Coach Quinti ci illustra la preparazione del Consonni leader

21.01.2022
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Da gregario a capitano. Da ultimo uomo a velocista finalizzatore: Simone Consonni è chiamato al grande salto. Un salto che, probabilmente, implica dei cambiamenti nella preparazione e più in generale nell’approccio alla stagione. Un discorso che vogliamo portare avanti con Luca Quinti, preparatore del lombardo, nonché direttore di Energy Fitness Center, una palestra e un centro di preparazione in provincia di Monza-Brianza.

E tutto sommato è anche il momento di fare questo step per Consonni. Per l’ex campione italiano under 23 e campione olimpico del quartetto su pista, si tratta della sesta stagione da pro’. Su pista ha fatto bene. Benissimo… La stessa cosa dovrà farla su strada. 

Luca Quinti, diplomato Isef con lode, è anche un appassionato ciclista (è stato un dilettante). Eccolo con con Simone Consonni
Luca Quinti, diplomato Isef con lode, è stato un dilettante. Eccolo con con Consonni
Luca, Consonni ha 27 anni, non avrà più Viviani a cui dover tirare le volate. Anche per lui è arrivato il momento di aprire le ali…

E’ il momento di esplodere sì, ma Simone ha già fatto tanto. Ricordiamo che è esploso già in pista e non mi riferisco solo al quartetto, ma penso anche all’americana. Il problema è che nel ciclismo di oggi se vinci tutti ti dicono bravo, se fai secondo, terzo o quarto sembra che tu non abbia fatto nulla. E Simone ne ha fatti di piazzamenti. Su strada ha fatto molto, ma sin qui ha tirato spesso per Viviani. E poi c’è da dire una cosa.

Che cosa?

Che Simone è davvero un bravo ragazzo, un generoso, pertanto si vota totalmente alla causa. Se c’è da tirare per qualcuno non si risparmia. La sua forza è il suo entusiasmo. Sa gasarsi e fare gruppo. Soprattutto quest’anno, sta cercando di farsi voler bene.

E quest’anno sarà il leader del treno Cofidis…

Sì, quest’anno sarà il velocista, anche se nel Team Cofidis ce ne sono altri di ragazzi veloci, comunque lui è quello più importante. L’obiettivo è quello di riuscire a fare questo salto di qualità. Di arrivare alla vittoria, che ancora manca. Anzi, l’obiettivo è di prendere confidenza con la vittoria, magari già dal Saudi Tour per poi fare bene alla Sanremo. E lo stesso nelle classiche a lui più congeniali.

Cosa significa fare bene alla Sanremo?

Significa scollinare sul Poggio con i migliori e poi giocarsi la volata. In questi anni Simone ha sempre lavorato per gli altri e non ha potuto vedere veramente come affrontare il Poggio in un certo modo.

Luca, da quanto tempo lavori con Consonni?

Questo è il quarto anno. L’ho preso a metà del secondo anno in UAE Team Emirates. Prima non lo conoscevo. E’ arrivato a me tramite Fausto Masnada, di cui sono molto amico, e di cui lui stesso è amico. Non si trovava alla perfezione con il preparatore di quel team e decise di cambiare.

Quanto è cresciuto in questo lasso di tempo?

Direi che è cresciuto parecchio e deve crescere ancora, anche mentalmente per essere protagonista nelle gare importanti. Noi stiamo lavorando per farlo migliorare in salita, per tenere in quelle corse con un dislivello un po’ più elevato in cui non arrivano i velocisti puri, ma gruppetti ristretti, perché Consonni non è un velocista puro.

In queste due stagioni alla Cofidis, Consonni (in primo piano) è stato molto spesso al supporto di Viviani (in maglia di campione europeo)
In queste due stagioni alla Cofidis, Consonni (in primo piano) è stato spesso al supporto di Viviani
Come cambia l’aspetto della preparazione dall’essere un uomo che tira le volate all’uomo che invece le finalizza? Insomma, da gregario a leader?

La preparazione è sempre quella: sia che tiri la volata, sia che devi vincerla. Io come preparatore non cambio, cerco di portare il mio atleta al massimo della condizione. Dobbiamo pensare che il team potrebbe chiedergli anche di fare altro, in quel caso lui deve essere pronto ugualmente. Quando si parla di preparazione con Consonni si tratta di un progresso di crescita generale degli ultimi anni. L’obiettivo, come ho detto, è quello di migliorare in salita e di aumentare la potenza in volata.

Lavorate anche sull’aspetto mentale? Lo vedi più propenso ai sacrifici con i gradi di capitano?

Ecco, qui sì che cambia tutto. Simone è gasato… Come il suo preparatore! Noi cerchiamo di “non dare importanza” a quello che si fa. Se tu sei sereno, dai il meglio, se invece inizi a pensare che sei il capitano, che hai delle responsabilità, che devi fare questo e che devi fare quello, ecco che poi non fai più nulla. Questo distaccamento è la forza dei campioni. Che poi è quello che abbiamo fatto per le Olimpiadi: una preparazione fatta per bene, le stesse procedure di approccio alla gara e via a dare il massimo. Serenità e non responsabilità.

Si limita la pressione…

Ripeto, se inizi a pensare a quanto è importante la Sanremo te la fai sotto. Se invece immagini la Sanremo in modo scientifico cioè che sono 300 chilometri, che dopo un determinato tempo di gara arriva il Poggio, che poi c’è la volata… okay, riesci a dare il meglio di te stesso. L’importante è arrivare a questi momenti con la miglior condizione atletica possibile e la serenità mentale fa parte di queste condizioni. Troppa razionalità e troppe emozioni sono un freno, l’atleta deve sentirsi libero.

Prima Luca, hai parlato di migliorare in salita ma anche di incentivare la potenza in volata, la preparazione di Consonni passa anche attraverso la palestra?

Certamente, questa è una componente molto importante per un velocista. La forza esplosiva si fa in bici soprattutto, ma il supporto dei pesi è fondamentale, così come la scelta degli esercizi.

In allenamento per Consonni anche tante volate e non solo lavoro in salita (foto Instagram – Cimo89)
In allenamento per Consonni anche tante volate (foto Instagram – Cimo89)
E in tal senso che esercizi fate? In queste settimane abbiamo sentito molti corridori, soprattutto velocisti, lavorare a corpo libero, anche tu sei di questa opinione o resti fedele ai macchinari?

Sentite, io dico la mia: per me lavorare sul discorso della propriocettività, del core zone per atleti di questo livello non serve a nulla. Un conto è farlo con un ragazzino che deve acquisire certe caratteristiche, che deve imparare a condurre la bici, ma con un professionista che quando è in sella sarebbe in grado di farsi la barba per me non ha senso.

Quindi macchinari…

Sì. Partiamo dal presupposto che quando sono in palestra “perdo” del tempo in quanto non sono in bici. Pertanto se devo fare degli esercizi devo farli per bene e per bene intendo con tanto peso. Un peso che mi faccia migliorare. Ma se carico molto, lo squat libero con il bilanciere diventa rischioso, ci si può far male. Che senso ha andare in palestra per poi magari rompermi la schiena? Con il macchinario invece posso caricare di più in sicurezza, posso allenare al massimo le mie possibilità con il minimo rischio, pertanto pressa tutta la vita.

Cosa ti ha colpito di questo “Consonni 2022”?

Posso dire che l’anno scorso c’era stata qualche problematica in più, mentre per adesso tutto sta filando liscio. Ha fatto già dei ritiri al caldo, sta bene con il peso e i test sono stati ottimi.