Vuelta, si riparte con tanta salita e tre punti di domanda

06.09.2022
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Jerez de la Frontera e il suo profumo d’arance sono alle spalle, da qui alla fine non ci sarà più tempo per recuperare. La Vuelta mette in tavola per oggi una tappa piatta con il finale per uomini da classiche, poi quattro giorni di montagna: tre con arrivo in salita. La classifica è corta. Alle spalle di Evenepoel, Roglic ha 1’34” di ritardo e subito dietro c’è Mas a 2’01”. Distacchi che sarebbero rassicuranti, a dire il vero, ma il fatto che per Evenepoel si tratti della prima volta nella terza settimana rende tutto meno scontato.

Roglic non ha approfittato di Sierra Nevada, ma resta il fatto che nelle ultime due tappe di montagna ha recuperato più di un minuto.

All’arrivo di Sierra de la Pandera di sabato, Roglic ha attaccato bene, guadagnando 52″ su Evenepoel
All’arrivo di Sierra de la Pandera di sabato, Roglic ha attaccato bene, guadagnando 52″ su Evenepoel

Evenepoel si salva 

Dopo il tappone di Sierra Nevada, i suoi avversari potrebbero essersi preoccupati nel sentire Evenepoel quasi soddisfatto per il bilancio di un fine settimana che poteva essere ben più pesante. Aver perso il giorno prima 52 secondi su Roglic a Sierra de la Pandera lo aveva preoccupato, mentre i 15 secondi di Sierra Nevada hanno detto due cose: che lo sloveno è stanco, oppure che il leader ha recuperato.

Del resto la caduta di giovedì nella tappa di Peñas Blancas ha lasciato inevitabilmente qualche strascico, come è emerso dalle parole del giovane belga, 22 anni.

«Ogni tappa ha la sua storia – ha detto domenica dopo il 10° posto di Sierra Nevada – ho ancora dolore alla coscia, ma sta migliorando. Il giorno di riposo arriva al momento giusto. Sabato è stata una giornata di merda. Oggi ho risposto bene all’attacco di Roglic. Sono sopravvissuto alle due grandi tappe della Vuelta ed è quello che conta. Il minuto che ho perso in due giorni su Roglic non mi preoccupa più di tanto. Avevo fatto il necessario per prendere un buon vantaggio. E’ stata la prima volta che correvo una tappa con l’arrivo così in alto. La terza settimana è meno dura e ho buone speranze di mantenere la maglia rossa fino alla fine».

La caduta di giovedì ha sicuramente avuto conseguenze sulla pedalata di Evenepoel
La caduta di giovedì ha sicuramente avuto conseguenze sulla pedalata di Evenepoel

Il bollettino di ieri dice che l’anca destra è a posto, i muscoli irrigiditi dalla caduta sono stati sciolti, le calorie sono state integrate e nel clan della Quick Step si respira una discreta fiducia.

«Non è ancora finita – ha detto ieri Remco – spero che stiano tutti calmi. Domenica avevo paura di scoppiare. Non è successo. Questa è una buona notizia».

Roglic rilancia

Roglic non è ancora il Roglic vincitore di tre Vuelta, oppure c’è da pensare che nelle occasioni precedenti non avesse mai incontrato un corridore del livello di Remco: impossibile saperlo e tantomeno dimostrarlo. Di sicuro lo sloveno è in crescita rispetto alle prime tappe e l’attacco di sabato ha fatto pensare che potesse riaprire la Vuelta. La sua ammissione di domenica sul fatto di aver finito le gambe è parsa invece una nota fuori dal coro.

Quando i suoi compagni di squadra sono entrati in azione, sia pure in modo goffo, tutti hanno pensato che fosse arrivato il momento della verità, anche se l’esito finale non è stato probabilmente quello che Roglic si aspettava. Quei 15 secondi hanno portato morale o sono stati una magra consolazione?

L’attacco di Roglic nel finale di Sierra Nevada non ha scalfito troppo le sicurezze del leader
L’attacco di Roglic nel finale di Sierra Nevada non ha scalfito troppo le sicurezze del leader

«Il piano c’era – ha raccontato Roglic dopo l’arrivo – volevamo fare la gara dura molto rapidamente e nella parte più difficile della salita. L’importante era guadagnare ancora tempo. Purtroppo non avevo le gambe migliori e non potevo attaccare prima. Alla fine ce l’ho fatta, ma ormai il traguardo era vicino. Il giorno di riposo è arrivato al momento giusto. La squadra è pronta per l’ultima settimana. Ho fatto un altro passo verso il mio obiettivo più grande, che è sempre quello di essere a Madrid con la maglia rossa sulle spalle».

Mas vuole di più

E poi c’è Mas, corridore da scoprire. Forse neppure lui sa cosa aspettarsi. I giorni si susseguono e non sono mai uguali. A Sierra de la Pandera ha perso terreno, mentre a Sierra Nevada è andato via con Lopez e alla fine l’ha pure staccato, senza però dargli un grande contributo. Di certo in quella scalata sghemba si sono pagati vecchi conti, come quelli che portarono all’inspiegato ritiro di Lopez dalla Vuelta 2021, quando ancora vestiva la maglia della Movistar e gli fu ordinato di fermarsi proprio in favore di Mas. In proporzione però la sua operazione è stata più redditizia dello scatto di Roglic, avendo guadagnato Mas 36 secondi su Evenepoel e 21 su Roglic. 

«Sono contento delle mie sensazioni – ha detto – sabato ho gestito male i miei sforzi e ho perso tempo. A Sierra Nevada sapevo che ci sarebbero state delle differenze. Io sono qui per il podio o anche meglio, Lopez per vincere una tappa. Ho riguadagnato tempo nella classifica generale e questo mi permette di restare in gioco. Ho sempre detto che avrei visto di giorno in giorno. C’è ancora una settimana e ci sono tappe dove è possibile fare le differenze. Ho fiducia in me stesso e questa tappa lo conferma. Ecco perché posso sempre sognare di essere in rosso a Madrid».