Non è ancora un allarme, ma certo il cammino di Letizia Paternoster a sei mesi dalle Olimpiadi ha subito un altro stop, che ha impedito ai suoi allenatori di vederla all’opera. La trentina non è andata al raduno della Trek-Segafredo in Spagna e non ha raggiunto poi, come da programma, la nazionale della pista in Sicilia. La causa è stata una febbriciattola fastidiosa (Letizia stessa ha parlato di una lieve forma di Covid) che l’ha tormentata per qualche settimana e che di fatto ha interrotto nuovamente la sua preparazione.
«Non sono preoccupato – ha spiegato il cittì azzurro Salvoldi, che l’ha preparata e guidata alle vittorie più importanti – ma sto già pensando al momento in cui riprenderà, perché tutta questa energia che ha nell’allenarsi va incanalata nel modo giusto. Lei ha voglia di ripartire, di essere competitiva ad aprile in Belgio e poi alle Olimpiadi, mentre secondo me ci sarebbe da pensare a una sola data: quella di Tokyo».
Un anno nero
L’ultimo anno di Paternoster è stato flagellato da una tendinite al ginocchio, che di fatto le ha impedito di riprendere dopo il lockdown e l’ha vista rientrare in gara a fine ottobre ai campionati italiani, che non ha concluso, poi alla Ceratizit Challenge by La Vuelta di tre tappe, in cui ha disputato soltanto le prime due.
«Però ha continuato a lavorare – dice ancora Salvoldi – è venuta in pista a Montichiari anche quando la nazionale dopo gli europei ha mollato un po’. Condivido il suo stato d’animo, ha pagato tanto questa situazione e capisce anche lei di essere molto lontana dalle altre. Da quello che sappiamo, avrà i risultati degli ultimi esami alla fine di gennaio, che non è esattamente un tempo breve».
Tigre in gabbia
Fra le insidie, al di là della scelta o meno di trattare l’infiammazione prima di averne individuata la causa (scelta che compete ai medici), quel che andrà gestito alla ripresa sarà proprio lo straordinario temperamento di Letizia Paternoster.
«E’ agonista più di tutte le altre – prosegue Salvoldi – non credo che tutto questo possa scoraggiarla, semmai mi preoccupo del contrario. E’ così agonista che ha sempre somatizzato le tensioni della gara. La sera prima delle finali che poi ha vinto, le è capitato spesso di avere un po’ di febbre. E di sicuro adesso è lì a caricarsi nell’attesa di ripartire. Lei si infuria se perde la volata in allenamento e diventa di ottimo umore se la vince. Vive ancora della legge del “tutto o niente”. Negli ultimi tempi è molto migliorata, ma deve ancora raggiungere la maturità necessaria per dare la giusta proporzione ai problemi. Pazienza, dal mio punto di vista, se ad aprile non sarà in Belgio a giocarsi la Gand. Con Guercilena e lo staff della Trek siamo sempre andati d’accordo e ora la priorità è che lei riprenda bene».
Elisa e Letizia
Uno dei fattori di cui tenere conto nel gestire il suo rientro, che speriamo sia pronto, c’è anche il fatto che nel frattempo le quotazioni di Elisa Balsamo e del resto del gruppo delle inseguitrici sono salite a dismisura.
«Ma non credo – dice Salvoldi – che questo creerà problemi, pur ammettendo che al defilarsi di Letizia è coincisa la vera esplosione di Elisa. In tutti questi anni, all’interno del gruppo sanno quanto vale la Balsamo e quanto vale la Paternoster. Nessuna pensa che la sua assenza significhi avere un posto libero. Sanno che per guadagnarsi il posto dovranno andare forte e che una Letizia al top è un valore aggiunto per il quartetto. In questo credo di essere la loro figura di riferimento per la credibilità e l’obiettività con cui sono sempre state fatte le scelte. Sanno che si viene scelte e sanno che si resta fuori. Hanno tutte la voglia di fare il bene del quartetto. Per cui sarà importante riavere Letizia in squadra, il resto sapremo gestirlo nel modo giusto».