Non le manca nulla per andare ovunque. La Focus Atlas è una bicicletta da mettere fra le prime scelte se l’obiettivo è anche quello di fare dei viaggi o comunque per le lunghe traversate (anche in fuoristrada). A conferma di questo ci sono davvero tanti punti di ancoraggio per le borse.
La sua stabilità è un valore aggiunto non da poco, aspetto della performance che si percepisce chiaramente quando la si porta fuori dalle strade in asfalto. Della Focus Atlas abbiamo provato l’allestimento 8.8, che tra l’altro ha un prezzo di listino davvero interessante.
La Focus più versatile?
La forcella in carbonio è dotata di tre asole (per ogni fodero) filettate a supporto delle borse (oppure dei portaborraccia aggiuntivi). Sul profilato orizzontale, vicino all’inserzione con lo sterzo, può essere montato un piccolo vano portaoggetti, particolarmente utile da tenere sempre sul tubo. E’ fatto ad hoc, è semi-rigido e si adatta alla perfezione al disegno del tubo stesso, perché non spunta all’esterno e non da fastidio alle gambe quando si pedala.
Si possono montare delle borse anche nella sezione centrale e dietro, o magari un parafango. I due pendenti obliqui sono uniti da un ponticello, soluzione davvero apprezzabile e sfruttabile sotto vari punti di vista. La Focus Atlas 8.8 è una bicicletta completa, tecnicamente versatile e accoglie un delta di utenza molto ampio.
La bicicletta del test
Il telaio e la forcella sono completamente in carbonio, con il passaggio completamente nascosto di cavi e guaine. A tal proposito c’è anche l‘attacco manubrio CIS in alluminio, con delle forme importanti, piuttosto rigido e perfettamente in linea con il concept del progetto. La piega è una Easton in alluminio della serie EX70 con una svasatura esterna di 16°. Il reggisella non ha arretramento e fa parte della famiglia FlyPost. Ha un foro nella parte alta con un’ampia base di appoggio per la mezzaluna della sella, ma al tempo stesso contribuisce a dissipare le vibrazioni. La sella è una Selle Italia X-Green.
La trasmissione è Shimano 2×11 (46-30 e 11-34), della serie GRX810 con meccanismo ShadowPlus posteriore. Le ruote sono DT Swiss X1900 con mozzo Spline 370 e cerchio in alluminio. Gli pneumatici sono WTB Riddler da 45.
Abbiamo rilevato un valore alla bilancia di 9,5 chilogrammi (senza pedali), mentre il prezzo di listino è di 3.499 euro.
Geometria e comodità
Le geometria della Focus Atlas è una di quelle che possiamo inserire nel segmento endurance e gravel, votata al comfort funzionale. Il reach e lo stack non sono ridotti, in modo da non schiacciare in modo eccessivo il diaframma e al tempo stesso sfruttare anche attacchi manubrio più corti. Ma ci sono da considerare anche gli angoli dello sterzo e del piantone. Il primo è di 70,5°, comune a tutte le taglie, il secondo è perfettamente in linea con le bici endurance. Il carro posteriore non è troppo lungo (considerando la media del segmento gravel/endurance) e si sente.
La nostra prova
Focus Atlas 8.8 non è una bici da agonista, ma è un mezzo da usare per il viaggio, per le traversate che durano giorni, dove la comodità e la facilità di guida sono i primi fattori da considerare. Non solo, perché l’enorme stabilità che mostra in ogni situazione la rende anche un bel punto di riferimento quando si entra sulla ghiaia e su un percorso sterrato. La sezione degli pneumatici è fondamentale, ma il totale e costante controllo non è solo una questione di ruote.
Ha un comportamento “gommoso”, che si traduce in risposte lunghe, assenza di nervosismo e grande capacità di dissipare le vibrazioni. Ma c’è anche una geometria che porta dei vantaggi a chi prevede di stare in sella per tante ore consecutive. L’angolo dell’avantreno mostra un valore comune a tutte le taglie (ovvero 70,5°), un giusto compromesso tra comfort e guidabilità. Il passo totale della bici è nella media della categoria (taglia per taglia), allungato, ma non esagerato ed in effetti la bici si comporta bene anche in alcuni passaggi stretti. E poi c’è tanta possibilità di caricare la bicicletta, con dei limiti di carico tutti da sfruttare.
In conclusione
La Focus Atlas rientra anche nel segmento gravel, perchè tecnicamente è una bicicletta che si adatta alla perfezione a tante tipologie di terreno e di interpretazioni. Ma sotto il profilo della sfruttabilità la Atlas è una sorta di tutto terreno. Il bikepacking, quello vero che non esclude i sentieri e le strade bianche è il suo pane, ma anche l’avventura e quel ciclismo esplorativo rientrano nelle sue corde.
Opportunamente equipaggiata e con un po’ di “manico”, la Focus Atlas è una bicicletta che ha ben pochi limiti. Riesce ad andare e bypassare ostacoli che una “normale” bici gravel avrebbe difficoltà ad affrontare, questo grazie alla sua stabilità e ad un’altezza da terra (75 millimetri) che è un aspetto tecnico di primaria importanza.