Ridley Kanzo Adventure, si amplia la famiglia delle gravel

31.03.2022
6 min
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Dobbiamo tornare al 2015 per trovare la prima bicicletta gravel ufficiale. Era una Ridley ed era il modello X-Trail, un progetto che si collocava tra una bici road endurance ed una ciclocross, ma con un concetto geometrico specifico. Da quel momento le evoluzioni sono cosa nota e il successo della categoria gravel è sotto gli occhi di tutti.

Oggi viene lanciata ufficialmente un’altra versione del progetto gravel più rappresentativo di casa Ridley, ovvero Kanzo, nella versione Adventure. L’obiettivo primario è quello di offrire una bicicletta adatta ai lunghi viaggi, accattivante, moderna nel design e confortevole, ma anche tecnicamente superiore alle aspettative. L’abbiamo vista e provata in anteprima durante le giornate BCA di Massa Marittima.

A tratti ricorda l’impostazione di una mtb 29er hardtail (RooFowler BCA)
A tratti ricorda l’impostazione di una mtb 29er hardtail (RooFowler BCA)

Kanzo Adventure, gravel a tuttotondo

Questo progetto Ridley è sotto tanti punti di vista una delle massime espressioni del gravel attuale, una bicicletta che può soddisfare tutti. Vuole essere una bici comoda e facile da guidare, con una geometria che limita i sacrifici in sella (adotta la soluzione Ridley Kanzo Optimize Geometry, KOG, vantaggiosa anche quando si è a pieno carico). Il carro è compatto, considerando la media della categoria, ma il passo totale della bicicletta è allungato, grazie all’interasse anteriore. Nel complesso ha una ciclistica che guarda avanti. Volendo fare un esempio, si possono montare gli pneumatici fino a 2,1 di sezione.

La forcella ammortizzata

Può restare con una configurazione più tradizionale, oppure supportare la forcella ammortizzata, il dropper-post e un elevato numero di borse da viaggio. Fà dell’integrazione un must e si possono anche alloggiare due luci (anteriore e posteriore) con la dynamo, nascondendo i fili e senza mai a rimanere a secco di batteria. Inoltre ha un telaio in carbonio e a prescindere dall’allestimento porta con se quel tocco di aggressività che non guasta. Arriverà anche la versione in alluminio, ma verso la fine del 2022.

Diversi know-how

Il telaio è un carbonio monoscocca, costruito utilizzando un blend di fibre composite che ricordano quelle della mtb. Il risultato è un compromesso ottimale tra comfort e resa tecnica su differenti terreni, ma con un’elevata qualità in termini di sicurezza, affidabilità e longevità. Anche grazie a questa costruzione è stato più facile adottare la geometria gravel di Ridley, che ha tre punti chiave: lo sterzo aperto in avanti, il movimento centrale ribassato e un angolo del piantone dritto in piedi. Significa che l’anteriore è sempre stabile anche nelle situazioni di guida più complicate al limite dell’impiego mtb. In parallelo ci sono le asole d’ingaggio delle borse sulla forcella rigida, più basse rispetto alla norma e che permettono di abbassare le masse a favore della stabilità.

Movimento basso, sinonimo di stabilità

Così è anche per la sezione centrale ribassata, che porta dei vantaggi non trascurabili per la stabilità. E poi c’è un piantone chiuso, dritto in piedi, vantaggioso quando si pedala molto in salita e si tende a spostare il peso in avanti. Ridley Kanzo Adventure, una bicicletta che si propone agli stradisti, ai bikers e agli amanti dei viaggi bikepacking.

Tre allestimenti

Come accennato in precedenza, sulla nuova Kanzo Adventure è possibile montare anche gomme con una sezione di 2,1 pollici, pneumatici da cross-country. Anche in questo caso, lo spazio tra le coperture e le tubazioni (steli della forcella inclusi) è abbondante. Il reggisella ha un diametro di 27,2 millimetri ed è facile montare un telescopico. Sull’avantreno si può montare la forcella ammortizzata.

Ci sono 12 punti differenti per montare borse e supporti. Quelli sulla forcella arrivano fino a 3 chilogrammi per lato (tantissimo), cifra che si dilata fino a 9 chilogrammi totali con un telaio di supporto frontale. Inoltre la forcella rigida in dotazione offre il supporto ad una luce anteriore, con il cavo per la dinamo che scorre in uno dei due foderi. Senza uscire dal profilato, lo stesso cavo si può allungare fino al nodo sella, per dare luce al retrotreno.

Per quanto concerne la trasmissione, è possibile montare la sola monocorona anteriore, ma il progetto è perfettamente compatibile con Clessified Powershift. Le taglie disponibili sono 5, dalla XS, fino alla XL. Tre gli allestimenti disponibili: Rival1 ad un prezzo di listino di 3.475 euro, GRX800 1X a 3.999 e Rival XPLR a 4.899 euro.

Una delle massime configurazioni a pieno carico (foto Ridley)
Una delle massime configurazioni a pieno carico (foto Ridley)

Le prime impressioni

Ci vorrebbero più ore per provare a fondo una bicicletta che concettualmente è dedicata “all’adventure”, aggettivo che richiama le lunghe distanze e le tante ore di sella. Ma è altrettanto vero che alcuni trails nei dintorni di Massa Marittima, apprezzati dai bikers, offrono degli spunti tutt’altro che banali per la tecnica del mezzo. La versione che abbiamo testato è la Rival XPLR, che prevede anche le ruote con cerchi in carbonio. Quando si monta in sella la prima sensazione è quella di essere su una mtb da cross-country, con il peso del corpo ben centrato sul telaio e la guida aperta verso l’anteriore.

Comoda, facile e mai eccessiva, non particolarmente reattiva su asfalto, ma sempre fluida e scorrevole. I vantaggi della geometria emergono quando si entra nello sterrato e nei sigletrack. E’ vero, bisogna avere gomme buone e una pressione adeguata, ma la stabilità, anche nei passaggi rocciosi e più stretti è al pari di una hard-tail di buon livello (l’abbiamo usata con la forcella rigida). Inoltre il posteriore difficilmente si stacca da terra e non fa l’effetto bumping (odioso e che porta instabilità), a conferma di un progetto azzeccato e di un carbonio che lavoro a dovere.

ridley