Quando l’altro giorno Mirko Pirazzoli ha parlato dell’avventura di Nibali alla Cape Epic, la gara a tappe sudafricana di marzo che si corre a coppie, ha fatto un velato riferimento al suo compagno di squadra. Si è molto fantasticato su chi sarà e qualcuno a un certo punto sparò la notizia che si trattasse di Aru, salvo essere prontamente smentito. Infatti l’onore e l’onere toccheranno a Ivan “Santino” Santaromita, che da quando l’ha saputo ha prima sudato freddo e poi si è rimboccato le maniche.
«Parlai con Vincenzo a luglio per illustrargli il nostro progetto – racconta il varesino – e lui tirò fuori questa cosa della Cape Epic. E’ una bella avventura. E a quel punto il mio capo, Luigi Bergamo, ha proposto che la facessimo insieme. Entrambi campioni italiani, compagni di squadra alla Liquigas e di allenamento, la stessa azienda…».
Test in Andalucia
Un passo indietro, per capire meglio. “Santino”, campione italiano nel 2013 quando vestiva ancora la maglia della BMC, è una figura chiave nell’ambito di Q36.5, l’azienda altoatesina di Luigi Bergamo che produce abbigliamento e calzature per il ciclismo e ha fra i suoi primi testimonial anche Daniele Bennati. Dal prossimo anno, il marchio bolzanino darà il nome al team professional, guidato da Douglas Ryder, nel quale Nibali è consulente.
«Sulla squadra – spiega Santaromita – si sta convogliando l’impegno di tutti. Io mi muovo sul fronte dell’abbigliamento. Abbiamo preso le misure ai corridori e parallelamente sono di supporto per Vincenzo. L’idea della Cape Epic anni fa l’avevo avuta anche io. Se ne parlava tra amici e appena si è presentata l’occasione, non mi sono tirato indietro. Ho 38 anni, se non vado adesso, quando la faccio? L’approccio è fare meno fatica, ma ugualmente bisognerà impegnarsi. Non si va con lo stress di vincere, ma lo conoscete Vincenzo, no? Così adesso si sta ragionando di fare la Andalucia Bike Race a febbraio per trovare il ritmo giusto…».
All’alba sull’Etna
I due sono stati avvistati a orari impossibili sui sentieri dell’Etna e in giro per la Sicilia (foto Q36.5 in apertura). Vedere Nibali operativo alle prime luci dell’alba è qualcosa di inedito, infatti Santino sorride e con una battuta dice che anche questa volta è lui a dargli il ritmo, dopo gli anni a fare l’andatura in testa al gruppo.
«Dopo i premi della Gazzetta a Palermo – racconta – siamo stati a Belpasso ai piedi dell’Etna, poi a Patti. Avevamo da fare foto per la prossima stagione e nel mezzo, prima che Vincenzo partisse per Singapore (dove sta disputando i circuiti del Tour, ndr), c’è scappata anche qualche pedalata sull’Etna. Lui vorrà fare bene, anche perché in mountain bike c’è sempre andato. Avremo bici Scott, con lo stesso setup di Nino Schurter. Quanto alle divise, non so se ne faremo di speciali o se useremo quelle della squadra. Anche lo staff è da capire. Non so se ci seguirà Michele Pallini, è tutto da decidere. Mentre sul fronte tecnico avremo assistenza da parte di Scott. Mancano cinque mesi e considerando che ho smesso a fine 2019, ho 150 giorni per recuperare tre anni».
Inizia la preparazione
I due sono coetanei, entrambi del 1984, però Nibali ha appena smesso ed ha ancora un ottimo livello. Agonista com’è e motivato dalla sfida offroad, potrebbe riversare sulla preparazione della Cape Epic l’agonismo che finirà col mancargli nei primi mesi dell’anno.
«Io intanto mi sto portando avanti – sorride Santaromita – ho ricominciato ad allenarmi in pausa pranzo e nei weekend. Il feeling fra noi c’è, ma correre a coppie è un’altra cosa. Per fortuna abitiamo a 20 chilometri, quindi potremo allenarci insieme. Lui adesso è a Singapore, ma quando sarà tornato, ci sarà da ragionare di preparazione. Anche di fare palestra per la parte superiore del corpo. Perché il mal di gambe lo conosciamo, ma in mountain bike il male maggiore lo fanno le braccia e la schiena. Su strada nelle discese puoi un po’ rilassarti, qua ci sarà da raddoppiare la concentrazione. Saranno 8 giorni di gara, un mondo nuovo per entrambi. Lo spirito c’è. Per questo preferisco non guardare troppo il percorso. Ci sono tappe oltre i 100 chilometri. Stress o non stress, ci sarà da sudare…».