Bramati lancia l’operazione Moscon. L’obiettivo è vincere

20.11.2023
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«Moscon è con me – dice Bramati – nei giorni scorsi ho cominciato a guardarlo negli occhi. E’ molto determinato, abbiamo parlato tanto. Sono contento che l’abbiamo in squadra, lo dicevo sin da quando era under 23 che fosse un corridore in grado di fare grandi cose nel professionismo. E adesso cercherò di motivare lui come ho sempre motivato tutti per arrivare a dei grandi risultati. E’ arrivato in questa squadra per ultimo. Abbiamo parlato, ma ora saremo noi a decidere il suo programma. A dicembre a Calpe ci sarà tempo per sedersi e decidere dove iniziare. Dobbiamo conoscerlo meglio, lo vedremo in allenamento e lo vedremo in generale».

Bramati è tornato a casa dal Belgio, dove la Soudal-Quick Step ha festeggiato i 25 anni di attività e il bergamasco è fiero nel dire di esserci stato dall’inizio. Prima come corridore e a seguire come direttore sportivo. Il tempo di tornare a casa ed è cominciato il susseguirsi di videoconferenze per iniziare a parlare dei programmi dei corridori, che saranno sbrogliati definitivamente nel ritiro di Calpe, a metà dicembre.

Bramati è nel gruppo belga dal 1999, quando la squadra si chiamava Mapei-Quick Step. Qui alla Japan Cup
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Come è stato il primo approccio con Moscon?

Abbiamo avuto questi tre giorni per conoscerci, è stato bello. Abbiamo visitato la sede di Soudal e poi anche Quick Step. I 27 corridori hanno fatto un team building tutti insieme e so che si sono divertiti tanto. In gruppo c’è l’atmosfera festosa come sempre, ma sicuramente da dicembre bisognerà mettersi sotto, iniziare a pedalare per il 2024, sperando che non succeda niente.

Prima che arrivasse da voi, cosa pensavi di Moscon?

Che fosse un predestinato e infatti anche nel professionismo, appena passato, ha fatto veramente delle belle cose. Sono contento che ce lo abbiano proposto.

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Perché Cattaneo ha detto che questa è la squadra giusta per rilanciarsi? Perché Lefevere l’ha paragonato all’esperienza con Cavendish?

Abbiamo sempre preso corridori all’ultimo momento e Mark (Cavendish, ndr) è stato l’ultima nostra scommessa. Cattaneo ha ragione, siamo una squadra vincente. Tanti hanno detto che quest’anno siamo stati sottotono, ma io penso che cogliendo 55 vittorie dietro a due colossi come la Jumbo e la UAE, abbiamo fatto la nostra parte. Abbiamo vinto in tutti i tre Grandi Giri e abbiamo vinto una Monumento. Penso che la squadra abbia dimostrato di avere sempre la mentalità vincente, lo stimolo che da anni riusciamo a trasmettere ai corridori.

Forse si è parlato poco della reazione durante il periodo della presunta fusione…

Esatto. La settimana delle corse italiane e i risultati delle ultime cinque gare di fine stagione sono stati la prova della nostra compattezza, nonostante le tante voci che c’erano in giro. La squadra ha reagito veramente alla grande. I corridori che indossano la nostra maglia portano la mentalità di questo gruppo, che coinvolge anche noi direttori e tutto lo staff. L’ho sempre detto: è una grande famiglia.

Che va avanti da un quarto di secolo…

La settimana scorsa c’è stata la festa dei 25 anni e io ci sono dall’inizio. Penso che questa sia anche la nostra forza e non vogliamo perderla. Vogliamo continuare su questo passo e spero che Gianni si integrerà bene già da dicembre. In questi giorni ha visto la mentalità, a dicembre ci sarà da rimboccarsi le maniche e lavorare, programmando il 2024 che per lui sarà veramente importante. Spero che ottenga il riscatto di tutte le qualità che ha sempre avuto sin da giovane.

Moscon ha sempre avuto bisogno di grandi motivazioni, forse l’ultimo averlo capito è stato Cassani in nazionale. E’ importante per un corridore come lui il fatto di sentire la fiducia della squadra?

Penso che nel ciclismo degli ultimi anni, dove il livello si è alzato tantissimo, i corridori devono arrivare agli appuntamenti preparati alla perfezione. Ma un altro fattore che conta tantissimo è la motivazione. Se la squadra crede in loro, questo diventa un altro punto di forza. Si sa che durante l’anno ci sono dei momenti in cui le cose non andranno bene e in quelle situazioni la squadra deve essere dalla parte del corridore, saperlo seguire, saperlo far reagire nei momenti che non vanno. Penso che noi l’abbiamo sempre fatto e sicuramente continueremo a farlo.

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I programmi definitivi si faranno a dicembre, ma intanto come si procede?

Siamo a buon punto, manca solo di parlare con i corridori. Io ho i miei 4-5 da seguire, fra cui anche Gianni. Nei prossimi giorni li chiamerò per farci una prima chiacchierata e avere un’idea ancora più completa, affinché a dicembre si decida nel modo giusto. I programmi saranno poi rivelati il 9 gennaio alla presentazione della squadra. La speranza nel frattempo è che tutto vada bene, che non ci siano incidenti, che nessuno si ammali, che nessuno cada, per avere una programmazione senza imprecisioni. Dicembre, gennaio e febbraio, anche più di un tempo, sono veramente tre mesi molto importanti, sia per il lavoro del singolo, sia per la programmazione degli obiettivi della squadra.

Moscon ha ricevuto anche la nuova bici?

Proprio in questi giorni stanno partendo le mail alle squadre precedenti dei nuovi corridori, affinché dal primo dicembre li lascino liberi di utilizzare i nuovi materiali. Altrimenti non si può. Non dovrebbe nemmeno servire fare una simile richiesta, ma ad ora la situazione è questa. Seguo anche Landa e anche lui è nella stessa posizione.