De Lie è tornato e punta sul Tour. Tutto per colpa di una zecca?

10.05.2024
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Tre vittorie in dodici giorni, quando l’ultima risaliva ai primi dello scorso settembre. Non è stata una primavera semplice quella di Arnaud De Lie, che avrebbe voluto e potuto lasciare il segno in tutte le classiche dalla Sanremo all’Amstel e invece si è ritrovato al palo con una condizione nemmeno sufficiente. Lo hanno fermato alla Gand, conclusa a più di 5 minuti da Pedersen e con la testa bassa, quando è stato chiaro che le cose non andassero, ma non il motivo.

La malattia di Lyme

Sono servite alcune analisi più approfondite per scoprire tracce della malattia di Lyme, che di solito viene provocata dalla puntura di una zecca. Per un ragazzo che vive in una fattoria l’ipotesi non era neppure così remota e forse potrebbe spiegare la primavera al di sotto delle aspettative. In ogni caso, De Lie si è fermato. Per un po’ è stato a casa nel cuore delle Ardenne, poi si è spostato in Francia per ispezionare qualche tappa del Tour e ha ultimato la sua preparazione a Nizza. La squadra non gli ha messo pressione. Ha lasciato che tornasse ai suoi livelli e quando finalmente lo ha riportato in corsa, si è affrettata a dire di non avere aspettative.

Quelle ne aveva già abbastanza lui. E’ rientrato alla Lotto Famenne Ardenne Classic e l’ha vinta. La settimana successiva è arrivato terzo al GP du Morbihan. Il giorno dopo ha vinto il Tro Bro Leon e giusto ieri si è portato a casa il Circuit de Wallonie.

«Non ci aspettavamo risultati da Arnaud – ha detto a Het Nieuwsblad il direttore sportivo Kurt Van de Wouver – non sarebbe stato giusto. Aveva appena terminato una pausa piuttosto lunga. Aveva fatto i necessari chilometri di allenamento, ma ha soprattutto bisogno di chilometri di gara per migliorare. Dopo circa quattro corse ne sappiamo già di più. Ora deve ritrovare il suo tocco magico sulla bici».

Il rientro vittorioso al Lotto Famenne Ardenne Classic ha riacceso la stampa belga
Il rientro vittorioso al Lotto Famenne Ardenne Classic ha riacceso la stampa belga

Il piacere di correre

Il primo passo della svolta c’è stato quando De Lie ha ritrovato il buon umore: non a caso lo stesso discorso fatto ieri da Damiani a proposito di Benjamin Thomas. Tutti si erano accorti di quanto fosse incupito rispetto al ragazzino passato professionista a vent’anni. Ed era stato immediato capire che se un vincente del suo livello non riesce a esprimersi ai livelli che gi appartengono, diventa vittima di ogni genere di frustrazioni. La svolta psicologica è stata salutata positivamente da tutti, lui per primo.

«Se Arnaud si diverte nuovamente sulla bici – ancora Van de Wouver –  i risultati arriveranno. Ma ciò vale anche al contrario. Se ci saranno risultati, il divertimento tornerà sicuramente. In quest’ottica, le recenti vittorie hanno aiutato molto. Tutto è connesso. Per cui una volta che torneranno i risultati, De Lie ritroverà la fiducia in se stesso».

Con De Buyst al Tro Bro Leon: altra vittoria, dopo il secondo posto del 2023 dietro Nizzolo
Con De Buyst al Tro Bro Leon: altra vittoria, dopo il secondo posto del 2023 dietro Nizzolo

Con gli amici a Nizza

De Lie ha cambiato tono di voce. Aver ritrovato la vittoria dopo aver sconfitto la malattia di Lyme gli ha in qualche modo dato la conferma di aver individuato la causa dei suoi problemi e averla debellata.

«Aver vinto – dice – è stato una svolta importante. Il primo passo in questa fase è stato individuare la malattia, sapere cosa stava succedendo. Quando ho ripreso, le mie gambe erano ancora pesanti. Ho assunto antibiotici per dieci giorni e il medico della squadra mi ha confermato che ero nelle fasi iniziali di questa malattia infettiva. Dopo il trattamento antibiotico ho iniziato la ricostruzione. Ecco perché sono andato a Nizza da solo. Sono stato per cinque giorni al sole, ero felice di essere da solo: il mio obiettivo principale era ritrovare la gioia nel ciclismo. E’ stato un periodo divertente, ho incontrato altri corridori come Caleb Ewan. Se fossi rimasto a casa mia, avrei incontrato solo cervi o cinghiali. Non ho solo ritrovato il piacere della bici, ma l’atmosfera nel gruppo. E la conferma che posso ancora vincere ha reso le cose molto migliori. Continuerò a ritrovarmi corsa per corsa».

Per De Lie, il Wallonie è stata la terza vittoria negli ultimi 12 giorni
Per De Lie, il Wallonie è stata la terza vittoria negli ultimi 12 giorni

Un maialino in fattoria

La vittoria nel Tro Bro Leon gli ha portato un maialino in premio. Lo scorso anno l’aveva persa per mano di Giacomo Nizzolo, che proprio quel giorno centrò l’unico successo del 2023. E’ una corsa molto particolare, secondo alcuni l’antagonista francese della Strade Bianche, l’ideale per un uomo da classiche come De Lie.

«Devi avere delle gambe molto buone per vincerla – ha spiegato – e io ricordavo molto bene il finale dello scorso anno. Nella nostra fattoria non abbiamo ancora un maialino come quello che mi hanno dato. Prima che partissi, mio zio per sicurezza mi aveva regalato una scatola per trasportarlo correttamente. Ma non è stato proprio facile. Ho forato per la prima volta quando mancavano 70 chilometri e sono ripartito, ma senza sapere a che punto fossi. Avevo due gomme a terra e ho cambiato la bici. Sono tornato davanti e ho attaccato nel settore di pavé de la Ferme, provocando una piccola selezione. Ma ho bucato di nuovo.

«Sono stato costretto a inseguire ancora, ma alla fine siamo riusciti a fare una grande gara. Sono rimasto tranquillo. Ero particolarmente preoccupato da Venturini e Mozzato, che correvano in casa. Sapevo di avere ancora buone gambe e non volevo commettere lo stesso errore dell’anno scorso nello sprint finale. La forma sta tornando e questa è la cosa più importante».

Sul podio di Marcinelle, secondo si è piazzato Zingle (Cofidis) e terzo Brennan (Visma)
Sul podio di Marcinelle, secondo si è piazzato Zingle (Cofidis) e terzo Brennan (Visma)

Ora lo Svizzera

Nonostante lui per primo non voglia sentir parlare di ritorno ormai compiuto, la vittoria al GP Wallonie di ieri ne ha tanto il sapore. In una corsa con 1.983 metri di dislivello, De Lie ha forzato il ritmo per primo a 65 chilometri dall’arrivo, sulla ripida Rue Toffette che ha pendenze fino al 14 per cento. Poi ha sfruttato il lavoro colossale di Campenaerts, che ha tirato per tutto il giorno sulle tracce dei fuggitivi.

«Non ho idea di quanti chilometri abbia percorso in testa – ha detto alla fine il vincitore – ma è stato impressionante. Poi abbiamo fatto un grande sprint. Lionel Taminiaux mi ha lanciato. Ho aspettato e mi sono scatenato al momento giusto. Ora però mi aspetta il banco di prova più severo del Giro di Svizzera, ma non mi fa paura. So che Peter Sagan ha il record di tappe, ne ha vinte 18: chissà se riuscirò mai a fare altrettanto. Mi sento forte. Mentalmente ho fatto un grande passo».