BIEL (Svizzera) – ARC38 di DT Swiss completano la famiglia Aero e di fatto ampliano la scelta della categoria ARC. Sono state sviluppate e studiate per le necessità degli scalatori di oggi, che amano i pesi ridotti, ma si devono confrontare con velocità sempre più sostenute prima di “attaccare” la salita.
Le nuove ARC38 sono ruote da competizione, leggere e capaci di integrare quel concetto di “Aero Optimizing” dal quale oggi non si può prescindere. Le abbiamo gia viste al Girop d’Italia, utilizzate soprattutto da Storer del Team Tudor. Certamente ruote da scalatore e grimpeur, ma anche in questo caso c’è lo zampino dell’aerodinamica Swiss Side. Entriamo nel dettaglio.


Le ruote per la salita sono cambiate
Si punta sempre più ad avere ruote con un profilo medio/alto anche quando la strada si impenna. Le velocità e le medie orarie sono più alte rispetto ad un’epoca precedente ed i chilometri che anticipano la salita vengono percorsi a velocità folli. Talvolta si spendono molte più energie nelle fasi che precedono la salita, per tenere alta l’andatura, rispetto allo sforzo che viene poi condotto durante l’erta vera e propria. Una frase molto utilizzata tra i corridori. Anche per questo motivi è fondamentale trovare il giusto compromesso quando si scelgono i materiali, le ruote in particolare.
Uno strumento come le ARC38 di DT Swiss diventa un’arma a favore della prestazione, perché al pari di un valore alla bilancia contenuto, hanno un’efficienza aerodinamica superiore, rispetto alle “vecchie” ruote con il cerchio basso. In futuro sarà sempre più difficile trovare dei corridori che utilizzeranno ruote al di sotto dei 30 millimetri, se non durante le cronoscalate.














DT Swiss ARC38, come sono fatte
Dal punto di vista dell’immagine c’è un forte richiamo alle storiche Mon Chasseral, le ruote con il cerchio basso e specifiche per gli scalatori. In termini progettuali, di sviluppo e di utilizzo, le nuove ARC38 sono completamente differenti. Prima di tutto perché sono ruote aero, sono da competizione e da agonista, ma al pari di una ricerca della riduzione del peso c’è la ricerca di un’efficienza aerodinamica non secondaria.
Hanno un cerchio full carbon con altezza da 38 millimetri, con canale interno da 20 e tubeless. Utilizzano dei mozzi Dicut, delle famiglie 180 e 240 con meccanismo interno Rachet EXP a 36 denti. Le ARC38 sono disponibili nelle categorie 1100 (con mozzo 180) e 1400 (con il mozzo 240). Anteriore e posteriore adottano 24 raggi per ruota, profilati in acciaio delle serie Aerolite e Aero Comp. Le ruote hanno degli incroci in seconda e con i nipples interni al cerchio. I valori alla bilancia dichiarati sono di 1.292 grammi e 1.361, rispettivamente per le 1100 Dicut e 1400 Dicut. Facendo un confronto, le DT Swiss ARC50 1100 Dicut hanno un peso dichiarato di 1.472 grammi.
I prezzi di listino sono di: 2.499,80 euro per le 1100 e di 2.049,80 euro per la serie 1400. La versione 1100 porta in dote le sfere dei cuscinetti con trattamento ceramico e una differenziazione della raggiatura. Quest’ultima prevede i profilati in acciaio Aerolite e Aero Comp, mentre la 1400 la soluzione singola Aero Comp.




Più basse per il peso, ma aerodinamiche
Durante la presentazione ufficiale, nella sede svizzera di DT Swiss, è intervenuto Hannes Wilksch. Il giovane atleta del Team Tudor è stato coinvolto anche nei test delle nuove ARC38.
«Oggi usiamo le ruote alte, nel nostro caso le 50 millimetri anche in salita perché le velocità sono molto più elevate rispetto al passato. I vantaggi legati all’aerodinamica – ci spiega in modo molto chiaro Wilksch – sono tangibili e l’effetto volano che si genera è un vantaggio non da poco, anche su pendenze intorno al 5/6%. Oltre quella soglia, specialmente quando si oltrepassa l’8% di pendenza, la riduzione del peso diventa protagonista, ma non dobbiamo dimenticare tutto quello che succede prima e dopo la salita.
«Prima si attacca in continuazione e talvolta si raggiungono velocità al pari di uno sprint, dopo c’è la discesa. Qui conta avere un supporto aerodinamico non secondario, che permette di risparmiare qualche watt e di conseguenza energie, tenendo la velocità alta. Credo che un profilo da 38 millimetri sia il giusto compromesso, considerando anche l’aerodinamica delle bici attuali, che permette di far scendere l’ago della bilancia, senza sacrificare l’effcienza».