Se avete minimamente presente le alture delle Ardenne in Belgio, allora potete immaginare facilmente anche i Carpazi Occidentali, vale a dire la parte polacca di quella che è la seconda catena montuosa più lunga d’Europa, dopo quella scandinava. Chi mastica ciclismo, grazie alla Freccia Vallone e alla Liegi-Bastogne-Liegi soprattutto di certo ha un’idea ben precisa delle Ardenne: colline a perdita d’occhio, boschi verdissimi e case col tetto a punta.
Ecco, i Carpazi che ci hanno stregato al Tour de Pologne ricordano moltissimo il paesaggio belga, solo che queste sono montagne e non colline. Sono più a punta e sono più grandi. Si arriva ben al di sopra dei 1.500 metri e ci sono persino gli impianti di risalita.
Verde potente
In particolare abbiamo avuto modo di scoprire i Carpazi nel corso della seconda frazione, che poi si è rivelata decisiva con la vittoria di Mohoric. Dalla pianura del Nord man mano iniziano delle dolcissime e basse colline. Poi le strade tendono a stringersi un po’. E a regalare curve ampie in successione.
In estate il giallo degli immensi campi di grano lascia spazio a zone verdissime. Quasi sempre c’è un corso d’acqua che scorre parallelo alle strade stesse. Sono come dei rami che dal monte scendono verso valle. Noi però le abbiamo risalite.
Le strade sono perfette e super pulite. Si fa difficoltà persino a trovare delle cicche di sigaretta. L’asfalto è un biliardo nel 99 per cento dei casi in Polonia, quindi non si dovrebbe avere questo genere di problemi. Gli alberi molto spesso creano un arco la cui volta copre l’intera carreggiata, almeno nelle parti più basse. Poi diventano abetaie. Sembra una fiaba.
Salite dolci e strappi
Ripercorrendo la parte finale della seconda frazione del Tour de Pologne si arriva a Karpacz, che da quanto abbiamo capito è un po’ una Cortina d’Ampezzo di questa Nazione. Qui il turismo è forte, anche d’inverno. Ci sono resort a cinque stelle, villaggi, hotel e piste da discesa e per lo sci di fondo.
La salita inganna non poco. Nel senso che dalla pianura si prende quota quasi in modo impercettibile. Ed è così per molti chilometri. Uno, due, tre per cento… a volte anche meno. Poi all’improvviso ecco delle rampe. Scalini di un chilometro che salgono decisi.
E’ su queste strade che si è anche tenuta la granfondo collaterale al Tour de Pologne. In 2.500 hanno aggredito questo muro, che qualche ora dopo ha visto come protagonisti i pro’. E incontrando la coda di questo evento amatoriale non è mancato chi saliva facendo zig zag! Però non sono strappi impossibili. Al massimo si tocca il 15 per cento. Con dei buoni rapporti e una buona dose di “senza fretta” che non fa andare le gambe in acido lattico si superano benone.
Da Swierzawa, ripercorrendo gli ultimi 75 chilometri di questa seconda frazione, in pratica si fa un anello nel cuore dei Carpazi polacchi, “guardiani” della Bassa Slesia. E che separano la Polonia dalla Repubblica Ceca. Si toccano le località di Przelec e Sosnowka, altre due perle di questa zona.
Verso il confine
Una volta arrivati in cima a Karpacz, siamo a 792 metri di quota, si può scendere verso il “Lake Hill” a Nord, un lago artificiale ormai divenuto attrazione turistica, o continuare a salire in direzione Sud-Est verso il confine con la Repubblica Ceca. Qui si hanno più alternative, specie se si dispone di una gravel bike o, meglio ancora di una Mtb, che da queste parti è diffusissima. Ci sono molti sentieri e vengono organizzate anche diverse gare.
Con la bici da strada si può proseguire verso il passo che sovrasta Kowary. Siamo sul filo fra Polonia e Repubblica Ceca appunto. In mtb bastano meno di dieci chilometri, con la bici da strada invece i chilometri sono una ventina. Ci si deve immettere dapprima sulla DW 366, poi 367 e infine 368, la strada che appunto porta al confine e ai 1.100 metri del valico che separa le due Nazioni.
E’ qui che siamo all’ombra dello Skalny Stol (1.281 metri), mentre la vetta maggiore della zona è il Monte Sniezka (1.602 metri). Tutte vette, e zone, che fanno parte del Parco Nazionale Karkonosze.
E una volta tornati a valle ecco che ci attende un piatto di Pierogi, una sorta di ravioli, acqua e farina, riempiti solitamente con carne, ma si trovano anche con spinaci o formaggio.
Stando nell’Est Europa vanno assaggiate anche le zuppe. Non solo, in Polonia sono buone le salse, su tutte la senape o quella al mirtillo. Se si ha la fortuna di non imbattersi in locali troppo commerciali, queste salse hanno un sapore molto più dolce e inteso al tempo stesso. Ottime sulle carne ovviamente!