Uno degli interventi tecnici più delicati che si verifica d’inverno è il cambio della sella. E chi va in bici, anche solo in modo amatoriale, sa bene quanto sia importante questo componente, figuriamoci se si è un professionista.
Vuoi perché ci sono nuovi sponsor tecnici, vuoi perché ci sono nuovi modelli ma in qualche modo i corridori sono chiamati a scegliere la sella, anche solo per confermare la loro scelta. Ma su che basi avviene questa scelta? Comanda il comfort? La biomeccanica? Oppure i corridori guardano al peso? Vogliono una sella sulla quale si è “fissi” o una sella sulla quale si può fare un movimento antero-posteriore?
Per rispondere a tali domande abbiamo coinvolto tre atleti con tre diverse caratteristiche. Un passista, Salvatore Puccio. Un velocista, Filippo Fiorelli. Uno scalatore, Alessandro Verre.
Puccio e la sua Fizik
Partiamo dal corridore della Ineos-Grenadiers. Puccio è un passista longilineo, che da anni utilizza la stessa bici e lo stesso brand per la sella. Eppure anche lui qualche tempo fa ha cambiato la sua Fizik.
«Per tanti anni – dice Puccio – ho utilizzato la Fizik Airone (sella sulla quale ci si poteva muovere avanti-indietro per antonomasia, ndr), poi due stagioni fa ho cambiato posizione. A quel punto sentivo che non era più ideale. Ma non c’erano problemi con la sella di per sé. Non c’erano i classici “foruncoli” al soprassella o cose simili.
«In quel momento stavano arrivando le selle 3D e così a fine anno, nell’off-season, ho voluto testarne una. Mi sono fatto preparare dai meccanici un reggisella con una di queste selle ed ho iniziato a pedalarci. Mi sono trovato subito benissimo. E il comfort è la prima cosa che guardo, non il peso. Se sbagli sella poi rischi di portarti dietro dei problemi per tutto l’anno e per cosa? Per pochissimi grammi, che poi nel mio caso la Antares è anche molto leggera».
Puccio racconta di un comfort migliore, diverso, che consente di stare comodi anche variando la posizione e le intensità dello sforzo.
«Con questi nuovi materiali puoi stare più in punta, ed è un po’ più dura, o più indietro, ed è un po’ più morbida e pertanto la sella si adatta allo sforzo che stai facendo. Fare 4 ore e 3.000 metri di dislivello in allenamento con le mani sulle leve e un certo sforzo è sicuramente diverso che fare 150 chilometri a tutta in pianura al Tour con le mani basse.
«La cosa bella è che con questo materiale la sella non cede mai. E te ne rendi conto soprattutto quando passi dalla bici di allenamento a quella da corsa. A volte sembravano diverse, ma di fatto è quel millimetro della sella che non cede più».
Fiorelli e la sua Selle SMP
Filippo Fiorelli invece la sella l’ha cambiata proprio in questo inverno. Anche il corridore della Green Project-Bardiani non aveva nessun problema con la sua precedente sella, ma Selle SMP aveva presentato un nuovo modello e lui lo ha voluto provare.
«Noi – dice Fiorelli – che abbiamo Selle SMP possiamo scegliere fra tantissime selle, una qualsiasi di quelle che ci sono in gamma. Io ho sempre usato la F20C, ma questo inverno ho voluto provare la nuova VT 20C. Mi sembrava fosse più confortevole, così l’ho provata e in effetti l’ho trovata subito molto più comoda.
«L’ho montata quando ho ricominciato ad andare in bici a novembre, in questo modo almeno avrei avuto il tempo di abituarmi».
Fiorelli anche parla di comfort. E anche lui chiama in causa la biomeccanica.
«La VT20C si adatta molto bene alle caratteristiche del mio bacino e delle mie ossa ischiatiche. Ho preferito questo modello senza guardare né peso, né altro: solo comodità».
La Selle Italia di Verre
E da un velocista passiamo ad uno scalatore, Alessandro Verre. Il corridore della Arkea-Samsic va nel segno della continuità… nonostante il cambio di bici (da Canyon a Bianchi), il lucano è rimasto fedele alla Selle Italia Flite.
«Di solito – spiega Verre – ci viene presentata una rosa di selle dai meccanici e dall’azienda. Ad esempio, nell’ultimo ritiro fatto a dicembre i ragazzi di Selle Italia sono venuti a proporci la nuova SLR 3D. Io però alla fine ho scelto la Flite in quanto più morbida e più comoda. Questa sella la utilizzavo già lo scorso anno e in qualche modo ci ero più abituato. Ho provato anche l’altra ma con questa mi sentivo più a mio agio. Credo che la SLR 3D si addica più a chi già utilizza la SLR normale, visto che hanno una forma simile».
E comfort è la parola d’ordine anche per Verre.
«Cerco di guardare il comfort, ma anche la mia struttura fisica. Credo che limare il peso su una sella non sia così importante come farlo per altri componenti delle bici. E poi basta pensare che una borraccia piena sono circa 500 grammi…
«Io sono stato fortunato a trovare immediatamente il giusto feeling con la sella. Quando sei a tutta non pensi alla posizione, ma a dare il massimo e con la Flite mi sono trovato bene in tutte le situazioni».