Una maglia, quattro tessuti differenti. Re Artù non smette di stupire. Il set del brand romagnolo il cui nome è Trash, quindi un nome di forte impatto, è un completo che punta sulla comodità ma anche sulla prestazione. E ci ha stupito per la sua comodità, sia della maglia che del pantaloncino.
E’ stato come avere addosso ora “una tuta a compressione”, ora un velo che favorisce il movimento. Partiamo da una curiosità: la scritta in latino “Per aspera ad astra”, la cui traduzione è attraverso le asperità sino alle stelle.
«E’ un vezzo – spiega patron Paolo Castellucci – che ho voluto inserire sulla maglia». E che ben si sposa che la filosofia del ciclista aggiungiamo noi.
Quattro tessuti
Iniziamo dalla maglia, la quale come preannunciato è composta da ben quattro tessuti. «Esatto – prosegue Castellucci – Maniche, parte frontale, parte posteriore e fianchi sono differenti.
«La parte frontale è quella più aerata. Si tratta di un poliestere leggero, che usano anche per le maglie del Giro d’Italia». Questo materiale favorisce lo scambio dell’aria, ma protegge al tempo stesso. In questo modo la sudorazione non è mai accentuata.
La parte posteriore invece è in filamenti di carbonio e anche questa zona punta sempre sulla traspirabilità, ma in questo caso c’è una trama un po’ più fitta che protegge, e non poco, la schiena dal sole. Il tutto sempre senza contrastare il flusso d’aria che deve entrare ed uscire e quindi non far ristagnare il sudore. Parte anteriore e parte posteriore “fanno scopa” con i fianchi, che sono costituiti da una rete quadrettata.
Infine ci sono le maniche, che sono in Lycra liscia e leggerissima con il silicone integrato. Hanno una trama molto fitta e sono sottilissime: il risultato sono della maniche aderenti, aerodinamiche e anche fashion… se vogliamo. Giustamente le maniche sono quelle più esposte all’impatto con l’aria ed era necessario lavorare pensando ad un prodotto efficiente in quella particolare zona. Ma anche il resto della maglia non è “svolazzante” come nel vecchio stile. Anche torace e schiena sono aderenti, ma un filo meno. A tutto vantaggio della comodità. Anche nell’utilizzo della zip, cosa affatto secondaria, specie per un cicloamatore. Non tutti infatti hanno la stessa manualità in bici.
Salopette fasciante
Passiamo poi alla salopette. Il pantaloncino è corposo: in tutto e per tutto. E infatti Castellucci conferma: «E’ un pantaloncino a compressione. E’ un taglio unico con effetto guanto. Davvero comodo».
Sempre minimal nel design, ma il tessuto come detto c’è e si sente. Ma quando diciamo che si sente, non intendiamo dire che è pesante: piuttosto che è fasciante. Insomma, la compressione di cui parlava Castellucci fa il suo effetto.
Ci è piaciuta molto la rifinitura interna in silicone: sottilissima, che fa sì che il gambale sia ben saldo sulla coscia senza stringere o irritare la pelle.
Altro pregio le bretelle: larghe che non stringono mai sulle spalle. Al posteriore partono da una base unica per poi dividersi, come nelle classiche forme ad Y. Quella base dona una certa stabilità all’intero pantaloncino e dopo tante ore di sella è davvero piacevole.
Infine c’è il fondello: visti gli standard moderni è “altino”, ma dobbiamo ammettere che non si è rivelato né scomodo (anzi), né così ingombrante.
Personalizzazione totale
Ma partendo dall’esempio del fondello, cogliamo l’occasione per ricordare che Re Artù consente di personale del tutto i proprio capi, e quindi si può optare anche per un fondello differente.
«Ho scelto quel fondello – spiega Castellucci – perché è ideale per le mezze distanze, tre o quattro ore (che poi di fatto è l’utilizzo maggiore che ne fanno i cicloamatori, ndr) e non troppo costoso. Un prodotto classico. Ma volendo ce ne sono anche di più pregiati. Re Artù, come per tutti i suoi prodotti, consente di personalizzare anche questo».
Il prezzo per il completo Trash, prodotto nuovo, commercializzato da questa estate, è di 100 euro: 50 per la maglia e 50 per il pantaloncino. Presto potrete vederlo sul nuovo sito della casa romagnola.