Velocisti magri al Giro: sei domande a Bragato

11.05.2023
4 min
Salva

Che il velocista stia cambiando è argomento che abbiamo trattato in passato. Stavolta però vogliamo partire da un fatto concreto. In questi primi giorni di Giro d’Italia, abbiamo notato che i velocisti sono davvero magri. Molto più del solito. Anche quelli più potenti. Ci hanno colpito Gaviria, Consonni, Bonifazio… E corridori storicamente più “fisicati” vedi Pedersen, Matthews (di spalle in apertura, ndr) o Ackermann ci sono parsi più “tirati” di altre volte. 

Come mai? La nostra sensazione ha trovato conferma anche in ciò che ci hanno risposto alcuni tecnici, vedi Damiani per quel che riguarda Consonni, e gli stessi atleti.

Perché quindi questo peso minore? Mozzato qualche giorno fa ci ha detto che di volate al Giro ce ne sono parecchie, ma molte di queste il velocista se le deve guadagnare perché a ridosso dell’arrivo o durante la tappa le salite ci sono e lo sprint di gruppo non è scontato. Che siano dimagriti appositamente per questo Giro?

Abbiamo proposto i nostri dubbi a Diego Bragato, allenatore della nazionale della pista e “preparatore dei preparatori”, che tra l’altro ben conosce Simone Consonni. Con i suoi test e i suoi database Bragato conosce bene i numeri e la fisiologia di ciò che succede in gruppo.

Simone Consonni si è presentato al via del Giro tirato come mai in precedenza
Simone Consonni si è presentato al via del Giro tirato come mai in precedenza

Diego, dicevamo di velocisti molto magri in questo Giro: perché?

E’ il ciclismo moderno che lo richiede. Negli ultimi dieci anni si è vista un’evoluzione enorme del velocista. Oggi lo sprinter deve arrivare a fare delle volate che il più delle volte arrivano al termine di tappe con dislivelli importanti. Quindi di fatto non c’è più il velocista puro al 100%. Quello alla Guardini, alla Quaranta che vincevano le tappe piatte al Giro d’Italia. Adesso ci vogliono velocisti che hanno un aspetto metabolico molto importante e non solo la potenza. E’ importante che passino le salite per bene e che arrivino a fare le volate pur mantenendo dei wattaggi notevoli.

Si dimagrisce appositamente per un determinato percorso, in questo caso quello del Giro? Si lima il peso ad hoc? Nel senso: vado al Giro a 65 chili anziché 66?

Io non credo che sia un discorso ad hoc per il Giro e per le tappe che propone. Prendiamo Consonni: se vuole avere qualche chance di vittoria in più, deve poter arrivare con il primo gruppo, anche in tappe meno facili. Deve arrivare dove magari il vecchio velocista puro non arriverebbe. E questo vale per il Giro, ma non solo.

E’ una tendenza più generale, dunque…

E uno sprinter come Consonni lo può fare, perché ha degli ottimi valori metabolici e di potenza, come dicevo prima. Vado un po’ indietro nel tempo e penso a Viviani, una sorta di pioniere in tal senso. Elia è un atleta che negli anni d’oro è stato il corridore che ha vinto di più al mondo: 18-20 gare in una stagione. Quando ha conquistato l’oro a Rio 2016 in pista veniva da un anno pieno di qualità in allenamento. Nelle stagioni successive quei lavori di qualità gli hanno permesso di emergere e vincere così tante gare anche su strada. Limando un po’ sul peso ha potuto vincere anche un campionato europeo e un campionato italiano su percorsi piuttosto duri.

Bonifazio a crono. La sua silhouette fa pensare più a quella di uno scalatore che a quella di uno sprinter
Bonifazio a crono. La sua silhouette fa pensare più a quella di uno scalatore che a quella di uno sprinter
Insomma è dimagrito un po’, ma gli è rimasta addosso la qualità delle stagioni precedenti…

Esatto, riducendo un po’ il peso, ma non troppo la forza, è stato più efficiente con la forza di gravità.

Ma c’è un limite preciso a questo punto per cui un velocista da puro, diventa un velocista che tiene?

Dobbiamo assolutamente stare attenti a guardare il peso fine a se stesso. Con i professionisti non serve neanche dirla questa cosa, loro lo sanno molto bene, ma negli atleti in evoluzione è importante ribadirlo. Il peso non basta, bisogna vedere che tipo di peso hai, perché quando gli atleti parlano di perdere peso – soprattutto i velocisti – non devono perdere massa muscolare. In quanto perdere massa muscolare vuole dire perdere forza. Bisogna perdere solo massa grassa, cioè zavorra. Bisogna salvaguardare la massa magra, perché è quella che permette di applicare forza e potenza in bici.

Chiarissimo Diego, ma dalle vostre tabelle, dalle vostre statistiche c’è un “limite”, una percentuale di grasso che fa un po’ da spartiacque? Diciamo numeri a caso: fino al 7% di massa grassa sei un velocista puro, al di sotto fai anche le volate ristrette…

In realtà no, perché molto dipende dalla genetica della persona e dal punto di partenza che ha. Soprattutto oggi che è tutto personalizzato. Gli staff attuali con coach, nutrizionisti e medici, riescono veramente a individualizzare il peso ideale per ogni tipo di atleta. Quindi non c’è una percentuale di massa grassa che possa andar bene per tutti.