Rudy Project Egos è l’ultima nato dell’azienda veneta, una casco che racchiude diversi concetti votati a massimizzare la ventilazione, il comfort e la cura di ogni dettaglio, come vuole la tradizione Rudy Project.
E’ leggero, con i suoi 251 grammi rilevati nella taglia 55/59, ha una calzata profonda il giusto, non copre l’orizzonte e il sistema di chiusura distribuisce le forze lungo tutto il perimetro. Entriamo nel dettaglio.
Feritoie ed estrattori di aria con un unico obiettivo
L’obiettivo principale è quello di far collimare un ingresso continuo di aria, far sì che questo crei un flusso continuo e che agevoli l’uscita dell’aria calda, oltre che del vapore prodotto durante lo sforzo.
Può sembrare un concetto banale e invece non lo è per nulla. Al contrario di molti caschi di questa categoria, l’Egos di Rudy Project non è stato sviluppato solo per massimizzare il flusso dell’aria che entra frontalmente, ma per sfruttare anche le potenzialità delle feritoie laterali e posteriori, per far uscire ed entrare l’aria in maniera costante.
Le stesse aperture sono differenziate e seguono perfettamente la forma ed il design del casco che, per impatto estetico, risulta arrotondato e compatto. E’ gratificante una volta indossato, perché non ha delle sporgenze esagerate, sul fronte, ai lati e sul retro. Sopra le orecchie lascia dello spazio utile per inserire gli occhiali, senza che questi interferiscano con il filler di chiusura.
La sicurezza non è un optional
Come scritto in precedenza, Rudy Project Egos ha una forma piuttosto arrotondata e la sicurezza ne guadagna. Aumenta il potere di scivolamento del casco in caso di impatto, ne guadagna l’efficienza aerodinamica e anche il valore alla bilancia è contenuto. Il casco appare molto sostanzioso e nulla è lasciato al caso.
Tutto d’un pezzo
Il mold interno e la calotta esterna sembrano una fusione unica. Quello che spesso definiamo come polistirolo non sporge sulla parte della fronte e in nessun’altra sezione laterale, tutte rivestite dalla copertura.
In termini di longevità e bontà costruttiva, ma anche al tatto, il casco offre tanta sostanza, un fattore rassicurante fin dalla prima volta che lo si prende in mano. E poi c’è quel sistema di regolazione della calzata, che attraverso il rotore si sviluppa tutto intorno.
La gabbia posteriore è ancorata al mold ed è regolabile in altezza. Qui non ci sono imbottiture e si azzera il rischio di accumulare sudore. La chiusura del rotore genera inevitabilmente delle forze, ben spalmate lungo il perimetro del casco grazie al filler e al piccolo frame davanti. Significa che tutto il contorno di Egos è interessato alla fase di chiusura e questo è un vantaggio enorme, per il comfort, per la sicurezza e per la personalizzazione. Cosa significa? Significa che non c’è solo un punto, o due parti dove la chiusura preme sul casco e sulla testa.
Le imbottiture, abbiamo utilizzato quelle senza la retina anti-insetto, sono spesse e sagomate. Non accumulano sudore.
In conclusione
Rudy Project Egos può diventare un assoluto riferimento della categoria e le sue forme “morbide” lo rendono ampiamente sfruttabile anche da chi non ha l’agonismo come obiettivo principale.
Nonostante il posizionamento nella fascia top level del mercato, non è un casco impegnativo che ha bisogno di un periodo per acquisire la giusta confidenza e settarlo in modo corretto. Egos, si indossa, si regola nelle fibbie e nel rotore ed il gioco è fatto. La chiusura con il morsetto magnetico è tanta roba; fa tutto da sola.
E poi è bello da vedere indossato, perché il suo design asciutto nella parte centrale/frontale e il leggero abbassamento della coda, danno una completezza ottimale dell’immagine che trasmette il ciclista.