ALTEA (Spagna) – Il lavorìo dei meccanici Astana al piano terra dell’hotel Villa Gadea è incessante. I corridori rientrano alla spicciolata dall’allenamento e tutti, chi più e chi meno, hanno qualche indicazione da dare o domanda da fare. In un lato della grande stanza, c’è il monte delle ruote Vision appena arrivate, di fronte quelle Corima attendono di essere dismesse. Una schiera di telai, Filante e Zero, in attesa di essere montati e in fondo anche Vinokourov, seduto e fermo, in attesa che si formi bene il calco della soletta.
In questo formicaio di tecnica e colori, Gabriele Tosello si muove come il padrone di casa. Con lui partiamo da Cavendish, perché la Wilier Triestina preparata per lui ha l’eleganza di un abito importante.
Parliamo di Mark, che idea ti sei fatto di lui?
Quando è arrivato lo scorso anno ed è venuto al camion, l’ho sentito parlare e l’impatto è stato subito buono. C’è da stargli dietro un attimino, perché è arrivato e passando da una bici all’altra, ha avuto bisogno di aggiustamenti. Un millimetro più alto, un millimetro più basso. E’ molto attento alla posizione, però una volta che l’ha trovata, non fa più cambiamenti. Magari il giorno che punta la corsa, lo vedi un po’ più teso. Però alla fine non è difficile lavorare con lui, come con tutti i campioni.
Su cosa si è concentrato in particolare?
Soprattutto sulla piega manubrio, come tutti i velocisti. Quando impugnano il manubrio, vogliono sentirlo bene, perché scaricano tanta potenza. Insomma, c’è voluto un po’ di tempo per trovare la giusta misura della piega, abbiamo curato bene la scelta della sella, però adesso è a posto. Per il resto, vediamo che fa piccoli cambiamenti giorno per giorno, ma anche quello in questo periodo è abbastanza normale.
E’ altrettanto attento anche per la componentistica?
Diciamo che è abbastanza attento a tutto. La ruota, il tipo di pedale, la scarpa, la sella. Infatti monta una sella diversa da quella dei compagni. Tutti usano il carbonio, lui la vuole con il telaio in acciaio.
E’ cambiato qualcosa rispetto alla bici del 2023?
Le misure di partenza sono le stesse, nel frattempo abbiamo cambiato i pedali e siamo passati a Shimano. Mark ha voluto provare appunto una sella nuova, la Nago R4 di Prologo, con cui al momento si trova bene.
Sono anche arrivate le nuove ruote Vision, cosa dicono i corridori?
Sono contenti, le stanno usando da tutto il ritiro, ma alcuni le avevano provate anche prima. Abbiamo iniziato a usarle con copertoncino e tubeless, le abbiamo nelle due versioni. L’anno scorso avevamo Corima e in qualche caso siamo passati alle HED perché Corima non era pronta per il discorso tubeless. Quest’anno abbiamo deciso di passare totalmente al tubeless, come la maggior parte delle squadre, e abbiamo scelto Vision. Ci hanno fornito le ruote che volevamo.
Che profili?
Per la gara usiamo il 60 e il 45, mentre come ruota da allenamento usiamo solo il 40. Tutte con canale da 21. Mark per esempio in corsa userà sempre lo stesso tipo di ruota che è il 60.
Quanto è attento al peso della bici?
Gli interessa, ma relativamente. Più che preoccuparsi di avere 100-200 grammi in meno, ci tiene ad avere un bel feeling con la bicicletta, quindi magari privilegia il discorso della rigidità e della velocità.
Sempre ruota da 60 e telaio Filante, allora?
All’inizio ha avuto in mano una Zero e si era trovato benissimo, tanto che pensava di usare quella. E’ passato alla Filante perché è un po’ più rigida e adatta ai velocisti. Alla fine si è adattato e si trova bene. Userà la bicicletta personalizzata, ma per il resto è molto tradizionalista. Lui le leve dei freni, ad esempio, le tiene dritte. Ha preso una piega un po’ particolare, di forma rotonda, con l’attacco da 130. In più è allo studio un altro manubrio personalizzato su sua richiesta. Ed è molto probabile che per il Tour avrà una bici fatta ad hoc.
Per cosa i corridori hanno apprezzato le ruote nuove?
Come rigidità e scorrevolezza. Quelle che usiamo quest’anno sono già pronte da gara, con cuscinetti ceramici montati per noi, non quelli di serie. Per le squadre, Vision fa sempre qualcosa di particolare. Magari c’è più manutenzione. Per il funzionamento perfetto bisogna stargli un po’ dietro. Quindi bisogna pulire i cuscinetti più frequentemente, magari usando un olio particolare invece del grasso. Se fai così, durano di più e restano veloci.
Pedivelle e rapporti?
Pedivelle da 170 e corona davanti da 54. E questo per essere un velocista è strano. Ormai chiedono tutti il 56 quando non addirittura il 58. Ma si vede che Mark viene dalla pista.