Una battuta di Pozzovivo tra le cose da fare prima di sentirsi completamente a posto alla Intermarché-Wanty-Gobert. «L’aspetto dei materiali. Il fitting dell’abbigliamento con Nalini, che per me non è banale, incluso il body da crono». Non basta una maglia con cui correre e Dio solo sa questa volta che fatica ci sia voluta per trovarla. Bisogna anche che sia perfettamente calzante. E Nalini cosa dice? In che modo lavorano con le squadre che seguono?
L’occasione per parlarne è una videoconferenza con Alessandra Agostini, responsabile marketing dell’azienda mantovana – lo sguardo severo ma la grande propensione al sorriso – e Martina Manzalini che segue direttamente i gruppi sportivi. Che cosa si fa quando la dotazione ai singoli corridori è completa e le linee di produzione si sono rivolte ad altro e di colpo arriva un atleta dell’ultimissima ora?
«Il lavoro con le squadre – spiega Agostini – inizia da lontano. Si comincia a parlare. Si valutano gli impegni economici e se si trovano l’accordo e la volontà di collaborare, è immediato e necessario un incontro in cui si parla di materiali. Abbiamo una gamma di modelli che viene rinnovata ed è dedicata all’uso dei pro‘, cui si aggiungono capi creati quasi da zero per le squadre. Vanno conciliate le esigenze tecniche e gli spazi commerciali. Posizionare tutti i marchi non è semplice. Non è semplice alla Intermarché perché sono tanti. E neppure al Team Dsm, dove si stavano provando tessuti nuovi e non facili da lavorare. Se la squadra vende gli spazi agli sponsor garantendo una determinata superficie, non è detto che starci dentro sia così semplice. Se gli interlocutori sono flessibili e capiscono che la qualità del prodotto viene prima delle esigenze commerciali è un conto. Altrimenti c’è da sudare…».
Si individua una collezione e si parte con la personalizzazione?
Si prepara prima un set di taglie, poi si raggiunge la squadra per prendere le misure. Martina con il Team DSM, Stella con la Intermarché. Un paio di giorni di lavoro per raggiungere la customizzazione corridore per corridore. Ogni squadra fa le sue scelte. Ci sono quelle che danno un prodotto ai professionisti e uno alle altre categorie. E altre, come la DSM che per far sentire tutti sullo stesso piano, ha previsto la stessa collezione per WorldTour, donne e continental.
Per Pozzovivo la maglia della Intermarché-Wanty-Gobert (foto Facebook/Nalini) Nella Intermarché corrono altri tre italiani: Petilli, Rota e Pasqualon (foto Facebook/Nalini)
I corridori non sono tutti uguali…
E’ complicato, ma abbiamo l’esperienza necessaria. C’è quello che ha bisogno della maglia S e del pantaloncino M. Ogni corridore ha i suoi capi su misura. Abbiamo sviluppato un software che elabora le misure ed è un bel vantaggio. Il problema semmai è che nella fase dell’anno in cui si fa il fitting, non sono tirati come quando iniziano le corse. Non tutti sanno valutare e accettano una maglia più stretta a dicembre. Alcuni sono bravi, altri li definiamo “capricciosi”.
Chi sono i corridori capricciosi?
Quelli che se un capo va bene per gli altri 25, loro chiedono comunque l’eccezione. Alla Intermarché c’è un italiano che chiedeva una modifica sul gambale. Voleva meno tessuto dietro al ginocchio e più spessore davanti. La modellista ha tentato in tutti i modi di fargli capire che per ottenerlo, avrebbe dovuto prevedere una cucitura dietro al ginocchio che gli avrebbe dato fastidio. Ma lui insisteva e alla fine glielo abbiamo fatto lo stesso.
Il Team DSM ha fornito lo stesso materiale a tutti i suoi atleti, in ogni categoria (foto Facebook/Nalini) Eccola maglia del tem femminile: la differenza è nel logo UCI (foto Facebook/Nalini) Il Team DSM è entrato nella scuderia Nalini alla fine del 2021 (foto Facebook/Nalini) La disposizione dei marchi è una delle fasi di maggior studio (foto Facebook/Nalini)
(foto Facebook/Nalini) Eccola maglia del tem femminile: la differenza è nel logo UCI (foto Facebook/Nalini) Il Team DSM è entrato nella scuderia Nalini alla fine del 2021 (foto Facebook/Nalini) La disposizione dei marchi è una delle fasi di maggior studio (foto Facebook/Nalini)
Pozzovivo parla di body da crono: il vostro impegno passa anche per la galleria del vento?
Ad ora, viste le limitazioni Covid, abbiamo prodotto il body e lo abbiamo affidato alle squadre che hanno fatto i test in galleria del vento.
La necessità di accontentare un corridore come Pozzovivo in qualche modo crea difficoltà all’azienda?
Possiamo essere anche molto veloci. Lo dimostriamo, ad esempio, se uno dei nostri atleti vince una maglia importante e c’è da prepararla alla svelta. Per cui possiamo produrre due o tre kit completi anche in una sola settimana, ma sono operazioni che inchiodano l’azienda. Hai macchine da taglio che devono fermarsi da un lotto di 3.000 maglie per farne solo 6. Magari qualche consegna programmata potrebbe saltare. Il corridore che viene preso all’ultimo richiede una serie di considerazioni e una gestione moto attenta.
La cucitura dei fondelli, per i professionisti e per gli amatori Il lavoro di cucitura è ancora manuale: l’esperienza Nalini ha radici profonde L’azienda si trova a Castel d’Ario, in provincia di Mantova Le linee sviluppate per i pro’ hanno una ricaduta sul mercato amatoriale
La cucitura dei fondelli, per i professionisti e per gli amatori Il lavoro di cucitura è ancora manuale: l’esperienza Nalini ha radici profonde L’azienda si trova a Castel d’Ario, in provincia di Mantova Le linee sviluppate per i pro’ hanno una ricaduta sul mercato amatoriale
Quindi l’ideale è aver finito con le squadre prima della stagione agonistica e poi tornare alla produzione di tutti i giorni?
Esatto. Il fitting si fa normalmente a ottobre, anche se ad esempio la DSM è stata presa all’ultimo e lo abbiamo fatto a dicembre. Il primo kit deve essere pronto proprio per dicembre, quando c’è la presentazione della squadra. Poi ci sono le prime consegne per quando, ad esempio, si comincia a correre a gennaio.
Qual è l’utilità di avere delle squadre pro’ in termini di sviluppo?
I professionisti sono degli ottimi tester. Se un fondello va bene a loro, andrà bene anche agli amatori. Un capo che resiste ai tanti lavaggi di una maglia da pro’, non avrà problemi nella lavatrice di casa. Sono attenti al colletto e a dettagli che magari a un cicloturista non servono, ma accrescono il nostro know how.
Gli utenti cercano ancora le maglie replica dei team?
Sempre meno, purtroppo, anche perché forse manca il campione carismatico che renda la sua maglia un oggetto di culto. L’amatore si sta scollando dall’ambiente delle gare e non è un caso che ci siano grandi marchi di tendenza che non hanno squadre, ma fanno numeri molto alti.
Allora qual è la convenienza di avere queste squadre?
Il nostro titolare, Claudio Mantovani, ha un’affezione particolare per il mondo delle corse, perché anche suo fratello è stato corridore. Per questo investiamo sulle squadre, forse più per un aspetto sentimentale che per un effettivo ritorno.
Quanto materiale riceve un corridore?
Tutti i tipi di maglie, tre giacche, accessori, tutto quello che serve per le diverse tipologie di situazioni. Usano poco la calzamaglia. E non è detto che quel che ricevono a inizio anno basti per tutto l’anno. Per il consumo, ma anche perché magari prima del Tour si studia un cambio di grafica.
Claudio Mantovani, titolare di Nalini, premia Attilio Viviani al Memorial Mantovani 2019 Marco Pantani e la Carrera, qui nel 1995: un altro orgoglio Nalini Miguel Indurain e la Banesto vestivano Nalini: qui la dedica sulla maglia rosa (foto Facebook/Nalini)
Claudio Mantovani, titolare di Nalini, premia Attilio Viviani al Memorial Mantovani 2019 Marco Pantani e la Carrera, qui nel 1995: un altro orgoglio Nalini Indurain e la Banesto vestivano Nalini: qui la dedica sulla rosa (foto Facebook/Nalini)
Avete le schede dei corridori con cui avete lavorato, come i telaisti hanno le loro misure?
Teniamo tutte le schede, ma il cambio dei modelli spesso rende necessario riprendere tutte le misure.
Quindi cosa si fa con Pozzovivo?
Per ora ha ricevuto la prima fornitura di materiale. Per il seguito, aspettiamo le indicazioni del team.
Sorride. Nonostante la grande concretezza della professionista, si capisce che far parte di questo mondo richieda elasticità e capacità di far fronte con immediatezza a situazioni imprevedibili. E tutto sommato uno scricciolo come Domenico non sarà una salita così dura da scalare.