Verso l’Australia: rulli al caldo per abituarsi prima

04.01.2024
4 min
Salva

Otto giorni per le donne, dodici per gli uomini e dall’Australia scatterà la nuova stagione del WorldTour. E il tema caldo… è proprio il caldo. Si passa dall’inverno europeo all’estate australe. E’ vero che sin qui, da noi, non sono mai state affrontate temperature super rigide, ma è anche vero che il solleone aussie è feroce.

La parola adattamento è quindi fondamentale. Nel ciclismo che cura ogni “millimetro” ecco che si viene a sapere persino di gente che fa i rulli in sauna. E non sarebbe la prima volta. Tempo fa adottarono questo protocollo i corridori della Dsm. Ma anche della Alpecin-Deceuninck in vista del Tour e della Vuelta. Di recente ce ne ha parlato Manlio Moro.

Per l’heat adaptation i rulli sono fondamentali in questa fase dell’anno
Per l’heat adaptation i rulli sono fondamentali in questa fase dell’anno

Rulli al caldo

Giacomo Notari, che da qualche giorno è ufficialmente uno dei preparatori del gruppo giovani della UAE Emirates Gen Z e che prima era stato in casa Astana-Qazaqstan, ci aiuta a comprendere meglio certi aspetti di tale adattamento, comunque necessario.

«Solitamente – dice Notari – in Australia c’è un caldo incredibile. Forse questa volta paradossalmente la sua morsa dovrebbe essere leggermente meno dura, ma resta il fatto che le squadre vanno giù 8-10 giorni prima proprio per una questione di adattamento climatico. E chiaramente anche per questioni di fuso orario».

In effetti nella zona del Santos Tour Down Under si stanno accarezzando i 30 gradi centigradi, per di più con qualche piovasco. Ma proprio questi acquazzoni estivi fanno aumentare vertiginosamente l’umidità. E le temperature sono comunque previste in aumento per i giorni successivi.

Alberto Dainese, Felix Gall che si fasciava persino con dei sacchi di plastica e, come ricorda il dottore stesso, Tony Martin, sono o erano soliti eseguire la pratica dei rulli in condizioni di caldo.

«Oltre alla sauna – prosegue Notari – per eseguire una sessione di adattamento al grande sbalzo termico, e non solo al caldo estremo, è sufficiente già una stanza chiusa a 20-21 gradi. Se infatti non c’è ricircolo di aria la temperatura corporea sale molto di più rispetto ad una pedalata all’esterno o ventilata. Quindi bastano un termosifone acceso, una giacca invernale addosso e puoi iniziare la tua “heat adaptation”».

Una sauna finlandese come quelle utilizzate dalla Dsm tempo fa. Ma molti altri atleti, specie quando sono nei ritiri e ci sono le saune negli hotel, cercano di sfruttarle
Una sauna finlandese come quelle utilizzate dalla Dsm tempo fa.

Heat adaptation

S’inizia quindi questa sessione particolare. Secondo Notari, senza dover andare per forza in sauna, cosa che poi non è così facile da avere a portata di mano, si possono ricreare certe situazioni ambientali. Appunto con la stanza calda, l’abbigliamento invernale e la totale assenza di ricircolo d’aria. Muoversi in queste condizioni “crea” il caldo australiano.

«Solitamente – spiega Notari – il protocollo di heat adaptation si fa a fine allenamento. L’atleta rientra a casa e passa direttamente ai rulli. Trova la sua stanza già pronta e ci pedala per un tempo che va dai 30′ ai 50′.

«Sostanzialmente non si eseguono lavori. Basta pedalare in modo non troppo blando, ma si possono inserire delle sessioni di 3′-4′ al medio intervallate da brevi recuperi. Questo per aggiungere stress all’organismo e creare le condizioni di surriscaldamento».

Il sensore Core è uno dei sistemi per monitorare la temperatura corporea. E’ molto utile per l’heat adaptation (foto da web)
Il sensore Core è uno dei sistemi per monitorare la temperatura corporea. E’ molto utile per l’heat adaptation (foto da web)

Maneggiare con cura

Chiaramente sono pratiche particolari e da eseguire con criterio. Bisogna seguire le indicazioni sia del coach che del medico. I rischi sono dietro l’angolo.

«Questo protocollo – dice Notari – si fa per adattarsi al grande sbalzo termico. E per adattarsi ad un clima estremo bisogna mettere il corpo sotto stress, ricreargli situazioni simili. Con l’aumento della temperatura e la disidratazione si perde performance: riprodurre queste situazioni fa sì che una volta in Australia il gap di questa perdita di efficienza sia ridotto. Il corpo infatti ci è abituato o comunque riconosce meglio certe situazioni».

«Però bisogna stare attenti. Già quando si sale sui rulli in condizione di normalità i battiti aumentano, in super over heating questi aumentano ancora di più. E più si va avanti con la seduta e più aumentano, al pari della temperatura corporea. Anche per questo si utilizzano quei sensori grazie ai quali i corridori possono monitorare la temperatura sul computerino al pari di watt e frequenze cardiache».

«E’ poi chiaramente importante idratarsi, anzi è fondamentale. Si beve sia durante la sessione sui rulli che dopo. C’è un piano di reintegro che prevede anche l’assunzione di sali minerali. E questo aspetto è affidato al nutrizionista».

Insomma “maneggiare con cura”: rulli al caldo sì, ma con una grande attenzione ad ogni aspetto perché quella lama tra beneficio e danno è davvero sottile.