Cosa c’è nella valigia del fisioterapista?

01.11.2020
4 min
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Spesso dietro le grandi prestazioni dei corridori ci sono anche loro: i fisioterapisti. Sì, fisio, non più “semplici” massaggiatori. Oggi questa figura svolge un ruolo molto più ampio. Il massaggiatore è osteopata, fisioterapista, chiropratico, psicologo… per questo la sua valigia è sempre più grande.

Ci siamo chiesti cosa metta un massaggiatore nella valigia, quando parte un per Giro, per una corsa, per una tournée in pista… Domanda alla quale ha risposto Federico “Fred” Morini, ex corridore ed ora fisioterapista della nazionale.

Strumenti “collaterali”…

«Effettivamente – dice Fred – la valigia è ricca di tante cose. Ci sono gli strumenti del tuo lavoro pensati in funzione di ciò che strettamente devi fare agli atleti e quello che devi portare per farli stare bene. Mi spiego. La stanza deve essere bella. Una buona musica e una cassa che si senta bene, una macchina del caffé non possono mancare… Quando il corridore entra nella stanza lo devi accogliere».

Il taping, metodo sempre più usato
Il taping, metodo sempre più usato

…e strumenti tecnici

«Da alcuni anni si usa molto la tecarterapia. Un macchinario che rilascia calore e che viene usato per sfiammare, per i dolori, per raggiungere l’interno di un muscolo molto stanco. Poi ci sono le fasce o bende, abbiamo i set come i coltelli del cuoco. Servono per lavorare sulle fasce muscolari, che sono poi gli “involucri” dei muscoli. Bisogna dare mobilità al muscolo, facilità d’azione e favorire la “comunicazione biologica”: liquidi, tossine, membrane, acido lattico… tutto deve scorrere meglio, per dirla in modo molto semplice».

Le creme

«Magari non saranno strumenti in senso stretto, ma le creme servono moltissimo. Un bravo massaggiatore è colui che va a ricercare quelle con determinate proprietà. Ce ne sono tante e non sempre è scontato trovarle. Quella che in gergo è definita la “passata e via”, con un po’ d’olio non si fa più. Se lo fa non è un massaggiatore aggiornato».

Un libro di anatomia

«Una cosa che secondo me non deve mancare mai e che almeno non manca nella mia valigia è un libro di anatomia. Questo ti può dare qualcosa in più e tu puoi dare qualcosa in più ai corridori. C’è sempre da imparare, capire, sperimentare. E massaggiare non è semplice in certi casi. Il problema maggiore è il tempo. Spesso ne hai poco e non riesci a completare il trattamento come andrebbe fatto. Tanto più che oggi il livello è alto e ad ogni tappa o ad ogni corsa ci sono almeno sei favoriti e tanti outsider».

Mani e ricerca

«L’80 per cento degli strumenti restano le mani, poi c’è tutto il resto. E in questo resto metto anche ricerca ed entusiamo. La voglia di scoprire, di dare e fare qualcosa di più. E per farlo serve entusiasmo. Con la nazionale per esempio abbiamo sviluppato il kinesiotaping, sapete quei nastri colorati che sempre più spesso si vedono sui muscoli dei ragazzi? Se avete notato non sono più solo lineari ma anche a “cerchi”. Migliorano il recupero, lo smaltimento dell’acido lattico, aiutano i recettori muscolari. E questo è stato frutto di laboratorio con la nazionale. E non ci fermiamo. Lo estenderemo anche a tutto il resto del corpo».

Morini (sullo sfondo) e Ganna ai mondiali su pista di Berlino
Morini e Ganna ai mondiali su pista di Berlino

Psicologo

«Oggi il massaggiatore non tratta solo i muscoli. Deve saper ascoltare (Fred ha anche una laurea in psicologia, ndr) perché i ragazzi si confidano e magari sentendoli parlare capisci meglio di cosa hanno bisogno. Prima della crono iridata, mentre eravamo già sul bus, Ganna mi ha chiesto un trattamento diaframmatico. Lui scherza è giovane, ma è un vero campione anche in questo. Stava bene, ma un po’ di tensione ce l’aveva, era pur sempre un mondiale. Aver richiesto un mio intervento in quel momento è un attestato di stima. Mi lascia qualcosa sia sul piano lavorativo che su quello emotivo. Pippo avrebbe vinto comunque, ma mi piace sapere che un piccolo aiuto l’ho dato. Con quei 20′ di manipolazione si è rilassato e ha aperto al massimo i polmoni».

Il fiosioterapista umbro è davvero inarrestabile. Il prossimo obiettivo sarà un corso di osteopatia negli Stati Uniti. Ha voglia di aggiornarsi e fare di più. Per ora lo troviamo solo con la maglia della nazionale. Ha un grande centro medico (in espansione) a casa e non vuole lasciarlo, ma neanche vuole uscire dal ciclismo e dal mondo dello sport. Chissà quale sarà il suo prossimo strumento.