Il test della nuova Lapierre Xelius SL3 (versione 9.0)

19.01.2023
7 min
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Lapierre Xelius SL3 vs Xelius SL2 due generazioni a confronto

Il progetto ed il design della nuova Lapierre Xelius SL3 tengono fede al DNA di questa piattaforma, eppure in termini prestazionali l’ultima versione è completamente differente. E’ progressiva, soprattutto nelle sezioni centrale e posteriore.

Abbiamo provato l’allestimento 9.0, una versione pronta alla competizione in tutto e per tutto, con un valore alla bilancia interessante e un rapporto tra la qualità ed il prezzo molto buono.

Mai scomoda e tanto gratificante in salita (foto Matteo Malaspina)
Mai scomoda e tanto gratificante in salita (foto Matteo Malaspina)

Xelius SL, la terza generazione

Il marchio di fabbrica è legato ai profilati obliqui che sono separati dal piantone, ma il design complessivo e la sagomatura di tutte le tubazioni sono molto differenti rispetto al passato. Cambiano anche le prestazioni, per una bicicletta che è migliorata ulteriormente nella versatilità e capacità di configurarsi al meglio con differenti tipologie di ruote. E’ sufficientemente comoda, ma è una bici da gara in tutto e per tutto. In discesa all’interno delle sezioni tecniche fa godere delle traiettorie tirate alla corda.

La bicicletta in test

La Lapierre Xelius 9.0 rappresenta la top di gamma delle biciclette complete presenti nel listino. Oltre questa versione non è più possibile andare, o meglio, è possibile farlo, ma acquistando il solo framekit dotato del modulo di carbonio ancora più evoluto (mutuando l’affermazione di un amico lo abbiamo definito “il modulo militare”), ovvero quello in dotazione ai pro’.

La 9.0 è meno rigida e meno estremizzata nel peso, seppur di poco. Si tratta di un telaio completamente in carbonio che adotta un blend di fibre UD. Il triangolo anteriore è monoscocca, mentre il posteriore è unito in un secondo momento. Anche la forcella è tutta in fibra. C’è lo stem Lapierre in alluminio, uguale a quello dell’Aircode, c’è la piega manubrio classica in carbonio, anche questa firmata Lapierre, così come il reggisella rotondo da 27,2 millimetri, in carbonio e con off-set 0.

La trasmissione è la Shimano Dura Ace 12v (52-36 e 11-30), la sella è la Fizik Argo Vento R5. Il comparto ruote è rappresentato dalle Lapierre LP42, molto diverse dalle precedenti, con un’altezza di 42 millimetri, cerchio spanciato full carbonio e tubeless ready, senza dimenticare il canale interno da 21. Gli pneumatici sono i Continental GP5000S da 25, già nella versione TR (tubeless). 7,3 chilogrammi rilevati (senza pedali e nella taglia media), per un prezzo di listino pari 7.799 euro.

Due modelli a confronto

Nonostante un facile accostamento, possibile per quello che concerne l’impatto estetico e la categoria del mezzo, la forma di tutte le tubazione è totalmente differente. Solamente il piantone è simile, perché è rotondo e utilizza la svasatura bassa nei pressi del passaggio della ruota. E’ stato mantenuto, anzi migliorato il concetto GLP, ovvero il posizionamento della batteria Di2 tra obliquo e scatola del movimento centrale, con l’obiettivo di portare le masse verso il basso, aumentando la stabilità.

La zona dello sterzo, incluse le sedi dei cuscinetti è stata cambiata, per aumentare la rigidità del comparto, per creare una penetrazione aerodinamica migliore e per sfruttare un’integrazione totale delle guaine.

I due foderi obliqui, nel punto in cui si uniscono all’orizzontale, sfruttano una superficie maggiore e più squadrata. Sono diversi anche i terminali del carro posteriore, più abbondanti rispetto al passato e con delle ghiere filettate per l’alloggio del perno passante che arrivano dalla Aircode. Inoltre il braccetto di supporto del cambio è Direct Mount. La forma dei due foderi bassi adotta una spanciatura evidente verso la ruota, che amplifica l’asimmetria delle due tubazioni. Rimangono le asole Speed-Release per forcella e retrotreno.

Una bici precisa e veloce (foto Matteo Malaspina)
Una bici precisa e veloce (foto Matteo Malaspina)

Geometria 100% race

Le geometrie sono un’altra cosa, per una bicicletta compatta e ampiamente sfruttabile al tempo stesso. A parità di taglia, la nuova Lapierre Xelius ha un orizzontale più corto, fattore che influisce in modo esponenziale sulla rapidità, guidabilità e stabilità della bicicletta, soprattutto nei tratti tecnici con tanti cambi di direzione. Al tempo stesso abbiamo un mezzo con un reach più lungo. In questo modo si sfrutta maggiormente tutto il telaio, senza per forza dover usare un attacco manubrio più lungo. Non solo, perché il carico del corpo è spalmato tra piantone, orizzontale e avantreno, con benefici tangibili che arrivano quando si esce in fuorisella e proprio in discesa alle velocità più elevate.

In conclusione

La Lapierre Xelius SL3 9.0 è una bici corsaiola ed estremamente versatile, lo è per natura, lo è per la capacità di configurarsi con allestimenti diversi ed è in grado di supportare stili di guida agli antipodi. Non è scomoda, anche se un certo brio emerge quando si affrontano tratti di strada sconnessa: situazioni in cui emerge la sua rigidità. Come per la versione precedente può non creare un feeling immediato a chi non è abituato ad una bicicletta che spinge costantemente e lo fa principalmente con il retrotreno.

Bisogna prendersi qualche ora di attività per capire il mezzo ed assecondarlo e dopo è difficile trovare un punto debole. Forse manca un power meter incluso nel pacchetto, considerazione che prende forma confrontando alcune bici di marchi concorrenti, ma che esula dalla tecnica della bici. La SL3 è una bicicletta davvero completa e trasversale, con un range di utilizzo e di utenza molto ampi.