Proxima Team Edition di Ursus è l’ultima evoluzione delle ruote top di gamma dell’azienda veneta, un plurale che include i profili da 35, 50 e 60 millimetri, oltre all’altezza da 40 soggetto della nostra prova. Proxima 40 è la ruota perfetta per fare tutto, adattabile a differenti stili di guida, pneumatici e tipologia di bicicletta, che sia aero o super leggera.
Un compromesso? Solo in fatto di versatilità del prodotto una volta messo su strada, non per tutto quello che concerne la qualità, la sostanza ed una resa tecnica all-round che si percepisce fin dalle prime pedalate. Entriamo nel dettaglio della prova.


Proxima Team Edition 40, di cosa si stratta
Il progetto Proxima prende forma (anche) grazie al contributo del Team Picnic-PostNL, supportato tecnicamente proprio da Ursus. La versione Team Edition 40, insieme alla 50 è stata tra le più utilizzate nel corso di questa stagione. Il cerchio è in carbonio UD ed ha un’altezza di 40 millimetri, con il canale interno largo 23 e tubeless ready (non hookless e con tubeless tape). La larghezza complessiva del cerchio è di 30 millimetri. Abbiamo rilevato un valore alla bilancia di 1440 grammi con tape tubeless inserito.
Proxima Team Edition ha 24 raggi in acciaio Sapim CX per ogni ruota e sono incrociati in seconda. I nipples sono esterni al cerchio, soluzione che fa parte del DNA Ursus e richiesta anche dallo staff dei meccanici del team olandese. E’ un aspetto che facilita eventuali interventi di manutenzione sui raggi. Gli stessi profilati si innestano direttamente nelle piccole flange (non oversize) che caratterizzano i mozzi in alluminio, anteriore e posteriore, che invece hanno volumi non trascurabili. Trasmettono una sensazione di robustezza ed imponenza che non passa inosservata. Il suo design ricalca in parte le forme tipiche Ursus RD-52, un brillante esempio di lavorazione CNC.








U-RS Xeramik e U-Press, cosa significa?
Sono i due acronimi che caratterizzano i mozzi delle Proxima. U-RS Xeramik si riferisce ai cuscinetti ceramici, componente che aumenta la scorrevolezza e fa scendere di qualche grammo il peso (rispetto agli standard). U-Press è strettamente legato al corpetto della ruota libera che può essere estratto tramite una leggera pressione della mano. Utile per la pulizia e manutenzione, semplice da attuare nel caso in cui sia necessario cambiare il corpetto ed i pignoni della trasmissione. Il meccanismo interno d’ingaggio funge grazie a tre cricchetti posti sul corpetto che lavorano sulla cremagliera interna al fusto del mozzo. Per meglio contestualizzare la nuova Ursus Proxima abbiamo chiesto a Marco Giacomin, Product Manager di Ursus.
«Partendo dal mozzo, quello della Proxima è di fatto un RD52 che adotta il suffisso Xeramik perché ha in dote i cuscinetti ceramici – spiega Giacomin – ma sotto il profilo tecnico di offset, rigidezza e lunghezza dei raggi da usare, non cambia nulla rispetto all’RD52 già esistente. Era un punto di forza e abbiamo voluto mantenerlo, sfruttarlo ancora di più. Il valore aggiunto-prosegue Giacomin-è relativo allo sviluppo dei cuscinetti, parallelo ai mozzi. Traducendo, abbiamo un comparto che è un tutt’uno, aumenta la scorrevolezza, la durata e la protezione della meccanica interna, così come quella dei cuscinetti ceramici».


Tensione dei raggi differenziata, perché?
«La tensione dei raggi è differenziata tra anteriore e posteriore – dice Giacomin – considerando la diversità tra mozzo davanti e quello posteriore. I due disegni diversi non sono solo un punto estetico, ma significa un diverso angolo di lavoro degli stessi raggi. Il carico medio di tensione che viene dato ai raggi e di 110 chilogrammi e 120, rispettivamente per anteriore e per la posteriore».




Tubeless oppure hookless
«La nostra visione tra cerchi con o senza uncino, tra tubeless e hookless è chiara – racconta Giacomin – soprattutto per quello che riguarda il settore road. Nonostante i range di pressioni utilizzate oggi, valori inferiori al limite consentito hookless, può succedere che le stesse pressioni mostrino dei picchi che vanno a superare il limite consentito. Colpi, buche aumentano il rischio di stallonamento in caso di set-up hookless.
«In Ursus – continua Giacomin – abbiamo deciso di costruire i cerchi integrando la soluzione mini-hook, con dimensioni di 0,8 millimetri, inferiore rispetto ai 1,2 usato per le precedenti TC e Miura TC. A prescindere, non vogliamo bocciare completamente la tecnologia hookless, utilizzata sulle ruote Ursus off-road, segmento dove le pressioni scendono in modo esponenziale».


Cerchio ben fatto per gomme da 28 in su
A nostro parere le Ursus Proxima 40 vestono bene i tubeless, da 28 e da 30, configurazioni che meglio si adattano a questa tipologia di ruote. Queste due larghezze permettono di sfruttare a pieno le potenzialità di Proxima. Restando in ambito road performance si può sconfinare anche verso le 32, andando però verso un’interpretazione più endurance e comfort.
Il cerchio è davvero ben fatto perché “trattiene” lo pneumatico senza farlo spanciare ai lati e farlo uscire dallo shape del cerchio. Significa che lo stesso cerchio contribuisce a far rimanere la larghezza dello pneumatico nel valori da etichetta. Un 28 resta 28, un 30 si allarga leggermente a 30,5. Non è un semplice dettaglio ed identifica il buon disegno del cerchio.




Come vanno?
Ursus Proxima 40 Team Edition non è eccessivamente leggera. Non è troppo tirata, è parecchio sostanziosa, offre una sensazione di robustezza non banale per questo livello di strumenti high performance. Sì, è una ruota da gara e da agonista, a tratti mostra un carattere secco e perentorio, poco comune se contestualizzato a ruote da 40 millimetri di altezza. A nostro parere Ursus Proxima 40 non ha come focus principale la comodità, anche se abbinata ad un tubeless da 30 (con le pressioni adeguate al binomio) mette sul piatto un comfort adeguato. E’ una tipologia di ruota con risposte dirette, eccellente in salita e sui rilanci.
Rispetto alle Ursus del passato le differenze ci sono. Proxima è più scorrevole, si è adattata perfettamente ai tubeless, è scesa di qualche grammo. Non ha cambiato quel DNA corsaiolo che da sempre caratterizza le ruote Ursus, sicuramente da capire ed interpretare, che si rivolge all’agonismo e non cela per nulla questa sfaccettatura.