Le storie del mondiale delle donne sono tante e continueremo a raccontarvele. Ma adesso, fermi un attimo: vi siete accorti di quanto ha tirato Elena Cecchini? Prima lei e poi Vittoria Guazzini si sono prese la squadra sulle spalle e l’hanno fatta girare su quel circuito con la forza di treni a vapore.
Tre ottimi motivi
Quando Elena ci raggiunge dopo la corsa, è quasi grata per il fatto che il suo lavoro sia stato notato. Non perché non sia abituata a farlo, ma perché dopo un po’ ti assale la sensazione che si tratti di lavoro oscuro. Eppure lei ha qualcosa da dire.
«E’ quello che faccio sempre – ha infatti sorriso – e l’ho fatto per tre motivi. Il primo è che volevo ripagare la fiducia di Paolo (Sangalli, ndr) e della Federazione, perché se avessero guardato i risultati magari potevano portare altre ragazze. Però si fidano di quello che posso fare in queste gare. Questo volevo dirlo ed era la mia motivazione principale.
«Il secondo, perché volevo togliermi un sassolino dalla scarpa dal giorno del Team Relay. So da casa che sono stata un po’ crocifissa, non da voi, ma dal pubblico dei social, per il fatto che mi sia staccata presto. Quella alla fine era semplicemente una tattica, che avevamo discusso con Marco Velo il giorno prima, per provare a vincere. E secondo me è stata anche la tattica giusta. Sapete poi, un po’ il trambusto dei giorni scorsi, ma… Non siamo animali, siamo persone, non ce lo meritiamo. Ma va bene cosi!
«E il terzo motivo era che stamattina Elia (Viviani, ndr) m’ha mandato un messaggio. Mi ha scritto: “Goditi l’ultima gara da fidanzata”, per cui era una motivazione personale importante (il matrimonio è fissato per il 22 ottobre, ndr)».
L’onore azzurro
La corsa non è andata come le ragazze si aspettavano (erano partite per vincere, ndr), ma è comunque venuta una bella medaglia e stasera ci sarà anche tempo per il buon umore. Anche se Elisa Longo Borghini, passando, si è detta dispiaciuta e temeva di aver deluso la fiducia delle compagne.
«Abbiamo dato il massimo – ha detto Cecchini – era un percorso duro e purtroppo Elisa Balsamo non stava tanto bene oggi. Ho provato a fare lo strappo più regolare possibile per lei, perché alla fine una ragazza così veloce nel finale ci vuole sempre. Io delusa dalla Longo? No, no, lei è una grande campionessa. E’ bello lavorare per questo gruppo. Sono stanca morta e alla fine ha vinto di nuovo questo fenomeno anticipando in quel modo…. E vabbè, ha vinto la migliore».
Il cambio della “Vitto”
Vittoria Guazzini non ha concluso la corsa perché il cambio della sua bici si è bloccato e andava in giro nella pianura con il rapporto più agile: per fortuna ha trovato un paio di anime buone che l’hanno spinta. La toscana, iridata della crono U23, si è messa a disposizione, rinunciando alle sue chance di raddoppiare con il titolo su strada.
«Non ho mai messo in dubbio – dice – che il mio ruolo qui fosse di supporto. Mi dispiace veramente non averlo finito perché è sempre un onore correre con la maglia della nazionale. Doversi fermare per un problema meccanico non è il massimo. Però sono contenta del mondiale che ho fatto. Tutte sapevamo qual era il piano e nessuna si è tirata indietro quando c’è stato da lavorare per le altre».