L’efficienza del cambio della bicicletta e della trasmissione nella sua totalità è determinata da un pool di fattori. C’è da considerare la lunghezza della catena, che deve rispettare determinati canoni. Ci sono delle differenze tra i componenti delle 12 velocità e quelli ad 11 e, abbiamo documentato in diverse occasioni, che alcune biciclette dei pro’ adottano un blend di componenti, fattore che aumenta le variabili di rischio. E poi c’è un utilizzo limitato delle funzioni automatiche delle trasmissioni di matrice elettronica. Si queste e altre questioni, abbiamo chiesto a Shimano alla luce di alcune osservazioni mosse dagli stessi pro’ in una fase storica in cui il mancato approvvigionamento di componenti, dovuto alla pandemia e alle ultime fasi della guerra, sta impedendo ai team di essere riforniti in modo completo. Costringendoli a combinare parti di gruppi diversi.
Le variabili delle trasmissione
Di recente, soprattutto durante le classiche di primavera, abbiamo visto i corridori confrontarsi con dei problemi meccanici, talvolta causati da agenti esterni. In alcune occasioni problemi legati alla trasmissione, altri da imputare ad altri componenti della bicicletta. Questo punto tecnico ha l’obiettivo di approfondire alcune delle variabili legate alla trasmissione e in gruppo ormai, il 100% delle biciclette ha in dotazione quella di matrice elettronica.
Meccanici come ingegneri
I cambi con il cervello elettronico sono uno strumento di precisione, paragonabile alle centraline delle MotoGP e delle F1. Per funzionare al pieno delle capacità ed esprimere tutte le potenzialità, il pilota non deve solo guidare, ma deve essere preparato a gestire il setting.
Il corridore moderno deve essere anche tecnico. Al tempo stesso il meccanico deve anche essere un esperto di elettronica e preparare la bicicletta con un setting adeguato per minimizzare le variabili negative, proprio come un meccanico dei motori, che oggi deve interpretare l’andamento del motore anche attraverso i grafici del pc. Il contesto dei pro’ è estremizzato ed è in grado di andare anche oltre il limite tecnico dei componenti, categoria dove un dettaglio minuscolo può fare la differenza. Con i tecnici di Shimano abbiamo analizzato le variabili della trasmissione e come influiscono sulla resa tecnica.
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Quanto influisce la lunghezza della catena nel buon funzionamento della trasmissione?
Una catena della giusta lunghezza e montata nel modo corretto è determinante e fondamentale per una trasmissione efficiente, che sia Di2 oppure meccanica. La lunghezza della catena deve rispettare alcune caratteristiche del manuale Shimano, in modo che la catena stessa rispetti gli abbinamenti tra le corone ed i pignoni. Una catena troppo corta e tesa può mettere in crisi la meccanica dei deragliatori. Una troppo lunga mette in crisi il concetto di trazione. In entrambi i casi, se la catena va al di fuori di determinate tolleranze, si verifica un’usura eccessiva dei componenti, a discapito dell’efficienza. A questo è necessario aggiungere le variabili che arrivano dal basso, ad esempio il pavé. Una catena eccessivamente corta o troppo lunga subisce delle sollecitazioni anomale. Tutta la nuova piattaforma R9200, della quale fa parte anche il nuovo Dura-Ace Di2 a 12 rapporti, mutua tante soluzioni già utilizzate sul sistema M9100, ovvero sull’XTR sviluppato per la mtb.
Si è parlato molto della linea catena, tra bici con i dischi e standard, tra le 12 e 11 velocità. Cosa significa?
C’è una piccola differenza tra le trasmissioni a 12 velocità e quelle ad 11: 44,5 millimetri contro 43,5, un decimo di centimetro. E’ un valore numerico difficile da percepire, ma può fare una grande differenza quando ci sono diverse parti che devono collimare tra loro. Utilizzare diversi componenti che non fanno parte della stessa famiglia di prodotti può essere la fonte di uno o più problemi.
Il nuovo Di2 a 12 velocità permette degli incroci estremi, ad esempio 54/34? Se sì, ci sono comunque dei rischi?
Gli incroci che chiamiamo pericolosi sono consentiti dalla trasmissione e si potevano fare anche con il sistema a 11 rapporti. Proprio la nuova piattaforma a 12 velocità è stata rivista per meglio tollerare gli incroci tra corona e pignone grande, nell’ottica dei pro’ che sfruttano tantissimo questa combinazione. Ma a questo punto è lecito porsi anche un altra domanda. I forcellini di supporto del cambio, sono in grado di sopportare le tensioni che si generano i quel punto? Non è solo una questione di trasmissione.
Un’ultima domanda è legata alle funzioni automatiche della trasmissione. I pro’ le usano?
In pochi, ma le generazioni di corridori più giovani lo fanno e sono in grado di personalizzarle in base alle proprie esigenze e metodo di utilizzo. La trasmissione a 12 rapporti si abbina in un attimo alla app dello smartphone; è pure divertente. A tratti è anche istruttivo, ad esempio ti fa capire lo sviluppo metrico di ogni singolo rapporto e degli incroci. Le funzioni automatiche della trasmissione non sono un gioco, ma sono state sviluppate in modo specifico per servire gli atleti professionisti e per dare loro diverse opzioni da sfruttare, sempre nell’ottica di una performance di altissimo livello.