E’ un connubio difficile da realizzare, quello fra prestazione e comodità. Eppure, quando si parla di selle, questo paradigma può essere sovvertito. Selle SMP lo fa da anni, con un approccio scientifico e personalizzato. Per andare forte bisogna essere comodi in sella e il brand veneto lo ha capito prima di tanti altri.
Nata nel 1947 a Casalserugo, in provincia di Padova, Selle SMP è un’azienda a conduzione familiare giunta alla quarta generazione. Nel tempo ha saputo combinare tradizione artigiana e innovazione tecnologica. Il punto di svolta arriva nel 2004 con il lancio della prima sella ergonomica dotata di canale centrale aperto, pensata per ridurre la pressione sulle strutture anatomiche e migliorare la circolazione sanguigna. Oggi Selle SMP produce oltre 40 modelli, specifici per ogni disciplina e tipo di ciclista.
Fra i team professionistici che utilizzano Selle SMP c’è la VF Group–Bardiani CSF–Faizanè, che presto vedremo anche sulle strade del Giro d’Italia. Uno degli alfieri è Martin Marcellusi, con cui abbiamo parlato di scelta, sensazioni e dettagli tecnici.
Martin, partiamo dalla scelta della sella: non è affatto scontata, viste le tante opzioni disponibili. Come si svolge la selezione?
In effetti non è facile scegliere. Abbiamo a disposizione l’intera gamma Selle SMP. Si parte con un colloquio con Davide Polo, referente tecnico del marchio. Gli si spiegano le proprie esigenze, il tipo di seduta preferita e le selle usate in passato. A quel punto lui propone una serie di modelli da testare, quelli che secondo lui possono fare al caso tuo.
Di quante selle parliamo normalmente?
Solitamente due o tre, ma c’è anche chi arriva a provarne cinque. Poi si inizia a testarle.
Tu che caratteristiche cercavi?
Volevo una sella dura e il più piatta possibile. Mi piace una seduta “aggressiva”, mi dà la sensazione di maggiore reattività. Ma al tempo stesso una sella che mi consentisse di spingere in salita, di avere un appoggio robusto.
Non hai menzionato il peso. Come mai?
Perché nel caso della sella non è la mia priorità. Prima di tutto deve essere comoda, perché se ti trovi bene, riesci anche a esprimerti meglio in gara. Comunque quella che uso pesa poco più di 150 grammi, quindi siamo su livelli molto buoni.
Qual è il modello che usi?
La F20 C S.I. La “C” sta per “corta” e “S.I.” per “senza imbottitura”. E’ una sella essenziale, ma mi calza a pennello.
Hai iniziato ad usarla quando sei arrivato alla Bardiani?
No, già la usavo da under 23, ai tempi del Team Palazzago. Allora avevo una Selle SMP Evolution. Quando sono passato pro’ e ho avuto la possibilità di testare tutta la gamma man mano sono arrivato alla F20 C S.I. Mi sono trovato bene fin da subito.
Cosa significa trovarsi bene con una sella?
Che appena l’ho provata mi sono sentito a mio agio. Nessuno schiacciamento, neanche quando ero in presa bassa sul manubrio, nessun intorpidimento alle gambe e anche dopo parecchie ore non avevo problemi. E questa è una cosa da non sottovalutare.
C’è stato un lavoro specifico per trovare la posizione ideale?
Sì, anche se sono dettagli minimi. Alla posizione definitiva ci sono arrivato da solo, ma si parla davvero di millimetri, uno do due al massimo. Micro regolazioni dell’inclinazione. Sono cose che solo il corridore può percepire. La prima importante messa in sella è avvenuta quando c’erano i meccanici del team, poi quella finale, dei ritocchi minimi, l’ho fatta da solo uscendo con la brugolina in tasca.
Durante l’anno quante selle cambiate? E perché si cambia?
Ne cambiamo quattro o cinque, il che non è poco. Ma lo facciamo a cadenze regolari, non perché la sella dia segni di cedimento, anzi, proprio per il contrario. Le Selle SMP sono resistenti, non si “imbarcano” come si diceva una volta. Cambiarle spesso serve proprio a mantenere sempre il massimo livello di prestazione e comfort.
Come mai hai scelto una sella corta?
Un po’ perché mi ci sono trovato bene fin da subito e un po’ perché pedalo molto in punta. La sella corta mi permette comunque di muovermi bene, sia quando mi alzo, sia quando affronto le discese.
Ma se allora pedali in punta non sarebbe più logico usare una sella lunga?
Non necessariamente. La sella corta mi aiuta a non esagerare nello stare troppo in punta. Mi dà equilibrio, mi permette di essere mobile, senza finire troppo avanti col corpo. E poi bisogna pensare che Selle SMP propone selle con un carrello molto lungo, pertanto volendo, si può finire davvero molto avanti. Ma la cosa bella, a prescindere dal mio caso, è che lo spettro delle regolazioni è molto ampio.