Sabato 20 giugno 2026 ad Auronzo di Cadore prenderà il via la prima edizione di GT3 Lavaredo, un nuovo evento parte dell’UCI Gravel World Series. Il percorso è un anello di oltre 130 chilometri attorno alle Tre Cime di Lavaredo, forse la montagna più famosa e riconoscibile di tutte le Dolomiti. Una salita che ha fatto la storia del Giro d’Italia che si inerpicò lassù per l’ultima volta nel 2023, con la vittoria di Santiago Buitrago, che staccò Derek Gee. Alle loro spalle Magnus Cort batté in volata Primoz Roglic, che rosicchiò tre secondi alla maglia rosa Thomas, preparandosi per il sorpasso del giorno dopo nella cronoscalata del Monte Lussari.
Ad organizzare l’evento è l’ASD Pedali di Marca, la stessa associazione che ha organizzato la seconda edizione dei Mondiali Gravel di Pieve di Soligo e molti altri appuntamenti nel territorio trevigiano e non solo. Abbiamo contattato Massimo Panighel, presidente di Pedali di Marca, per farci raccontare questa nuova avventura.


Massimo, com’è nata questa nuova sfida?
L’UCI ci ha chiesto di organizzare una delle due tappe italiane delle Gravel World Series. Una sarà in Sardegna, l’altra la faremo noi nelle Dolomiti. Ce l’avevano già chiesto dopo il mondiale gravel di Pieve di Soligo, organizzato da noi di Pedali di Marca, ma all’epoca non c’erano i tempi tecnici. Questa volta invece abbiamo coinvolto nel progetto il comune di Auronzo, che nel 2026 per la prima volta dopo 16 anni non ospiterà più il ritiro della Lazio. Quindi volevano sviluppare un altro tipo di prodotto turistico e la bici è il mezzo perfetto.
Come avete scelto il percorso?
Di fatto è il giro delle Tre Cime di Lavaredo con partenza e arrivo da Auronzo, infatti GT3 sta per Gran Tour 3 Cime. Si attraversano la Val Comelico, la Val Pusteria e la Conca Ampezzana. In tutto sono 133 chilometri con oltre 3.000 metri di dislivello. Il percorso si snoda quasi sempre per ciclabili sterrate, molte delle quali nei fondovalle, un modo per valorizzare quel tipo di offerta cicloturistica.


Abbiamo detto che si tratta di un evento gravel, quanta percentuale di sterrato c’è?
Siamo oltre la percentuale che l’UCI indica per gare di questo genere, che è il 65 per cento. Noi siamo oltre il 70 per cento, di fatto l’unico tratto asfaltato è la prima salita, il passo Sant’Antonio che porta in Comelico. Quello serve anche per allungare il gruppo in partenza quindi va più che bene, ma da lì in avanti sono quasi solo strade forestali.
Hai accennato alla prima salita, qual è la più dura del percorso?
Probabilmente l’ultima, quella che da Cortina porta al Passo Tre Croci, anche perché è divisa in due parti con un breve risciacquo prima della parte finale dura. Le altre due sono più abbordabili. La prima, appunto il Passo Sant’Antonio, è regolare e in asfalto. La seconda è la più lunga, circa 25 chilometri, ma sale a scaloni con anche dei tratti pianeggianti, alterna pezzi duri con altri di recupero. In generale sono comunque tutte pedalabili e mai estreme.


Sappiamo che gravel può voler dire molte cose. Com’è il fondo delle strade?
E’ sempre abbastanza scorrevole, sono tutte strade forestali o ciclabili con un bel fondo battuto. Per dare un’idea io l’ho fatta sia con i copertoni da 40 mm che da 36 mm. Il tratto più tecnico è la discesa dopo la seconda salita, che da Malga Klammbach porta a Moso, in Pusteria. Lì in fondo è leggermente più instabile anche per via della pendenza, comunque si fa tranquillamente con degli pneumatici da 40, che secondo me sono la scelta perfetta per questo tipo di percorso.
L’evento principale è agonistico, con le differenti griglie divise per età che partono subito dopo i professionisti. Si può iscrivere chiunque?
Sì certo, è sufficiente avere un certificato medico agonistico ed essere tesserati. In alternativa si può anche fare la tessera giornaliera, la cosa fondamentale è avere il certificato agonistico, trattandosi di una gara.


Abbiamo visto che però c’è anche una parte non agonistica dell’evento, come funziona?
Esatto, l’abbiamo organizzato in collaborazione con Audax, l’associazione che gestisce le randonnée in Italia. Il percorso è lo stesso e la partenza è sempre sabato mattina, ma il format è appunto quello delle randonnée, cioè un’esperienza unsupported di viaggio più che una competizione. In questo caso i partecipanti hanno tempo fino alle 17 di domenica per arrivare al traguardo, cioè circa un giorno e mezzo. Abbiamo deciso di inserire questo format perché sappiamo che alcune persone non condividono la parte agonistica del gravel, e ci sembrava giusto aprire l’evento anche a loro. E’ anche un modo per pedalare tra quei paesaggi con più calma, godendosi i panorami senza l’assillo del cronometro.
Le iscrizioni sono già aperte, giusto? A che numeri puntate?
Sì è già possibile iscriversi nel nostro sito, e saranno aperte fino al 18 giugno, cioè a due giorni dalla partenza. Fino a fine dicembre il prezzo è agevolato, poi salirà via via che ci sia avvicina all’evento, quindi il consiglio è di approfittarne. Puntiamo alle 1500 presenze totali, ad ora abbiamo già oltre 100 iscritti e questo ci fa bene sperare. Anche perché il nostro è l’unico evento gravel marathon di tutte le Dolomiti, un punto di forza che siamo sicuri ci premierà.


Massimo, ultima domanda. Il territorio attraversato dal GT3 Lavaredo è tutto bellissimo, ma ci sveli un luogo particolare magari meno noto al grande pubblico?
E’ difficile, perché appunto tutto il tracciato passa per panorami straordinari, le malghe del Comelico, Misurina, ogni chilometro ci sono montagne bellissime da ammirare. Se dovessi citare uno spot particolare forse direi le torbiere attorno alle chiesa di Santa Barbara a Danta di Cadore, dopo la prima salita. E’ un posto magico anche se non si chiama Cortina, ed è esattamente per questo che abbiamo creato quest’evento. Per far scoprire agli amanti della bici anche le meraviglie nascoste delle Dolomiti.