REGGIO EMILIA – La Merida Silex è campione del mondo gravel grazie a Matej Mohoric. Poco più di due settimane prima del suo lancio ufficiale, la nuova Silex ha tagliato per prima il traguardo del secondo mondiale gravel della storia. Di sicuro il migliore spot possibile.
La Merida Silex cambia pelle e vestito, ma senza stravolgere completamente il progetto originale, diventando così una bici che strizza l’occhio anche al gravel race. Sotto il profilo del design mutua alcune soluzioni della Scultura e della nuova Endurance GR (il layout del carbonio della Silex è diverso e specifico). Entriamo nel dettaglio.


Merida, il design e i dettagli
La tubazione dello sterzo con la nervatura nella sezione superiore. Il piantone, facilmente accostabile a quello della Scultura, come l’integrazione del blocchetto di chiusura del reggisella (con diametro da 27,2 millimetri). Ma anche il punto in cui si uniscono gli obliqui ai foderi bassi, che in parte ricorda quello della Reacto.
Sono molto più che semplici dettagli e rappresentano delle soluzioni tecniche che fanno parte del nuovo DNA dell’azienda taiwanese che progetta completamente in Germania.








Gravel prima di tutto
La nuova Silex è una bici gravel prima di tutto, con geometrie moderne (l’angolo dello sterzo a 69,5° comune a tutte le taglie) e con un concetto di sviluppo che punta alla versatilità. Proprio in quest’ottica sono una conferma la possibilità di montaggio delle borse sulla forcella (sopra l’orizzontale e anche nella zona a ridosso del nodo sella), il terzo portaborraccia sotto l’obliquo ed il dropper-post telescopico da 27,2 millimetri di diametro, ma anche i parafanghi (anteriori e posteriori).
Si può montare il deragliatore per la guarnitura con la doppia corona. Inoltre c’è anche il nuovo FeedLock sul tubo obliquo per il portaborraccia, che nell’eventualità può essere sostituito con il supporto tradizionale con le due viti (e i magneti FeedLock possono essere montati sulle viti del profilato verticale).








Nuove soluzioni per la Silex
Facendo un passo indietro e tornando ad argomentare le quote geometriche, ci troviamo una nuova Merida Silex più lunga (grazie ad un reach maggiorato) che permette di sfruttare attacchi manubri più corti. Una soluzione mutuata da diverse aziende che hanno un know-how importante in ambito mtb. La nuova Silex però ha accorciato lo sterzo ed allungato i foderi della forcella, nell’ottica di offrire tanta stabilità.
Si possono montare pneumatici fino a 45 millimetri di sezione (42 quando ci sono i parafanghi), una corona con un massimo di 46 denti (monocorona) e il plateau 50-34 (in caso di corona doppia). Molto importante è l’aspetto tecnico legato al diametro dei dischi freno, che arriva fino a 180 millimetri (buona parte delle gravel presenti sul mercato permettono una tolleranza massima di 160 millimetri).






Cuscinetti e manutenzione facilitata
La scatola del movimento centrale è una classica BSA con filettatura e larga 68 millimetri. Significa che i cuscinetti sono montati esternamente al telaio con le apposite calotte, non sono a pressione. Il design dei foderi bassi del carro in questo punto limita in parte il montaggio di power meter con sensore alla pedivella non-drive.
I telai disponibili sono due, uno in carbonio CF (il modulo di carbonio è comune a tutte le nuove Silex ed ha un valore dichiarato di 1.220 grammi) e quello in alluminio (1.900 grammi dichiarati). La forcella è full carbon (540 grammi) ed è comune a tutti gli allestimenti. La nuova Merida Silex è compatibile con la forcella ammortizzata Rock Shox Rudy.








Allestimenti e prezzi
Le taglie disponibili sono 5, dalla XS fino alla XL. Le versioni per la Silex in carbonio CF2 sono 3 (nei prossimi mesi ne arriverà una quarta): 10K, 7000 e 4000. Per la Lite con telaio in alluminio sono 3: 700, 400 e 200. Per ora non è prevista “la Team Replica” come quella di Mohoric.
Le Silex 10K sono quelle che prevedono il dropper-post (Sram Reverb Wireless), la trasmissione Sram Red eTap AXS (con deragliatore Eagle) e monocorona anteriore (power meter Quarq incluso), oltre alle ruote Reynolds in carbonio.
Merida Silex 7000, che si basa sulla nuova trasmissione meccanica Shimano GRX 12v e monocorona, ha le ruote Easton in alluminio e adotta il reggisella tradizionale (in carbonio). La 4000 ha la sempre la trasmissione Shimano GRX, ma con la configurazione a doppia corona e 10 rapporti posteriori.
In ambito alluminio, la configurazione 700 è molto versatile e strizza l’occhio anche ai bikers. La trasmissione GRX820 prevede la corona singola, ma la scala 10-51 per i pignoni. Le ruote sono Easton EA70 in alluminio. Gli allestimento 400 e 200 hanno le trasmissioni Shimano con la doppia corona anteriore. Dalla base del listino, fino all’apice il range di prezzo è compreso tra i 1.500 e 10.500 euro


Le prime impressioni
Quello che emerge fin dalle prime battute è la grande stabilità. La nuova Silex è estremamente stabile, lo è nella zona dell’avantreno e lo è anche nel retrotreno. Non è una bicicletta nervosa e perentoria nelle risposte, si percepisce anche una certa lunghezza dell’interasse, il tutto a vantaggio del comfort e della sicurezza anche quando si affrontano punti off-road particolarmente scassati.
E’ facile capire che questa bici nasce prima di tutto per essere una gravel versatile, ben equilibrata e che permette un approccio semplificato da diverse tipologie di utenza e quando si apre il gas è comunque gratificante perchè non è “comodona”. Abbiamo pedalato la versione 7000, senza il reggisella telescopico.