Anche se di tecnologicamente nuovo in questa Cervélo P5 non c’è nulla rispetto all’inizio di stagione, ci piace pensare ad essa come a Excalibur nella roccia. E a Primoz Roglic come all’unico che sia stato in grado di estrarla e guidarla al trionfo olimpico. Abbiamo infatti di fronte la bici che ha vinto l’oro di Tokyo nella cronometro individuale e che questa sera, ugualmente fra le mani del suo re, prenderà il via della Vuelta Espana, lungo i 7,1 chilometri nelle strade di Burgos. Per arrivare a simili conquiste qualcosa di magico deve esserci per forza.
Oro e cerchi
Lo sguardo ravvicinato crea stupore, perché sotto quella livrea dorata c’è una teoria di cerchi che riecheggia quelli olimpici. Una veste che rende più speciale il telaio e la forcella Cervélo P5 completati da un cockpit Vision realizzato su misura per il corridore sloveno, dal gruppo Shimano Dura Ace, così come Shimano dovrebbe essere la ruota anteriore C60 abbinata alla lenticolare posteriore, entrambe montate con pneumatici Vittoria Corse.
Perché il condizionale? Perché a Tokyo, Roglic ha corso con una ruota posteriore con adesivo Shimano e l’anteriore era priva di scritte. Una scelta che prosegue la tendenza della Jumbo Visma già vista al Tour. In Francia infatti la squadra ha utilizzato ruote Vision non brandizzate nelle tappe in linea e ruote AeroCoach nelle crono. Questa libertà nell’utilizzo di materiali alternativi a Shimano si sposa probabilmente con la carenza di fornitura da parte del brand giapponese, mai tradizionalmente troppo elastico nel concedere simili deroghe. Ricordate la storia del viaggio incredibile delle ruote per la crono di Van der Poel al Tour?
Rivincita Roglic
Da stasera Roglic tenterà il colpaccio di rifarsi dalla sconfitta del Tour. E se lo scorso anno essa derivò dal suo crollo e dalla crono monstre di Pogacar il penultimo giorno a La Planche de Belles Filles, questa volta la causa di tutto è stata la dannata caduta che lo ha costretto al ritiro. L’oro olimpico è stato un bel modo di mettersi in pari con la sorte. Ma conoscendo la voracità dello sloveno, non si accontenterà di essere un semplice protagonista.
Rigidità top
La P5 è il ben noto concentrato di tecnologia. Combinazione di materiali, forme e differenti laminazioni del carbonio per ottenere rigidità nelle differenti parti del telaio. Dopo anni di esperienza è stato reso più rigido il tubo orizzontale (aumento del 22 per cento rispetto alle versioni precedenti), per rendere la bici più compatta e maneggevole. Così per la scatola del movimento centrale, che consente la più efficace trasmissione della potenza (più rigida del 26 per cento).
La sensazione di resa aerodinamica viene anche confermata dai numeri. Come abbiamo illustrato parlando della crono di Tokyo con Simone Omarini di Hardskin, la resistenza aerodinamica è il 90 per cento della torta. Il disegno del telaio e la forma dei tubi riduce la superficie frontale e migliora la penetrazione aerodinamica della bici. E pure restando nei parametri Uci, il miglioramento aerodinamico è di 37 grammi.
Come Excalibur
La Cervélo P5 “olimpica” avrà questa livrea per Roglic, ma è la stessa bici che a Tokyo ha conquistato il bronzo con Dumoulin e nella crono finale del Tour ha vinto con Wout Van Aert. Non proprio l’ultima arrivata, insomma. Anche se a Tokyo serviva un re come Roglic per estrarla dalla roccia.
«Primoz Roglic – ha detto Javier Guillen, direttore della Vuelta – è il re della suspense nelle corse a tappe. Siamo particolarmente felici di rivederlo per la sua lealtà verso La Vuelta. Dal suo atteggiamento si capisce che ama la nostra corsa e il nostro Paese. Il percorso che offriamo gli si addice e ciò che è notevole in lui è la sua motivazione nell’ultima parte della stagione, ogni anno. Forse gli piace il suo lavoro anche più degli altri perché è arrivato al ciclismo in ritardo. Dopo le Olimpiadi sembra ancora più in forma rispetto ai due anni precedenti, ma questa volta è in corsa per un record di tre vittorie consecutive che entusiasmerà gli appassionati e promette grandi battaglie con gli scalatori puri che dovranno vedersela per tutta la gara con il talento di Roglic. Pensando alla cronometro di 33,8 chilometri dell’ultimo giorno».
Oggi Roglic partirà alle 20,47, un minuto prima di lui scatterà Bernal. Che lo prenda o lo avvicini, già stasera il rumore delle catene si confonderà con quello delle spade.