Ogni stagione che inizia ha sempre un motivo d’interesse che va oltre il risultato. Lo stesso vale anche per il genitore, specie se la sua prima vita l’ha passata in sella ad una bici, conquistando fra l’altro anche un oro olimpico. Andrea Collinelli non è un padre qualunque per i suoi figli Sofia e Luca e quest’anno ha più di una ragione per seguire con più attenzione le loro corse.
Sofia è passata alla Israel-Premier Tech-Roland, entrando così nel WorldTour femminile, ed è già partita in modo intenso disputando sette gare, compreso il UAE Tour. Luca ha esordito lo scorso weekend con il suo Team Technipes #InEmiliaRomagna correndo sabato la San Geo e poi il giorno dopo a Misano, dove ha raccolto subito un terzo posto dietro Bruttomesso e Portello. E papà Collinelli come vede il loro 2023? Glielo abbiamo chiesto, naturalmente…


Andrea andiamo in ordine cronologico partendo dal podio di Luca. Te lo aspettavi?
Sì e no. Chiaramente mi fa molto piacere. Sapevo che durante il ritiro si era fatto trovare pronto. Lui è un 2003 ed è al secondo anno nella categoria U23, ma mi hanno detto che ha fatto grandi cambiamenti. Adesso è più concentrato, più resistente ed è in un squadra che sta facendo le cose molto bene.
A cosa può essere dovuto questo cambiamento?
Forse Luca ha avuto una maturazione più lenta rispetto ai suoi coetanei. E forse subiva un po’ l’immagine di Sofia, che da junior aveva fatto tante vittorie e risultati importanti. Luca ogni anno faceva buone cose, ma diciamo che prima non ci metteva lo stesso impegno di sua sorella. Sappiamo però che la maturazione, appunto, non è uguale per tutti. Ora Luca può essere uno stimolo per Sofia nel rilanciarsi. Infatti quando escono in allenamento assieme, non si risparmiano e se le danno nei denti (sorride, ndr).






Luca che caratteristiche ha?
E’ un passista veloce ed ha potenza. Predilige una volata corta, esplosiva. Si difende bene a crono, dove l’anno scorso avevo conquistato due buone top 10 per essere al debutto nella categoria. Se migliora sulle salite brevi e sugli strappi, può diventare più completo, anche perché gli piacciono le gare dure. Ad esempio domenica a Misano il vento e il freddo hanno condizionato molto la corsa rendendola selettiva. Infatti nel finale era là davanti ed ha fatto un buon risultato.
Quali sono gli obiettivi per Luca quest’anno?
Ne ha uno prioritario: la scuola. Purtroppo ha perso un anno e quindi dovrà concentrarsi sulla maturità. Poi da luglio in avanti potrà dedicarsi al ciclismo. Però se i cambiamenti mostrati in bici valgono su tutto, allora credo che si preparerà bene anche per l’esame. In ogni caso per lui questa stagione sarà ancora di apprendistato. Corre in un team continental che prevede un calendario importante anche in mezzo ai pro’, quindi potrà fare tanta esperienza. Certo, l’obiettivo di ogni corridore è quello di passare professionista, ma non deve avere fretta. Personalmente penso che anche nel 2024 gli converrebbe restare tra gli U23.




Prima facevi riferimento al rilancio di Sofia, che ora corre nel WorldTour. Come sta procedendo?
Bene ma è solo agli inizi. L’ingaggio della Israel è un buon traguardo per avere una buonissima ripartenza. Purtroppo lei ha avuto molta sfortuna nelle ultime stagioni. Prima problemi fisici che nel 2021 l’hanno parecchio frenata. Praticamente per un anno non ha corso. Durante la fase dell’infortunio ha preso qualche chilo. Poi l’anno scorso ha corso tanto, con qualche bel piazzamento che fa bene per il morale. Ha disputato il Giro Donne ma all’ottava tappa è caduta rompendosi due costole. Complessivamente a livello psicologico non è stato facile.
Avete dovuto intervenire su qualche aspetto particolare?
Innanzitutto a livello medico. Sofia ha avuto una doppia pubalgia dovuta al disallineamento del bacino. Le avevano prescritto di stare ferma per sei mesi, che per uno che va in bici è una mazzata. Abbiamo interpellato altri specialisti e alla fine il centro Isokinetic di Bologna, che segue anche il Bologna Calcio, ha trovato la giusta terapia. Ha iniziato ad usare un bite dentale ed ha potuto allenarsi regolarmente. Ancora adesso tiene il problema fisico sotto controllo grazie ad esercizi di routine. Contemporaneamente però c’è l’aspetto psicologico da non sottovalutare.






Cosa avete fatto in questo caso?
Sta facendo un percorso con la dottoressa Valentina Marchesi di Modena, una psicologa che le fa anche da mental coach che la segue fin dai tempi della VO2 Team Pink quando era junior. Sofia si è destabilizzata quando, durante il suo infortunio, ha visto le sue compagne che andavano forte e facevano risultati. Si è buttata giù e le è un po’ scesa la catena, come si dice in gergo. Credo sia normale, sono cose che capitano. Adesso però sta lavorando sodo per ritrovare lo smalto di una volta. Non sarà immediato, ma ha solo 22 anni e quindi tutto il tempo per farlo.
Il contratto biennale in tal senso aiuta. Ha altri obiettivi Sofia?
Avere la possibilità di non dover rincorrere per forza le cose è un bene. La Israel ha un bel progetto per le giovani e non le mette pressione. Adesso che è nel WorldTour deve solo imparare, fare gavetta e migliorare, dando sempre qualcosa in più. Già il fatto che abbia fatto anche il ritiro con la nazionale è un buon segno. Il cittì Sangalli le ha detto di farsi trovare pronta perché una maglia azzurra per lei potrebbe esserci. Se crescerà come spero, Sofia dal 2024 dovrà far rivedere quelle doti del suo passato.


Tre consigli che papà Andrea Collinelli dà ai suoi figli.
Non faccio differenze fra loro. Primo: il corridore si fa d’inverno, a tavola e non. Ripresentarsi ai raduni fuori forma non è un bel segnale. Secondo: dare sempre il 100 per cento per i compagni. Solo facendo così potrai un giorno chiedere indietro il favore. Terzo: divertirsi andando in bici. Adesso c’è sempre più stress. Bisogna cercare di allenarsi, stare bene con i compagni e correre con la mente libera. Tutto sarà più semplice.