Gomme da usare per allenarsi e pneumatici da usare in inverno. Copertoncini e tubeless da montare sulla “bici muletto”. Al di là della spesa, cosa dobbiamo considerare sotto il profilo tecnico quando scegliamo e montiamo una gomma da usare nel corso della stagione lontano dalle competizioni?
Abbiamo chiesto a Samuele Bressan di Pirelli e ad Andrea Vendrame che corre nel Team Ag2R-Citroen.


Gomme invernali, cosa dice Pirelli
«Nel caso si possa o voglia optare per l’acquisto di uno pneumatico specifico – spiega Bressan – l’attenzione va posta sul livello di scolpitura e di protezione alla foratura. Gioca un ruolo di primaria importanza anche la mescola, meglio se morbida o comunque con caratteristiche di alto grip sul bagnato. In inverno si affrontano di solito condizioni con temperature più basse, umido, bagnato e in genere strade più sporche, con più detriti. Per questo una gomma con molti intagli e protezione alle forature garantisce una migliore impronta a terra e protezione allo stesso tempo.
«Al netto della scelta di uno pneumatico specifico – continua Bressan – la pressione di gonfiaggio è il parametro su cui porre la maggiore attenzione. Abbassarla di mezzo bar rispetto al normale è una buona abitudine per l’inverno, per ovviare agli inconvenienti appena descritti. Meno pressione vuol dire maggiore velocità nel far scaldare, anche se di poco, la mescola del battistrada. Si migliora l’impronta a terra e si riducono anche le forature. Le gomme morbide si adattano meglio alle asperità, anziché opporsi rigidamente ad esse. Gli intagli, o sipes, hanno il compito di far scaldare la mescola perché permettono al battistrada di muoversi e generare calore: è la loro funzione. Ecco perché le gomme invernali o categorizzate come tali hanno un numero maggiore di sipes. Al contrario di quello che si pensa, in ambito bici, i sipes non hanno il compito di portare l’acqua verso l’esterno dello pneumatico, come invece avviene per gli altri veicoli, quali moto e auto».


La palla passa dunque ad Andrea Vendrame, che si avvia verso la ripresa della preparazione, dopo aver chiuso la stagione il 4 ottobre alla Tre Valli Varesine.
Tubeless, copertoncino oppure tubolare?
In gara utilizzo i tubolari P Zero con sezione da 26, lontano dalle corse preferisco utilizzare i Cinturato tubeless con una larghezza da 28. Sono cosciente e ho avuto l’opportunità di toccare con mano i vantaggi dei tubeless di ultima generazione e dei copertoncini con le camere d’aria in poliuretano superleggere. Tuttavia per il mio stile di guida, in gara, il tubolare è il compromesso migliore. Lo è per il grip e per la leggerezza del comparto che include anche le ruote. I test che abbiamo effettuato con il team sono interessanti. Un tubolare è più reattivo nelle uscite delle curve e nelle fasi di rilancio perché è maggiormente elastico, ma è meno scorrevole alle velocità elevate e oggi si va sempre più forte. E comunque è da considerare anche la preferenza di ogni singolo atleta.


Quindi non usi sempre le stesse gomme?
A prescindere dalla stagione, in allenamento utilizzo il tubeless da oltre 3 anni. Non ho mai forato, non voglio portarmi sfortuna, ma è così e lo uso con il liquido anti-foratura all’interno. E’ meno scorrevole se paragonato ad uno pneumatico specifico per le gare, ma ha una resa che rimane uguale nel tempo, per tanto tempo. Nelle fasi di allenamento è importante anche per noi avere uno strumento affidabile e che non necessita di tanta manutenzione. Sacrificare qualche grammo e un po’ di scorrevolezza in allenamento non è un problema.


Con le basse temperature e anche con l’asfalto bagnato/umido, abbassi la pressione di esercizio?
Parto dal presupposto che Pirelli ci ha dotato di una tabella, noi ed i meccanici del team, con i diversi range di utilizzo degli pneumatici. Questa scheda è personalizzata per ogni corridore, tiene conto delle caratteristiche personali e delle ruote che si vanno ad utilizzare. Ci sono delle variabili minime legate alle preferenze dei corridori, fattori che si valutano anche all’ultimo momento, prima dalla gara e con il meccanico. Detto questo, io di solito uso delle pressioni comprese tra le 7 e 6,5 atmosfere per i tubolari da 26, in gara ho l’abitudine di usare le ruote Bora di Campagnolo da 50 millimetri. In allenamento con i tubeless non vado oltre le 5,5 atmosfere: 5 davanti e 5,5 dietro, magari abbassando di 0,5 quando fa freddo, oppure con l’asfalto bagnato e umido.


Dalla bici normale a quella con i dischi, hai cambiato anche il modo di sfruttare le gomme e tutta la bicicletta?
Tutti hanno cambiato il modo di guidare e di usare la bicicletta e le gomme sono complici di questo cambiamento. Uno stile di guida differente è legato principalmente alle bici con i dischi nella loro totalità, nel senso che la bicicletta con i dischi, rispetto ad una normale è cambiata completamente in tutte le sue parti. Si va sempre più veloce, è palese. E’ importante l’aerodinamica, ma anche la sicurezza trasmessa dal mezzo meccanico. Con le bici normali, all’interno di certi range di velocità, si arrivava a 100 metri da una curva o a ridosso di un tornante e si frenava. Ora i metri sono diventati 50, ma se non avessimo degli pneumatici adeguati e mi riferisco anche all’aumento delle sezioni, i dischi sarebbero inutili. E’ un dato di fatto e in gara le differenze si vedono ancora di più.