Pellaud in fuga: «Per me, per la squadra e per i tifosi»

12.03.2021
4 min
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Con Simon Pellaud ci siamo ritrovati come ci eravamo lasciati: in fuga! Anche nella tappa di ieri, da Camaiore a Chiusdino, lo svizzero-colombiano ci ha provato. Ormai Simon è diventato uno dei corridori più amati dal pubblico. Questo suo modo arrembante di correre piace e si riscontra nel Dna della sua squadra, l’Androni Giocattoli Sidermec.

Ieri lo aspettavamo sul traguardo per fare questa intervista. Ai 35 chilometri (circa) era ancora davanti, ma poi è arrivato staccatissimo, a un quarto d’ora. E il suo team manager, Gianni Savio non vedendolo arrivare ha commentato: «Simon sta salvando la gamba pensando a domani».

Simon Pellaud sfila con il gruppetto (a 15’01”) sul traguardo di Chiusdino
Pellaud sfila con il gruppetto (a 15’01”) sul traguardo di Chiusdino
Simon, ci hai provato anche oggi (ieri per chi legge)…

Eh sì, una fuga in più! Ma non è stata la mia fuga preferita, perché non eravamo un bel gruppo. Non mi è sembrato ci fosse la volontà di lavorare insieme, sembrava non si volesse arrivare sul Gpm che era l’unico traguardo davvero possibile ed era il mio obiettivo. Abbiamo perso un’occasione. Magari dopo quel Gpm avremmo potuto continuare e prendere la salita finale con i migliori. Sinceramente mi sono anche un po’ arrabbiato. La fuga va onorata, almeno per me è così, devi spingere forte.

E ti sei rialzato…

Sì, a quel punto ho pensato subito a risparmiare energie. Se vai in fuga devi essere convinto, devi avere un obiettivo.

Però ci sono ancora buone occasioni, anche la tappa di oggi non è male per le fughe…

Sì, sì… Sono alla Tirreno-Adriatico per far vedere la maglia dell’Androni e per uscire da questa corsa con una buona condizione. Mi diverto quando sono davanti. Domani (oggi) 220 chilometri, poi c’è la tappa regina con l’arrivo in salita, poi ancora quella dei muri…

Per lo svizzero, 28 anni, il rito del massaggio a fine tappa
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Come è andata quando ti hanno detto che non avreste fatto il Giro?

Dal punto di vista personale ho perso la miglior vetrina. Dopo quel che ho fatto l’anno scorso, quest’anno avrei corso ancora meglio. Inoltre sono in scadenza di contratto e mi avrebbe fatto piacere. E’ stato un colpo duro. E dal punto di vista della squadra semmai è stato ancora peggio. Tutti ne avevano bisogno, i nostri sponsor… E’ molto difficile.

Come trovi adesso gli stimoli per continuare la stagione?

Pensando che voglio continuare ad essere un ciclista, che voglio andare avanti. Ma per farlo mi serve un obiettivo. E mi fa male non poter essere al Giro d’Italia, ma anche al Romandia. La mia nazionale non è stata invitata e ci tenevo molto a questa corsa. Alcune tappe passano sulle strade di casa. Ma andiamo avanti con le altre competizioni.

Che programmi hai?

Sono in una squadra professional e per andare alle corse servono gli inviti, pertanto avere un programma definitivo è difficile. So che correrò fino a metà aprile. Cercherò di fare il meglio possibile nelle gare di secondo livello, anche se con il Covid ormai non esistono più gare di secondo livello. E poi adesso l’obiettivo è la Sanremo. Quella è la fuga che mi fa sognare di più. Vorrei andare più lontano possibile. Poi magari dopo la Sanremo cercare qualche risultato alla Coppi e Bartali e al Giro di Turchia.

Alla Sanremo Pellaud può sognare solo la fuga da lontano? Non può pensare di scappare via nel finale oppure è un discorso tra i “magnifici tre”: Alaphilippe, Van Aert e Van der Poel?

No! E’ un discorso a tre. Nel faccia a faccia contro di loro non c’è nulla da fare. E’ per quello che già alla Tirreno cerco la fuga. Devo anticipare. Se sto in gruppo con loro faccio ventesimo e non è questo quello che voglio. Preferisco tutto o niente. Per pensare di vincere la Sanremo dovrei arrivare sotto al Poggio con due minuti… e questa cosa è abbastanza utopistica!

Dopo lo scoppiettante Giro 2020 Pellaud ha raccolto molti fan
Dopo lo scoppiettante Giro 2020 Pellaud ha raccolto molti fan
Dopo la notizia della non-partecipazione al Giro hai cambiato la preparazione?

No, più o meno è rimasta la stessa, semmai avrei corso un po’ meno prima della corsa rosa e avrei fatto un ritiro in altura. Non sono ancora al top, ma con pazienza, giorno dopo giorno, troverò la condizione. Non è stato facile rientrare dall’estate della Colombia all’inverno dell’Europa. Ci ho messo un po’ ad acclimatarmi, a smaltire altura e fuso orario. Arrivare direttamente ad Alassio in ritiro è stato un po’ più complicato del previsto.

Savio ci ha detto che vi avrebbe stimolato facendo leva sui tanti tifosi che avete raccolto con il vostro modo di correre: è andata così davvero?

Ha una rabbia profonda Gianni! Lui sa sempre come motivarci per andare in fuga. Ci vuole aggressivi. Ma non dobbiamo più pensare al mese di maggio. Dobbiamo trovare una soluzione e fare bene nelle altre gare. Oggi (ieri) a bordo strada ho visto dei tifosi con un cartello “Pellaud sempre in fuga”: è stato il momento più bello della giornata. Ma penso anche che questo sia importante per il nostro modo di correre. Il mondo del web ci ha supportato dopo la nostra esclusione dal Giro. Dobbiamo essere orgogliosi e fieri di questo amore che ci hanno mostrato i tifosi.