«Tom, noi andiamo». Il ristretto staff che segue Tom Pidcock sta per lasciare l’albergo di Albstadt, dove il giorno prima il giovane britannico è tornato al successo in Coppa del Mondo di Mtb. Da un momento all’altro dovrebbe scendere e salire sul pullman che lo porterà a Nove Mesto. Quando compare nella hall, tutti però rimangono di stucco, perché Tom è preparato di tutto punto per andare in bici. «Partite pure, ci vediamo lì». Lì significa che Pidcock si sorbirà 190 chilometri e più di 2.000 metri di dislivello, a un’andatura tranquilla ma neanche troppo, per una media di 32 chilometri all’ora. Si è fermato a circa 200 chilometri dalla meta, raggiunto dal suo entourage.
Un bis quasi annunciato
Non è la prima volta che Pidders, il suo nomignolo, fa una cosa del genere, anzi la sua scelta è stata anche un po’ scaramantica, perché aveva fatto lo stesso lo scorso anno e la tappa ceka si concluse con il suo clamoroso successo ai danni di Mathieu Van Der Poel. A conti fatti, la sua scelta è stata indovinata, perché la domenica successiva a Nove Mesto ha fatto il bis. Ha battuto in una bellissima volata un altro giovane rampante della mtb come il rumeno Vlad Dascalu. Ha anche contenuto il furioso ritorno dell’iridato svizzero Nino Schurter, capace di rimontare nell’ultimo giro dalla 17esima alla terza posizione dopo una caduta.
L’esempio della Ferrand Prevot
Due vittorie di seguito. Non male la campagna primaverile di Pidcock sulle ruote grasse e molti si chiedono ancora perché non sia al Giro, come spalla ma magari anche alternativa a Carapaz ricordando quanto fu capace di fare al Giro U23 del 2020. Non è stato un ripiego, ma una precisa scelta quella del britannico. Che d’altronde quest’anno ha un’idea in testa, maturata nelle ore immediatamente successive alla conquista della maglia iridata di ciclocross nella lontana Fayetteville.
«Nessuno ha mai vinto tre maglie iridate in tre specialità nello stesso anno, ma Pauline Ferrand Prevot lo ha fatto fra le donne, nel senso che si è trovata a essere campionessa del mondo nello stesso momento. Io no, voglio proprio vincere il titolo nello stesso anno solare nel ciclocross, nella mtb e su strada, essere il primo a ottenere questa triplice corona nel ciclismo».
Un assaggio di pavé
Il suo calendario è stato quindi costruito di conseguenza e per questo Pidcock sarà al Tour de France. Con quali finalità e prospettive è tutto da verificare, ma che ci tenga è chiaro. Il giorno dopo la Liegi-Bastogne-Liegi, ha effettuato una lunga escursione con Kwiatkowski sul percorso della quinta frazione, quella del pavè. Per sua stessa ammissione, il britannico non si sente ancora a suo agio nelle gare a tappe. Meglio quelle d’un giorno dove ha già fatto vedere il suo valore: «Il discorso però è un po’ più complesso – ha avuto modo di affermare all’indomani dei problemi gastrici che di fatto hanno invalidato la sua campagna del Nord – la bici da corsa secondo me è più competitiva, ma per fisico e corporatura io sono più portato per la mtb».
Il campione della Ineos sa anche e molto bene che il suo futuro deve essere su strada. Tenere il piede in varie staffe non può durare a lungo. Gli stessi Van Aert e Van Der Poel se ne sono accorti sulla loro pelle e stanno progressivamente diminuendo le loro apparizioni extra-strada. Pidcock è più giovane e si è preso ancora del tempo anche perché vuole cogliere i suoi obiettivi: «Non aumenterò le mie presenze sulla mtb – ha sottolineato dopo il trionfo di Nove Mesto – quindi non seguirò il cammino di Coppa del Mondo. Sarò sicuramente ai mondiali e il Tour de France mi servirà per prepararli, acquisendo la base di fondo necessaria. Poi tornerò alla strada e andrò al Giro di Gran Bretagna per essere a punto per i mondiali su strada di Wollongong».
Dopo il 2024 si cambia
Il tracciato australiano è sì adatto ai velocisti, ma a ben guardare un corridore con le sue caratteristiche dovrebbe essere perfettamente a suo agio su quel percorso, pensando magari a una fuga decisiva con pochi corridori nella quale far valere il suo spunto. Per questo il ferro va battuto adesso, questo treno passa ora, poi prenderà le sue decisioni, tenendo però sempre presente che a Parigi 2024 vuole assolutamente difendere il suo titolo olimpico nella mtb. Probabilmente poi si dedicherà a tempo pieno alla strada e zi vedranno finalmente quali possono essere i suoi limiti. Alla Ineos sono comunque disposti a dargli tempo, intanto il suo contratto è stato allungato fino al 2027…