacanza insieme. Sfruttiamo questo periodo per stare insieme, lei è una biatleta, quindi a breve inizierà la stagione».

Uno dei migliori risultati di stagione è stato il terzo posto alla Gand U23 (foto Wielerspiegel)
Uno dei migliori risultati di stagione è stato il terzo posto alla Gand U23 (foto Wielerspiegel)
Come arrivi all’incontro con la squadra sapendo che sarai parte del team WorldTour?

Felicissimo. Dal 2024 abbiamo avuto un contatto più forte con il team maggiore, Lefevere ce lo aveva detto e così è stato. Conosco bene lo staff e qualche compagno di squadra. Nei giorni in Belgio avremo una cena con lo sponsor Soudal e faremo dei test in pista.

In che modo si è manifestato questo maggior “contatto” tra il team U23 e quello WorldTour?

La prima grande differenza è stata che la squadra ha acquistato il magazzino accanto a quello riservato ai professionisti. Quindi dal 2024 i service course erano nello stesso posto. Banalmente se a un meccanico del team U23 mancava un pezzo apriva la porta accanto e lo prendeva dal team professionistico. Penso che per lo staff sia stato un bel passo in avanti. Come seconda cosa sono cambiati i mezzi alle corse. Quest’anno abbiamo avuto spesso il bus del team femminile con noi, oppure il camion dei pro’ con l’autista. Al Giro Next Gen eravamo super organizzati.

E con i compagni?

Ad esempio, sempre al Giro Next Gen ha corso con noi Paul Magnier che aveva un contratto con il team WorldTour. Questo fa capire la concreta evoluzione del team. Ciò che ha fatto lui sarà quel che farò anche io nel 2025, accumulare esperienza con i professionisti ma anche andare a correre qualche appuntamento di spessore tra gli under 23. Mondiale ed europeo non saranno più accessibili per me, ma le gare 2.2 o le Classiche come la Parigi-Roubaix Espoirs (in apertura l’edizione 2023, foto Freddy Guérin/DirectVelo) o la Gent U23 sì.

A tuo modo di vedere qual è stata l’evoluzione che ti ha portato a meritare la promozione tra i pro’?

Nei numeri non sono migliorato tanto, o almeno non tanto quanto fatto nel passaggio da juniores a under 23. E’ stato un progresso più “leggero” ma credo di aver fatto un passo in avanti nella prestazione secca. Certi carichi di lavoro fatti nel 2023 me li sono trovati quest’anno. 

Raccagni Noviero ha corso nelle gare più importanti dedicate agli U23, qui alla Parigi-Roubaix (foto Freddy Guérin/DirectVelo)
Raccagni Noviero ha corso nelle gare più importanti dedicate agli U23, qui alla Parigi-Roubaix (foto Freddy Guérin/DirectVelo)
Hai anche avuto modo di correre già con il team WorldTour, com’è andata?

L’ho fatto prima al Giro di Slovacchia e poi proprio alla Bernocchi. Nel primo caso i team WorldTour in gara erano pochi, compresi noi erano tre. Poi c’erano parecchie professional e continental. Però mi sono trovato bene, le tappe erano tanto controllate e io mi sono messo a disposizione dei compagni lavorando per ricucire sulle varie fughe. Alla Bernocchi, invece, il livello era più alto. Le WorldTour presenti erano 14 e la differenza si è notata. 

In che senso?

Che fino a quando siamo stati noi a gestire la corsa tutto era sotto controllo. Poi è arrivata la UAE e ho visto cosa vuol dire seguire quei ritmi. Sono bastati pochi minuti per subire il ritmo alto e la fatica. Da un lato ho potuto ammirare anche la loro dedizione alla causa, nonostante fosse una gara di fine stagione erano tutti pronti e concentrati per fare il loro massimo. 

Il primo confronto con i professionisti ha fatto capire che a certi sforzi ci si deve abituare
Il primo confronto con i professionisti ha fatto capire che a certi sforzi ci si deve abituare
Dove pensi di dover migliorare ancora nel 2025?

In allenamento devo imparare a gestirmi bene. Nell’inverno passato ho esagerato con la preparazione e sono arrivato nel finale di stagione stanco anche mentalmente. Dal punto di vista fisico aggiungerò la palestra per fare un ulteriore step in avanti. Ma lo spartiacque principale penso sarà correre con costanza nel WorldTour. Fare delle gare di una settimana ai loro ritmi potrà dare qualcosa di diverso al mio motore. 

Il preparatore sarà lo stesso?

Sì. Lavoro con lui da quando sono qui e questo è un plus. Mi conosce, anzi ci conosciamo molto bene. A livello mentale è un aiuto perché sappiamo entrambi come comunicare tra di noi e lui è in grado di dirmi quali sono le cose da fare. 

Qui alla Bernocchi corsa il 7 ottobre, Raccagni Noviero è a destra di Evenepoel, i due dal 2025 saranno compagni di team
Qui alla Bernocchi Raccagni Noviero è a destra di Evenepoel, i due dal 2025 saranno compagni di team
Aumenterai le ore di lavoro?

Probabilmente sì. Ora ne faccio 20 a settimana di media. Quando sono in preparazione arrivo a 26 o 27 ore, mentre se devo recuperare tra una gara e l’altra ne faccio 11 o 12 di ore. Penso cambieranno anche gli allenamenti, perché da under 23 per fare carico mettevo insieme delle triplette da 11 ore. Divise magari così: 3 ore e mezza, il giorno dopo quattro ore e mezza e l’ultimo tre ore. Da professionista dovrò abituarmi a gare con tante ore, come nelle Classiche. Quindi penso passeremo a doppiette con cinque ore e poi sei. 

Per finire, hai corso ai mondiali di Zurigo e hai espresso un bel pensiero sui social nei confronti della ragazza che è venuta a mancare: Muriel Furrer

Ho pensato che non sarebbe stato giusto far finta di niente. Probabilmente io non cambierò nulla, però magari potrò essere d’aiuto. Alla Tre Valli Varesine i corridori sono stati fermati per il maltempo, a Zurigo no. Bisogna cercare di connettere, se una corsa diventa troppo pericolosa la si deve fermare. C’è chi dice che il ciclismo eroico è finito e che 50 anni fa si correva sui passi di montagna spingendo la bici a mano. Lo sport però si è evoluto, trovo giusto fermare una gara per la pioggia eccessiva o altre condizioni estreme. Siamo persone non macchine e il rischio è di pagare certe scelte con la vita. Mi piacerebbe portare avanti questo pensiero, dargli continuità e fare qualcosa di concreto. Non so cosa, ci penserò a fondo.