Mathieu Van der Poel ha letteralmente dominato la stagione del ciclocross, chiudendola con l’ennesimo titolo mondiale, il settimo per la precisione. Il tutto con una superiorità imbarazzante. Ma ora? Ora arriva la strada, le grandi classiche, la Milano-Sanremo che sarà il suo primo grande obiettivo stagionale su asfalto.
Come si presenterà il fuoriclasse olandese? Sarà sempre super competitivo? Gli avversari lo aspetteranno più agguerriti o spaventati? Per capire meglio le dinamiche di questo passaggio dal fango alla strada, abbiamo parlato con Maurizio Fondriest, che vinse la Sanremo nel 1993 e grande conoscitore delle classiche.
Maurizio, Van der Poel arriva dalla stagione devastante e trionfante del cross, come gestirà questo passaggio?
Ormai si conosce bene e sa come affrontare la transizione. Da diversi anni segue questo schema, quindi il suo allenatore e il suo staff riescono a programmare il periodo di stacco e la ripresa in maniera ottimale. Il ciclocross e la strada vanno quasi a braccetto per lui: gli sforzi violenti del cross gli tornano utili nelle classiche, e non per questo trascura il lavoro di fondo e il volume nei periodi giusti.
Ma lo può fare perché è Van der Poel? Cioè perché è più forte degli altri?
Sicuramente perché è forte e quando sei così forte a correre ti diverti, ma anche perché ormai come detto si conosce e sa gestirsi.
L’anno scorso la sua prima gara è stata la Classicissima ed è sembrato brillante, ma non brillantissimo. Sul Poggio non fece la differenza come alla Sanremo dell’anno precedente, quando veniva da Strade Bianche e Tirreno: quest’anno sarà diverso?
Lo scorso anno ha avuto un avvicinamento simile e, anche se non era straripante come nel 2023 quando vinse, arrivò comunque davanti. Non possiamo sapere se fosse al top o meno, anche perché lavorò per Jasper Philipsen.
E hai toccato un tasto centrale: la convivenza con Philipsen…
Se avesse corso per vincere, probabilmente sarebbe stato uno degli ultimi a resistere in testa con Pogacar o magari sarebbe arrivato da solo. Quest’anno vedremo che strategia adotteranno: se la Alpecin-Deceuninck punterà su di lui o ancora su Philipsen. Quelle poi sono scelte di squadra. Una cosa è certa: se resterà davanti con Pogacar e non rientrerà nessuno da dietro, può provare a vincere di nuovo.
Magari quest’anno vuol tornare a vincere…
Van der Poel ha vinto Amstel, Fiandre, Roubaix, Sanremo. Quindi ha già vinto tutte le classiche che sono alla sua portata. Gli manca la Liegi, che potrebbe essere un po’ troppo dura, anche se ci si è già piazzato bene. Questo per dire che la sua concretezza lo porta a concentrarsi sulle corse in cui sa di poter vincere.
Forse, Maurizio, è così dura anche per gli interpreti che si è ritrovato. Magari in un’altra epoca avrebbe avuto vita più facile anche alla Doyenne…
L’anno scorso è arrivato terzo nel gruppetto subito dietro Pogacar, quindi senza alcuni di quei corridori potrebbe anche riuscire a vincerla. Il Lombardia invece sembra davvero fuori dalle sue caratteristiche. Per lui conta puntare sulle corse in cui sa di poter fare la differenza. Pensiamo al mondiale: quest’anno il percorso su strada è troppo duro per lui, quindi punta su quello di mountain bike. E se lo vincesse, gli mancherebbero solo le Olimpiadi per completare un palmares straordinario. La sua polivalenza gli permette di scegliere gli obiettivi più adatti e massimizzare il rendimento nelle discipline in cui eccelle.
La Sanremo come prima corsa non è un rischio, anche per uno come lui? Posto che poi quest’anno, forse memore di quanto accaduto l’anno passato ha detto di voler prendere parte alla Tirreno o alla Parigi-Nizza…
Non più di tanto è un rischio. Van der Poel ha già corso gare di ciclocross fino a poche settimane prima, quindi gli sforzi violenti non gli mancano. Il volume lo sta costruendo ora con allenamenti specifici, magari anche dietro moto o con il team. La Sanremo è una corsa che si decide nel finale con uno sforzo esplosivo e quello lui lo ha già nelle gambe.
Come si affronta mentalmente un passaggio così netto dal cross alla strada?
Quando hai una superiorità così marcata nel cross, gareggiare diventa un divertimento, come detto. L’attenzione e la pressione sono minori, anche se l’impegno resta massimo. Avere questa consapevolezza aiuta a rendere meglio in corsa, come si è visto nei suoi risultati. Se sai di essere superiore e hai una squadra forte, corri più sereno e questo fa la differenza.
Insomma, sembra quasi che Van der Poel abbia fatto una preparazione al contrario: prima l’intensità, poi il volume?
Non è proprio così. Lui le distanze le avrà fatte sicuramente anche durante il cross. In più faceva quegli sforzi violenti in gara. E comunque anche nei mesi invernali io stesso facevo intensità, la facevo con lo sci di fondo già da dicembre. Oggi si sa che non serve fare solo volume, ma bisogna bilanciare le due componenti. Van der Poel non ha certo problemi di intensità e la Sanremo ci darà conferma del suo stato di forma.
Insomma, Maurizio, Van der Poel sarà pronto per la Sanremo?
Non sarà pronto, sarà super.