Anche i meccanici sono nel pieno della Campagna del Nord

24.03.2024
6 min
Salva

Venerdì la E3 Saxo Classic di Harelbeke, oggi la Gand-Wevelegem: la Campagna del Nord entra nel vivo. Ed entra nel vivo anche per i meccanici. Queste corse  sono una sfida anche per gli staff tecnici. Per Gabriele Tosello (nella foto di apertura), per esempio, capo meccanico dell’Astana-Qazaqstan, il Nord è iniziato prima della Sanremo e si chiuderà il lunedì dopo la Liegi!

Lui e Fausto Oppici, meccanico della Soudal-Quick Step, ci spiegano come si sono organizzati e che scelte hanno fatto i loro atleti.

Gleb Syritsa ad Harelbeke, per lui un setup una volta impensabile per quelle corse tanto tortuose e con fondo sconnesso
Gleb Syritsa ad Harelbeke, per lui un setup una volta impensabile per quelle corse tanto tortuose e con fondo sconnesso
Gabriele, voi di Astana avete il magazzino a Nizza. Siete partiti da lì?

Sì, nei pressi di Nizza e da lì siamo partiti la domenica dopo la Sanremo. In pratica chi come me ha fatto la Tirreno, dopo un breve stop a casa, la mattina di Pavia è andato diretto a Nizza. La mattina dopo, come detto, con le bici dei corridori della Classicissima siamo partiti.

Nizza, Belgio: un viaggione…

Da Nizza a Kortrijk, dove alloggiamo, sono 1.200 chilometri. Li abbiamo fatti in due tappe. Ma eravamo in compagnia e il tempo è passato bene. In più eravamo belli carichi. Con noi infatti avevamo anche il materiale delle Ardenne. Se non tutte le bici, almeno gomme e ruote.

Ecco, parliamo delle vostre scorte. 

Per ora le bici abbiamo quelle di chi fa la prima parte. Con noi ci sono 11-12 atleti. Ognuno ha tre bici, quindi sul camion officina ce ne sono 36. Poi, dopo il Brabante, quando cambieranno i corridori cambieranno anche le bici. Abbiamo previsto un transfer. Via queste e dentro le altre. Più o meno saranno le stesse per numero. Dipenderà da quanti corridori effettivamente ruoteranno.

Coperture più larghe, pressioni più basse e canali maggiori consentono di utilizzare ruote ad alto profilo sempre. Anche al Nord…
Coperture più larghe, pressioni più basse e canali maggiori consentono di utilizzare ruote ad alto profilo sempre. Anche al Nord…
Cosa avete portato?

Sette tipi di coperture con diametri di 28, 30 e 32 millimetri. Già ad Harelbeke, considerato un Piccolo Fiandre, qualcuno ha usato i 30 mm. I 32 semmai, solo per la Roubaix. Poi due tipologie di ruota: 45 e 60 millimetri.

Che poi voi avete cambiato fornitore… Solo due set avete portato?

Vero, siamo passati da Corima ed Hed a Vision. Ma proprio per avere le idee chiare a dicembre siamo venuti su per fare dei test con alcuni corridori, tra cui Ballerini e Bol. Poi sono seguiti altri test in galleria del vento, in allenamento e un altro mini sopralluogo lo abbiamo fatto prima della Kuurne e della Omloop.

Altro materiale “da Nord” che avete con voi?

Abbiamo un nastro manubrio apposito, che è antiscivolo e leggermente più imbottito. Questo ci consente di non mettere il doppio nastro manubrio. E poi direi le “mousse”, quegli inserti che si mettono sotto al tubeless e che abbiamo usato ad Harelbeke e useremo al Fiandre e alla Roubaix.

E’ noto che da quelle parti il tempo cambia repentinamente: avete dei lubrificanti diversi?

Abbiamo cambiato oli. Ora ci affidiamo ad una ditta spagnola che si chiama BLUB, che sta proprio per Barcellona Lubrificanti. Ne abbiamo cinque tipi tra spray e più densi: dal secco al bagnato estremo. E posso dire che si usano parecchio. Tre bombolette spray e tre flaconcini da 100 ml di olio a settimana. I cuscinetti ci danno un bel da fare, specie se piove.

Fausto Oppici, meccanico della Soudal-Quick Step
Fausto Oppici, meccanico della Soudal-Quick Step

In casa Soudal…

Se Tosello ci ha parlato del Nord lato meccanici, Oppici fa più o meno la stessa cosa, ma più dal punto di vista degli atleti. E’ noto che la sua squadra, la Soudal-Quick Step sia una vera armata da quelle parti. E anche se non è più la corazzata di un tempo, vanta sempre atleti di primissimo piano come Asgreen, Alaphilippe e Moscon

Qui l’approccio è più mirato al campione. In più bisogna considerare che la sede della Soudal-Quick Step è nei pressi di Gent, pertanto è sul posto. Per ogni evenienza tutto è a portata di mano. Hanno meno bisogno di fare i “grossi bagagli”.

Le tante bici all’interno del camion meccanici della Soudal-Quick Step (foto Wout Beel)
Le tante bici all’interno del camion meccanici della Soudal-Quick Step (foto Wout Beel)
Fausto, come vi siete organizzati “voi” belgi?

Sul fronte dei materiali tutto è confermato, sia rispetto all’anno scorso che rispetto alla Sanremo, per dire. Quello che cambia davvero sono le gomme e le pressioni in particolare. Anche per noi, ogni atleta ha tre bici: quella con cui corre, quella di scorta sulla prima ammiraglia e quella sull’ammiraglia che fa i tagli. Un’altra cosa che facciamo è che tutti i nostri massaggiatori, nei rifornimenti in gara, hanno almeno una coppia di ruote, oltre alle borracce e al rifornimento stesso. Qui al Nord capita che spesso la macchina sia troppo dietro, anche 3-4 minuti proprio nei tratti cruciali, e così gli diamo un set di ruote.

Sulle gomme, con Specialized puntate su copertoncino e camera d’aria. Vale anche per queste gare?

Prevalentemente camera e copertoncino anche per il Nord. Abbiamo anche un tubeless ready a disposizione, ma queste sono decisioni che spettano ai corridori e sono legate soprattutto al meteo. Tra le coperture che abbiamo con noi, c’è il modello Roubaix, il più usato da queste parti. E’ più robusto e lo abbiamo sia nella sezione da 28 mm che in quella da 30.

Asgreen normalmente per quale opta?

Quasi sempre per un 28 se è asciutto, ma credo lo mantenga anche per il bagnato. Asgreen è un tipo molto particolare per quel che riguarda le ruote: sceglie set, gomme e pressioni proprio all’ultimo. Soprattutto sulle pressioni ce le fa ricontrollare spesso proprio al ridosso del via. 

Alaphilippe e Asgreen: i due leader della squadra di Lefevere. Loro due intervengono solo sulle gomme
Alaphilippe e Asgreen: i due leader della squadra di Lefevere. Loro due intervengono solo sulle gomme
E viaggia sugli standard indicati per quanto riguarda il gonfiaggio?

Più o meno sì, chi va sotto di 0,2-0,3 bar è Alaphilippe. Per il resto si tocca davvero poco. Non è più come una volta. Dai raggi al cerchio, le ruote le montiamo e le usiamo così come escono dalla fabbrica. Anche le posizioni non vengono toccate per niente.

Perché?

Perché tra metodi costruttivi diversi, ruote che si rompono meno, l’efficienza è sempre buona e l’aerodinamica conta sempre di più. Una volta si parlava di doppio nastro, noi quasi non lo mettiamo più. Non solo, ma se proprio non fa freddo ormai tanti atleti corrono senza guanti anche sul pavé. E il guanto stesso era uno spessore ulteriore. Una volta si cambiavano bici, si usavano quelle con gli inserti ammortizzanti. Si cambiavano forcelle, si usavano quelle ammortizzate… Noi oggi affrontiamo le classiche del Nord con Specialized SL8, la stessa della Sanremo, per dire…