Lo scorso anno ci eravamo lasciati con due italiani sul podio, Gianmarco Garofoli e Mattia Petrucci, ai fianchi del vincitore che veniva dall’altro emisfero: Reuben Thompson, Nuova Zelanda. Anche se breve, fu davvero un gran bel Giro della Valle d’Aosta. Quello della rinascita, tre tappe corse con un’intensità pazzesca, in scenari superbi e un livello molto alto.
Benedetto 2021
Adesso la Società Ciclistica Valdostana lancia l’edizione numero 58, in programma dal 13 al 17 luglio, che sarà forte di due frazioni in più. Nell’era post Covid, non è poco. Si torna così (quasi) agli albori.
«Il Giro della Valle d’Aosta – dice patron Riccardo Moret – torna a disputarsi su cinque tappe e riprende una connotazione internazionale del percorso grazie alla tappa di Saint Gervais».
«Fare la gara lo scorso anno, anche se solo con tre tappe – ci confida Moret – è stato vitale. Con due anni di stop si sarebbe rischiato di metterci una pietra sopra in modo definitivo. Ripartire, credetemi, è stato davvero bello».
«Siamo orgogliosi di questa scelta e con ottimismo siamo pronti ad affrontare l’edizione che verrà, sperando di lasciarci alle spalle le vicissitudini legate alla pandemia che hanno condizionato tutto il mondo, sportivo e non solo. Ci auguriamo di tornare quanto prima alle tradizionali sei tappe».
Si resta U23
Il Giro Ciclistico Internazionale della Valle d’Aosta si conferma corsa riservata agli under 23. Le voci che la volevano aprire anche ai più grandi, vista la mole di continental che ci sono, è quindi stata allontanata. Lanciare i giovani fa parte della sua tradizione e nel segno della tradizione sono state individuate le sedi di tappa.
«Questa cosa – riprende Moret – l’abbiamo vagliata. Intanto pensiamo agli oltre 60 team che hanno fatto richiesta di partecipazione. Noi dobbiamo fare una scelta di qualità. Una scelta legata anche al nostro territorio. In Valle d’Aosta puoi fare migliaia di metri di dislivello in pochi giorni e il rischio è di lasciare per strada ben presto una grossa fetta del gruppo, per questo preferiamo squadre che siano ben attrezzate».
«Sul fatto di estendere il limite di età oltre i 23 anni, posso dire che per noi i giovani sono importanti, fanno parte della tradizione del Valle d’Aosta. E poi il gap tra un ragazzo di 19 anni e uno di 24-25 sarebbe eccessivo. E’ vero che anche i più giovani oggi vanno forte, ma torniamo al discorso di prima: il rischio è che dopo un paio di tappe ci siano 60-70 atleti fuori corsa. La forbice sarebbe troppo larga».
Sulle strade del Tour
“Grand depart” dalla Francia: anche questa dello sconfinamento è una tradizione. Si parte e si arriva a Saint Gervais Mont Blanc. Siamo quindi in zona Mer de Glace (lo splendido ghiacciaio) del Monte Bianco, ad una quarantina di chilometri da Courmayeur, poco dopo il tunnel.
«Sono molto contento – riprende Moret – di aver individuato intanto le località di partenza e di arrivo. Svelare qualcosa in più sul percorso: posso dirvi che proprio in questa tappa francese percorreremo gran parte delle strade che il Tour de France affronterà il giorno prima. E questo credo sia un bel colpo per la nostra immagine! Prima il Tour e poi il Valle d’Aosta, insomma…».
Partenza “soft”
Nei due giorni successivi si torna in Valle e si va proprio nei dintorni di Aosta: prima a Saint Christophe (partenza e arrivo) e poi proprio in città con la Aosta-Aosta. Su carta, potrebbero essere le frazioni meno dure, ma vista la tappa inaugurale di Pollein dell’anno scorsa (vinta da Verre), meglio non sbilanciarsi. E infatti Moret chiarisce subito.
«In Valle d’Aosta come detto possiamo accumulare tantissimi metri di dislivello in pochi chilometri. Proprio per evitare che in tanti restino presto fermi, come accennavo, abbiamo pensato ad un via più soft. Soft tra virgolette chiaramente. L’idea è quella di concentrare il maggior dislivello nelle due frazioni finali. Che sono poi quelle decisive. Abbiamo moltissime soluzioni nella scelta dei vari passi e nelle varie strade da affrontare».
Finale duro
E appunto le ultime due frazioni sono in linea. La quarta va da Pont Saint Martin a Fontainemore (Coumarial). La quinta entra nel regno dei giganti e va da Valtournenche a Cervinia. E’ su queste strade che la scorsa estate assistemmo alla cavalcata pazzesca di Gianmarco Garofoli. Il marchigiano alzò le braccia al cielo all’ombra del Cervino dopo una fuga solitaria superiore ai 60 chilometri.
Questa gara a tappe si apre quindi con un gigante, anzi, “il Gigante”, il Monte Bianco, e si chiude con un gigante, il Cervino.
«Le ultime due saranno le tappe più dure e spettacolari – dice Moret – La salita di Fontainemore è una gran bella scalata. Si entra nella Riserva Naturale del Mont Mars, un’area davvero bella da scoprire sia in bici che a piedi. Noi con il Giro della Valle d’Aosta vogliamo far scoprire anche queste località, meno note e più incontaminate».
Da ricordare, infine, che tutte le tappe saranno interamente trasmesse in diretta streaming e radiofonica. Insomma, in attesa del percorso definitivo, il Valle d’Aosta promette dei grandi show: sportivi e naturalistici.