Emanuele Galbusera fu profeta involontario. «La battaglia storica – disse nell’intervista di metà ottobre – è sempre stata quella di patrimonializzare e responsabilizzare le società sportive, perché abbiano più certezze e non dipendano solo dagli sponsor».
L’obiettivo non è stato raggiunto, quantomeno non da tutti. Così nel giro di pochi mesi, il ciclismo professionistico ha visto svanire due squadre che, in rapporto alla loro grandezza, ne hanno fatto la storia recente. La Drone Hopper di Savio e Bellini e da ultimo la B&B Hotels di Jerome Pineau, che la scorsa settimana all’improvviso ha parlato con i suoi corridori per dirgli che erano liberi di trovarsi un’altra squadra per la prossima stagione.
Promesse mancate
Da una parte lo sponsor dei droni: una startup che ha fatto il passo più lungo della gamba e che, a quanto si è capito, potrebbe aver pagato (almeno finché lo ha fatto) con i fondi europei ricevuti per lo sviluppo aziendale. Di mezzo ci sono andati Savio e anche RCS Sport, che a quanto si dice a Drone Hopper avrebbe voluto fare ricorso per progetti legati al Giro.
Sulla sponda francese invece a venir meno sarebbe stato un grosso sponsor da 15 milioni l’anno. I più informati hanno parlato del Gruppo LVMH per gli uomini e di Sephora per le donne, che aveva ingolosito l’ex professionista francese. Pineau aveva messo in tavola un progetto importante, che prevedeva anche la nascita di un team femminile e l’ingaggio di Mark Cavendish come faro, con Maximilian Richeze al suo fianco. Invece alla fine non se ne farà nulla.
La vecchia strada
La stampa francese sta approfondendo, in attesa che Pineau si decida a raccontare la sua versione: cosa che non farà prima di aver presentato all’UCI il dossier completo. Non certo quello che si aspettava di produrre.
Ad attrarre Pineau sarebbero stati stati i suoi rapporti con Didier Quillot, ex direttore generale esecutivo della Professional Football League e responsabile del contratto per i diritti televisivi del gruppo Mediapro. E’ indubbio che con una simile introduzione, si siano aperte tante porte, che però non hanno prodotti gli esiti sperati. L’errore di Pineau, preso da tanta enfasi, è stato anche quello di lasciare la strada vecchia per la nuova. Ha infatti tagliato i ponti con la Regione Bretagna, che aveva sostenuto finanziariamente la sua avventura ciclistica sin dagli esordi, e si è trovato con l’acqua alla gola.
Cosa fa B&B?
Nonostante le difficoltà siano improvvisamente divenute evidenti, i corridori hanno continuato a restare vicino al loro team manager. Pierre Rolland e lo stesso Mozzato, nonostante avessero parecchie richieste, hanno continuato ad avere fiducia, fino a quando è stato evidente che avrebbero fatto meglio a trovarsi una sistemazione.
I corridori sotto contratto erano circa una ventina, cui va aggiunto tutto il personale, nel momento della stagione in cui i budget sono ormai tutti assegnati. Pineau starebbe ora cercando di creare una continental, come fatto da Savio, per tornare fra i grandi dal 2024. Ma a questo punto il rischio è che proprio lo sponsor B&B Hotels, che tanto era parso interessato al team femminile, possa decidere di non proseguire, dato che di certo come continental le porte del Tour saranno chiuse.
Il destino di Mozzato
Quelli che sono riusciti ad accasarsi sono davvero pochi. Koretzky ha firmato con la Bora-Hansgrohe. Bonnamour, rivelazione del Tour 2021 che curiosamente non ha un procuratore, sarebbe vicino alla firma. Laurance, secondo a Plouay, potrebbe approdare alla Soudal-Quick Step, mentre Rolland sarebbe vicino al mentore di sempre, Bernaudeau e al suo sponsor Total Energies.
Nel mazzo c’è anche Luca Mozzato, che si sta allenando mentre il suo manager è al lavoro per risolvere la situazione. Le voci di mercato, per ora ancora confuse, hanno parlato di interessamenti da parte della Trek-Segafredo e della Arkea-Samsic, che con l’arrivo delle bici Bianchi potrebbe gradire la presenza del terzo miglior italiano del 2022. Ma anche per Mozzato, il finale della storia è ancora tutto da scrivere.