Il test completo delle nuove Q36.5 Dottore Clima

25.04.2024
6 min
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Con le Q36.5 Dottore Clima la tomaia in tessuto knit entra in una dimensione totalmente differente. Più che ventilate, le Dottore Clima sono traspiranti ed il piede trasmette una sensazione di comfort, di stabilità e benessere costanti, anche quando le velocità si abbassano, ad esempio in salita.

La stessa tomaia è molto diversa da altri prodotti di pari categoria che usano questo concetto, perché sostiene tanto (forse anche di più) quanto una tomaia tradizionale di qualità eccellente. E poi la suola, ergonomica il giusto. Le abbiamo provate.

Forma regolare e non troppo arcuata
Forma regolare e non troppo arcuata

La scarpe Q36.5 sono diverse

Al momento del lancio ufficiale del modello Unique, avevamo visto qualcosa di differente rispetto agli standard tradizionali. Una suola nuova, una tomaia con i suoi inserti diversi dal solito, una calzatura che nel complesso proponeva qualcosa di curioso, forte di un concetto di termoregolazione massimizzata e funzionale. Le nuove Dottore Clima sono la conferma di questo percorso intrapreso dall’azienda di Bolzano e si pongono in modo netto all’apice della categoria delle calzature con la tomaia in tessuto knitted.

Quello che però colpisce durante l’utilizzo è il perfetto bilanciamento tra i diversi fattori in gioco, considerando che la scarpa è uno dei tre punti di appoggio più importanti, che molta della nostra energia passa proprio dai piedi e che, non di rado, l’espressione della forza che imprimiamo sui pedali è condizionata dalle estremità corporee. Se i piedi soffrono il caldo smettiamo di pedalare, se soffrono il freddo il nostro corpo perde sensibilità e forza.

La suola è un marchio di fabbrica

Per quanto concerne il design ed in parte anche la rigidezza (è rigida, ma non estrema) la Dottore Clima eredita molte caratteristiche dalla Q36.5 Unique. Cambiano alcuni dettagli e finiture, anche se di fatto è la combinazione con la tomaia a fare la grande differenza. La stabilità ed il grande potere fasciante dell sezione superiore permette di sfruttare a pieno una suola parecchio sostenuta che non presenta punti di pressione o zone che si percepiscono più rigide rispetto alle altre.

Ne guadagnano le fasi di spinta e trazione che non hanno cedimenti, a prescindere anche dalla soletta interna utilizzata (quella Solestar in dotazione è tanta roba). C’è comunque un buon volume interno “adattabile” ad un eventuale impiego di un plantare customizzato. Lo stesso sostegno dell’arco plantare è il risultato di quel riempimento/sostegno che arriva dalla tomaia e da una sorta di neutralità della suola, che non da fastidio e non mette in crisi proprio l’incavo del piede. Le asole per il posizionamento delle tacchette non sono eccessivamente arretrate e lasciano al tempo stesso un centimetro circa di scorrimento.

Il sistema di chiusura

Il doppio Boa è una sorta di standard, ma è il posizionamento dei due rotori la particolarità da sottolineare. Sono ancorati ad una vera appendice di tessuto esterno alla tomaia. Quale è il vantaggio tecnico e quello percepito? Il primo è relativo al fatto che la sede delle due rotelle non è diretta sul piede, con il rischio di creare pressioni sulle dita e sul piede. Inoltre, i cavi di tiraggio (molto potenti) distribuiscono la loro azione su uno spessore maggiore e su zone diverse.

Il percepito è una tomaia knit che avvolge il piede in modo quasi inaspettato per ergonomia e sostegno (anche e soprattutto laterale), pur facendo rimanere il piede in una zona comfort ottimale. Tutto la sezione del dorso del piede e del retinacolo è quasi immune a pressioni concetrate e dirette su un solo punto. Un’ottima soluzione difficilmente riscontrabile su altre calzature che seguono lo stesso concetto di tomaia e con il medesimo disegno della chiusura.

Talloniera chiusa e stretta, riempita dal “cuscino” interno
Talloniera chiusa e stretta, riempita dal “cuscino” interno

Ne troppo caldo, ne troppo ventilato

Il piede, una volta all’interno della Dottore Clima, è in una sorta di zona di compromesso, quasi ovattato. Mantiene una temperatura di esercizio ottimale, quando si pedala a velocità sostenute ed inevitabilmente l’aria che impatta con il corpo è molta, quando in salita la velocità scende e la temperatura si alza.

Anche dopo una salita lunga (oltre i 40 minuti) al sole, il piede è caldo, ma non è sudato, così come la tomaia che non è inzuppata di umidità, un fattore tecnico che fa una grande differenza nell’ottica della stagione estiva (ma anche per un utilizzo invernale grazie al binomio scarpa leggera e traspirante, copriscarpa protettivo).

In conclusione

Se l’estetica ci dice molto della scarpa Q36.5 Dottore Clima, sono l’utilizzo e la sfruttabilità del prodotto che permettono di capire i vantaggi che arrivano da una termoregolazione perfetta. La Dottore Clima non è una scarpa estrema, non è eccessivamente rigida tanto da far formicolare la pianta del piede la prima volta che viene indossata, ma si capisce subito quanto sostegno arriva dalla suola, dal fronte verso il retro e viceversa.

La nuova scarpa di Q36.5 è una di quelle calzature che hanno bisogno di qualche ora di utilizzo per essere capite al 100% e di questo ne è un esempio anche il “grande cuscino” che protegge e blocca il tallone, qualcosa di non comune nelle scarpe superleggere da agonista. Il prezzo di 470 euro è elevato, comunque in linea con questa fascia di prodotti che non vogliono essere per tutti.

Q36.5