Extragiro juniores

Allarme De Candido: «Troppi ragazzi senza squadra»

18.12.2020
4 min
Salva

Si tiene in forma correndo Rino De Candido. Il cittì della nazionale juniores a quanto pare ha iniziato la preparazione per il 2021! Tra una corsa a piedi e lavoro al computer è già al lavoro. Tanto più che secondo il tecnico azzurro questa ripartirà normalmente.

Verso i primi test

«Immagino – dice De Candido – che ci sarà un calendario nomale. Le società che hanno organizzato gare quest’anno ormai sanno come fare, hanno il protocollo e mi auguro si possa correre con sempre meno limitazioni. Io il mio programma di gare, di coppe e di corse d’interesse nazionale l’ho tirato giù.

«Nella seconda metà di gennaio faremo dei test a Montichiari. Qualche ragazzino buono ce lo abbiamo, ma conosceremo anche quelli che arrivano dagli allievi. Ci sarà anche Marco Villa».

Ritorna così l’attività della nazionale junior, lo scorso anno di fatto quasi mai esistita anche in virtù del fatto che non si sono tenuti i mondiali. E non sarà facile per il tecnico valutare una categoria che vedrà molti “terzo anno” in pista. Coloro cioè che potranno gareggiare ancora tra gli junior perché hanno meno di 10 punti Fci. 

Rino De Candido
Rino De Candido, cittì degli juniores
Rino De Candido
Rino De Candido, cittì degli juniores

Allarme rosso

A questa notazione De Candido lancia l’allarme: «Ci sono troppi ragazzi che non riescono a trovare squadra tra gli U23. I team prendono solo chi ha vinto. Non so se sono 250 come come si dice, ma so che molti smetteranno. Si parla sempre dei professionisti, ma se non c’è più il settore giovanile i pro’ chi saranno un domani? Il nostro movimento ne sta soffrendo, anche più di quello che potessi immaginare.

«I “terzo anno” è il “metterci una toppa”, non la soluzione. Quante squadre juniores potranno avere 15 ragazzi? Anche queste si tengono i più forti e i più giovani e gli altri che magari maturano più lentamente devono arrangiarsi, andare a correre da soli. O smettere.

«Tutto si sta specializzando, tutto sta cambiando troppo velocemente. Preparazione, alimentazione… sì, oggi sono più maturi, ma nessuno tiene conto della mentalità del ragazzo. E’ pronto a tutto ciò?».

Tutto e subito

Rino insiste molto sulle tempistiche della crescita. Della maturazione mentale che deve (o dovrebbe) andare di pari passo con quella fisica.

«Creiamo delle macchine, ma siamo sicuri che la “centralina” sia pronta a manager, preparatori, nutrizionisti, mental coach…? Quanti giovani passano e poi si perdono? Mi colpì una cosa che mi disse Ganna quando era arrivato nell’allora Sky: “Ci sono dei personaggio dello staff che non conosco”.

«Oggi i procuratori vengono, vedono uno junior bravo, gli dicono: ti appoggio in questa squadra Continental o U23 e l’anno prossimo ti faccio passare. Ditemi voi che interesse ha quel team di transito a far andare “piano” il ragazzo? A non spremerlo? A non farlo vincere prima di crescere? Purtroppo siamo nell’era del tutto e subito. Non c’è pazienza e il ragazzo si deve adeguare. L’anno scorso due ragazzi che fino a pochi mesi prima erano juniores li hanno portati al Laigueglia. Ma come, dico io: subito 200 chilometri?».

juniores
La Franco Ballerini in testa al gruppo
juniores
La Franco Ballerini in testa al gruppo

Tre passaggi

E allora come si potrebbe fare? Secondo De Candido il modello da seguire è quello straniero. E cioè che le squadre WorldTour dovrebbero avere anche la Continental e la squadra juniores.

«Due vivai, Continental e juniores, così da avere tre passaggi. E tutto deve essere gestito o comunque fare capo alla squadra madre. Il salto di categoria deve essere graduale, il ragazzo anche se non è forte deve poter correre senza l’assillo di dove vincere per poter continuare. Deve sapere che poi può crescere e imparare stando in quel settore. A sua volta la squadra madre avrebbe il vantaggio di coltivare in casa dei possibili campioni, dei buoni corridori, che quando approdano nel WT sanno che lì devono e possono iniziare. Perché è da lì che s’inizia. In questo modo i ragazzi sono abituati all’ambiente, hanno avuto rapporti costanti con il team maggiore. Quante ce ne sono di realtà così in Italia? Zero. All’estero c’è la Sunweb (ora Team DSM), la Groupama-Fdj, la Bora Hansgrohe… Se poi non si riesce a fare il team diretto, si dovrebbero fare dei team satellite con le varie squadre».

Trainini un modello?

Bruno Reverberi ha dichiarato che poiché li vanno a cercare sempre più giovani lui ha voluto anticipare i tempi e ha preso questo ragazzo dalla Colpack. La Bardiani CSF è una Professional e può garantire a Tomas Trainini sia il calendario italiano (che è molto simile a quello della Colpack) sia le trasferte all’estero nelle corse meno grandi, ma che comunque sarebbero esperienze importanti.

«Se così fosse non sarebbe sbagliato – commenta De Candido – è più sbagliato che le squadre Continental non prendano gli juniores, se non quelli forti, forti…».