Andrea Montoli viaggia spedito verso il suo sogno. Il ragazzo lombardo sta per affrontare il periodo da stagista con la Eolo-Kometa. Andrea in pratica già veste quei colori, ma sono quelli della Fundacion Contador, la U23 della squadra maggiore.
Dallo scorso primo agosto è entrato nello status di stagista e può essere chiamato in prima squadra. Lui intanto continua a lavorare a testa bassa, facendo la spola con la Spagna.
Pronto, sono Ivan
Questo stage vuole anche essere un premio per chi si sta allenando bene, mostra costanza nelle corse ed è serio negli allenamenti. Un giorno ha squillato il telefono di Andrea ed era Ivan Basso.
«Questa news dello stage – racconta Montoli – è stata inaspettata. Mi ha chiamato direttamente Ivan Basso e poco dopo il nostro addetto stampa Juanfran De La Cruz che stava per preparare un articolo per il comunicato stampa. Quando intraprendi un percorso in una squadra under 23 che ha il team dei pro’ è il tuo sogno poter correre con i campioni.
«Ivan mi ha detto che era contento di quanto stessi facendo e del mio percorso di crescita. Anche se non ho ottenuto grandi risultati e molte top 10, sono stato costante, ho lavorato per la squadra, sono entrato in molte fughe.
«E il fatto che mi abbiano voluto tra gli stagisti pur senza grandi risultati mi rende doppiamente contento: hanno visto i miei miglioramenti. Miglioramenti che ci sono stati rispetto alla passata stagione tra Covid e scuola.
«Quest’anno ho gareggiato molto, l’anno scorso invece ho svolto una calendario più limitato».
Primi contatti
Montoli e i suoi compagni della Fundacion Contador hanno già avuto qualche contato con i pro’. Soprattutto nel primo ritiro dello scorso dicembre, quando erano tutti nello stesso grande hotel.
«Ci ritrovavamo a cena – dice Montoli – e si partiva anche insieme per gli allenamenti, poi ogni gruppo faceva il suo. Qualcuno già lo conoscevo, penso ad Alessandro Fancellu e a Lorenzo Fortunato. Loro sono di queste zone e ogni tanto li ho incontrati per strada. Soprattutto Fancellu. Lui ha due anni più di me e anche Alessandro ha fatto lo juniores al Canturino 1902. Così capitava che magari in qualche cena di società lo invitassero. Quindi si scambiava qualche parola anche in ritiro.
«Fortunato invece ogni tanto lo incontravo in allenamento. La prima volta è da ridere. Avvenne per caso. Ero sul San Fermo della Battaglia, dove tra l’altro passa anche il Lombardia. Era novembre, avevamo ancora le vecchie divise. Avevo un problema alla bici. Passa Lorenzo, si ferma e quando mi vede deve aver pensato: “E tu chi sei?”. Probabilmente mi aveva scambiato per Fancellu. Poi strada facendo ci siamo conosciuti. Abbiamo scoperto di avere lo stesso preparatore, Giuseppe De Maria, qualche chiacchiera…».
Montoli comunque è pronto per questo assaggio di professionismo. Ed è equilibrato per quel che riguarda stimoli e paure.
«Io – dice – cercherò di sfruttare l’occasione al massimo. Non ho nulla da perdere. Già fu un bel salto il passaggio dagli juniores agli U23, immagino che questo lo sarà ancora di più. Io però sono consapevole dei mie mezzi, delle mie capacità. Sinceramente non sono spaventato, ma sono gasato. Me la voglio godere».
Sognando la Bernocchi
Andrea Montoli non sa ancora quando esordirà. La data non è certa. Stefano Zanatta, il diesse della Eolo-Kometa, tra l’altro bravissimo proprio con i giovani, ci ha detto che farà certamente almeno un paio di gare del calendario italiano.
«Quelle dopo il mondiale – spiega Zanatta – tipo Agostoni, Piemonte o Bernocchi, sicuro. Ma forse anche ad agosto, potrebbe venire ad una Coppa Sabatini, ma non sono sicuro. Si alternerà con Munoz e Pietrobon, gli altri due stagisti.
«Questo stage è anche un premio per chi si è impegnato tanto. E poi se portiamo avanti il progetto dei giovani è anche giusto che facciano certe esperienze».
Zanatta ha nominato la Bernocchi, e proprio Montoli prima di chiudere l’intervista ci aveva detto: «Posso aggiungere una cosa? Spero tanto che tra queste corse ci sia la Coppa Bernocchi, perché è un po’ la gara di casa, quella che sento di più, che vedevo da bambino. Conosco benissimo le sue strade. Si corre a Legnano, a cinque chilometri da casa mia».
Magari lo accontenteranno!