Ultima gara, primo centro per Casasola, con dedica speciale

19.02.2025
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Ormai soppiantato dalle prime prove su strada, il ciclocross ha chiuso domenica scorsa la sua stagione dedicata ai grandi circuiti e l’ultima tappa dell’X2O Badkamers Trofée nel bellissimo scenario dei giardini dell’Università di Bruxelles ha finalmente regalato a Sara Casasola quella vittoria inseguita per tutta la stagione. Proprio in extremis la friulana, che mai aveva vinto una classica internazionale, ha messo la ciliegina sulla torta di una stagione importante, la sua prima nelle file di un grande team internazionale.

La friulana a Bruxelles ha preceduto in volata Marion Norbert Riberolle, terza la Brand a 39″ (foto CorVos)
La friulana a Bruxelles ha preceduto in volata Marion Norbert Riberolle, terza la Brand a 39″ (foto CorVos)

E’ vero, alcune delle principali protagoniste hanno già virato verso la strada, cosa che anche lei è pronta a fare, ma il successo, anche per l’importanza stessa dell’evento, irradia tutta la sua stagione di una luce nuova.

«La inseguivo dall’inizio – racconta appena tornata a casa, mettendo da parte tutto l’armamentario da ciclocross per preparare la nuova stagione – sapevo di essere in buona condizione e volevo tanto chiudere l’annata senza sentire in bocca l’amaro di un’occasione sprecata. Ci avevo già provato il giorno prima a Sint Niklaas finendo a soli 4” dalla Brand, l’ultima occasione è stata quella buona».

Per Sara Casasola 25 gare, con l’argento iridato nel Team Relay e ben 8 Top 10
Per Sara Casasola 25 gare, con l’argento iridato nel Team Relay e ben 8 Top 10
Che gara era quella nella Capitale?

Non semplice, su un percorso abbastanza diverso da quelli soliti belgi. Non c’era tanto da spingere, ma era molto tecnico anche perché sotto il fango si era formato uno strato di ghiaccio e quindi bisognava guidare bene per non incorrere in cadute. Infatti per gran parte della gara è stata davanti la mia compagna di squadra Norbert Riberolle che sa guidare davvero bene. Io non ero partita benissimo, ma poi l’ho agganciata e nel finale ho sfruttato una piccola rampa per prendere qualche metro, utile per conquistare il successo.

Che giudizio dai a questa stagione, quella del grande cambiamento?

Direi che è stata al di sopra delle mie aspettative. Soprattutto considerando come l’avevo iniziata, con la condizione che non arrivava. D’altro canto era la prima da ciclocrossista vera, impegnata per tutto l’anno e sempre nelle classiche: ho disputato 25 gare, ma in Italia ho corso solo lo sfortunato campionato italiano. In totale per oltre metà delle gare sono stata nella top 5, collezionando molti podi. L’unica vera delusione è stata la tappa di Coppa del mondo a Namur.

A Namur l’unica prestazione negativa in Coppa, dopo una brutta influenza
A Namur l’unica prestazione negativa in Coppa, dopo una brutta influenza
E va considerato anche che nel periodo delle Feste, quello notoriamente più ricco di eventi e più agognato dai grandi specialisti, eri al palo…

Sì, ho preso una brutta influenza che mi ha lasciato strascichi. Ai campionati italiani ero al rientro e c’era una forma fisica tutta da ritrovare. Per questo sono contenta di aver chiuso bene la mia stagione, proprio per riscattare quel periodo buio.

Ora però, mentre negli scorsi anni ti approcciavi alla stagione su strada con relativa tranquillità, si prospetta davanti a te una stagione impegnativa, nel WorldTour…

E’ vero, ma in questo incide molto il team, le sue prospettive, la sua impostazione. Mi ritroverò a fare gare di altissimo livello e credo che principalmente sarò impegnata come aiutante della capitana di turno, ma spero di potermi togliere qualche soddisfazione. Di sicuro non parto per vivacchiare, ma per fare in pieno il mio dovere e cogliere le occasioni se si presenteranno.

In azzurro Casasola ha colto il 4° posto europeo e 6° mondiale, sfidando le olandesi alla pari
In azzurro Casasola ha colto il 4° posto europeo e 6° mondiale, sfidando le olandesi alla pari
Hai aspettative alte?

Sì, certamente superiori a quelle degli scorsi anni. Partirò con la Strade Bianche, poi farò tutte le classiche italiane con un punto di domanda ancora per la Sanremo. Dopo andrò in ritiro in Spagna per preparare le classiche delle Ardenne e dopo faremo il punto della situazione.

Il che significa che tiri dritto senza prendere fiato…

E’ normale, considerando anche la sosta a Natale, nella quale per una settimana non ho neanche preso in mano la bici. Non tutte le ciclocrossiste proseguono senza fermarsi, ma a me conviene. Inoltre il fatto di esordire con la Strade Bianche è un vantaggio, perché è la più affine alla nostra attività. Lì penso che correremo per la Pieterse che su quel percorso può davvero vincere, ma io voglio fare la mia parte. Più avanti si vedrà quali altri impegni assolvere, penso che poi nella seconda parte cominceremo anche a dosare le energie per arrivare alla stagione di ciclocross già in forma.

Foto di gruppo alla Guerciotti, con la friulana in alto a sinistra e Di Tano a destra
Foto di gruppo alla Guerciotti, con la friulana in alto a sinistra e Di Tano a destra
Al di là della stagione e anche del prestigio intrinseco della gara di Bruxelles, hai detto che il successo colto ha per te un significato particolare: perché?

Sinceramente avrei voluto poterlo dedicare a Vito Di Tano, ma purtroppo sono arrivata tardi. Vito è stato per me, come per altre, un mentore, una persona preziosa. Ricordo che quando arrivai in Guerciotti ero piena di dubbi, dicevo che non avevo abbastanza basi di velocità per vincere. Lui mi ha preso da parte, mi ha caricato col risultato che ho vinto le prime due gare e proprio in volata. E lui lì: «Hai visto quanto sei veloce?». Con la sua bontà, ha  toccato l’animo di molte atlete, infatti continuavamo a sentirci quasi ogni settimana e speravo davvero che rimanesse con noi ancora un po’. Questa vittoria è anche sua.

La Brand sulle porte della leggenda

13.02.2021
3 min
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Tutto in una sfida, tutto in meno di 4 minuti: per una volta, sono le ragazze e segnatamente Lucinda Brand a guadagnarsi gli onori delle cronache. La tappa finale dell’X2O Badkamers Trofée, l’ultima challenge in ordine di tempo a chiudere i battenti nel ciclocross, dovrà decretare la vincitrice. Sarà il percorso disegnato nei parchi dell’Università di Bruxelles a decidere chi fra Lucinda Brand e Denise Betsema potrà portare a casa l’ambito trofeo. La campionessa mondiale deve difendere 40” che, come si è visto domenica a Lille, non sono un grande vantaggio. Soprattutto in presenza di qualche intoppo, come accaduto sul percorso innevato (bellissimo paesaggisticamente, un po’ meno dal punto di vista tecnico essendo quasi completamente privo della benché minima difficoltà).

Lucinda Brand è a un passo dal clamoroso Grande Slam
Lucinda Brand è a un passo dal clamoroso Grande Slam

Slam in vista?

Per la Brand la gara di domenica avrà oltretutto un significato davvero speciale: con l’X2O Badkamers Trofée l’olandese potrà essere infatti la prima atleta a conseguire il Grande Slam, che accomuna le tre principali challenge alla conquista della maglia iridata. Un’impresa riuscita in campo maschile solo a Van Aert nel 2016, che fra le donne è diventata realizzabile solo nel 2015, quando è stata loro aperta la porta del Superprestige. La Brand ha già fatto sua la Coppa del mondo, ha vinto il mondiale di Ostenda e sabato scorso ha completato la conquista del Superprestige. Ora le manca un ultimo tassello per ottenere la consacrazione nella leggenda.

Laurens Sweeck ha vinto la prova di domenica scorsa a Lille
Laurens Sweeck ha vinto domenica scorsa a Lille

Iserbyt sicuro

In campo maschile la situazione è ben diversa. Il vantaggio che il campione europeo Eli Iserbyt ha nei confronti di Toon Aerts è di quelli che lasciano tranquilli, ben 3’02”. Mentre il suo compagno di squadra Michael Vanthourenhout bracca il connazionale a 3’11”.

Il vantaggio di Eli Iserbyt nei confronti di Toon Aerts è tranquillizzante
Il vantaggio di Eli Iserbyt nei confronti di Toon Aerts è tranquillizzante

Proprio nella gara di domenica scorsa, vinta dal terzo alfiere della Pauwels Sauzen Bingoal, Laurens Sweeck (che in assenza dei “tre tenori” appare come il corridore attualmente più in forma), Vanthourenhout ha dimostrato quanto sia importante per l’economia del team. Ha protetto il capitano nei momenti difficili anche a dispetto della scelta un po’ scriteriata di Sweeck di andare all’attacco nella seconda tornata, trascinandosi dietro Aerts. A quel punto Iserbyt, poco brillante in questo periodo, rischiava di saltare. Invece il compagno di colori lo ha protetto, portandolo a riaccodarsi ad Aerts che nel frattempo iniziava a cedere. A Bruxelles c’è da attendersi una “marcatura a uomo” nei confronti di Aerts, unico ostacolo rimasto sulla via del bis consecutivo per il “folletto belga”.

Van Aert, un’altra sconfitta nata in partenza

23.01.2021
5 min
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Passano le settimane, cambiano le challenge, ma l’esito è sempre quello: primo Mathieu Van der Poel e secondo Wout Van Aert. Ad Hamme (Bel), nella prova dell’X2O Badkamers Trofée, l’olandese ha vinto per soli 5” sul belga, ma il distacco non dice la realtà della corsa.

Avvallamento traditore, anche Van der Poel ne fa le spese al primo giro
Avvallamento traditore, anche Van der Poel ne fa le spese al primo giro

Solita tattica

Il campione dell’Alpecin-Fenix ha svolto il suo compito al solito modo. Un primo giro guardingo (oltretutto contraddistinto da una caduta in un avvallamento che nelle tornate successive farà altre vittime come lo stesso Van Aert e Pidcock), per poi cambiare marcia nel secondo e fare il vuoto. Van Aert, che pure veniva da due settimane ricche di soddisfazioni a cominciare dal titolo belga, ha atteso troppo, partendo all’inseguimento di VDP quando ormai il ritardo era superiore ai 10”.

L’olandese non ha guadagnato più, i due sono rimasti sempre a contatto visivo grazie anche al particolare percorso belga ricco di tornanti, ma la struttura della gara non è cambiata. E VDP ha potuto amministrare con calma la vittoria, mandando un messaggio chiaro sia per la prova finale di Coppa del mondo di domani, sia soprattutto per i mondiali di fine mese.

Anche Van Aert cade e insegue da vicno, senza mai rientrare
Anche Van Aert cade e insegue da vicno, senza mai rientrare

Partenza soft

Un’evoluzione di gara che abbiamo già visto più volte: nel primo giro l’olandese rimane sempre davanti pur in controllo, Van Aert ha sempre qualche avversario da superare e quando il rivale parte, non è mai pronto a rispondere subito, perdendo metri preziosissimi. Considerando questo aspetto tecnico, abbiamo voluto sentire il parere di uno che mangia pane e ciclocross: Luca Bramati.

Poi l’olandese però prende il largo, pur senza guadagnare molto
Poi l’olandese però prende il largo, pur senza guadagnare molto

«Bisogna tenere conto che questa gara viene prima della tappa di Coppa – spiega – alla quale tengono tutti di più, quindi nessuno si è dannato l’anima. Credo che Van Aert abbia pensato più a valutare il rivale in vista degli appuntamenti che verranno. Probabilmente il belga non riesce a partire abbastanza forte, sicuramente Mathieu ha un po’ di brillantezza in più nelle prime fasi, ma altrettanto sicuramente Van Aert è consapevole di questo aspetto e ci starà pensando per la gara iridata, l’unica che davvero conta. Credo che a Ostenda sarà una battaglia dal primo metro, lì cambieranno le strategie e molto probabilmente Van Aert proverà a rimanergli attaccato per rispondere subito quando VDP cambierà marcia».

Gara dura anche fra le donne, su e giù dall’argine
Gara dura anche fra le donne, su e giù dall’argine

Altro passo

La gara di Hamme, a una settimana dall’evento iridato, ha confermato anche alcuni assunti. Innanzitutto i due hanno un passo superiore rispetto a tutti gli altri e quando accelerano, nessuno riesce a stargli dietro. Neanche Pidcock, oggi quarto a 1’04”, superato all’inizio dell’ultimo giro dal belga Laurens Sweeck grazie a una caduta.

Va detto che il percorso odierno, quasi tutto fangoso e molto scivoloso, ha messo in chiara difficoltà i pesi piuma come il britannico e il campione europeo Iserbyt, partito bene, poi andato annaspando a causa anche di numerosi errori di traiettoria che lo hanno penalizzato. Vanthourenhout era stato molto promettente, tanto da lanciare al secondo giro quell’attacco che ha dato spunto a Van der Poel per fare la differenza, ma poi il suo incedere elegante, forse il più classico fra i ciclocrossisti di primo piano, si è lentamente spento fino a farlo sparire dalle prime piazze.

Stessa trappola anche per Lucinda Brand: giù a peso morto
Stessa trappola anche per Lucinda Brand: giù a peso morto

Lechner cresce

Anche la gara femminile ha ho po’ rimischiato le gerarchie finora viste, probabilmente perché qualcuna comincia a nascondersi in vista dei mondiali, in primis l’olandese Lucinda Brand, uscita dal podio dopo una serie quasi infinita. La migliore questa volta è stata la campionessa iridata in carica Ceylin Del Carmen Alvarado, che ha rifilato alle avversarie distacchi importanti, a cominciare dalle connazionali Denise Betsema a 19” e Manon Bakker a 25”, tornata ai vertici dopo un ottimo inizio stagione e poi un lungo periodo di eclissi.

Trionfo per Alvarado Ceylin del Carmen
Trionfo per Alvarado Ceylin del Carmen

Le olandesi continuano a dominare, ma la belga Sanne Cant e la francese Marion Norbert Riberolle sono apparse non lontane dal loro livello.

Lo stesso si può dire di Eva Lechner, oggi 11ª a 1’22”: «Non sono partita benissimo, ma poi ho pensato a procedere sul ritmo, tenendo le prime sempre abbastanza a tiro e questo particolare mi fa ben sperare, considerando che vengo da due settimane di forte carico in allenamento. La brillantezza devo averla a Ostenda, queste sono tappe di passaggio». Un altro motivo di interesse da aggiungere in ottica mondiale.