Nalini e Team Equa uniti dal Ciclismo Paralimpico

21.05.2024
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Il marchio Nalini è conosciuto e apprezzato in tutto il mondo grazie alla sua lunga storia, ma soprattutto per la qualità di ogni singolo capo che ogni giorno viene prodotto a Castel d’Ario, località in provincia di Mantova, dove ha sede l’azienda. Una qualità confermata anche dalla rinnovata partnership con la DSM – Firmenich, formazione del circuito World Tour impegnata in questi giorni sulle strade del Giro d’Italia.

Nalini è partner ufficiale della Squadra Paralimpica Team Equa
Nalini è partner ufficiale della Squadra Paralimpica Team Equa

Ecco il Ciclismo Paralimpico

Allo sviluppo e alla produzione di nuovi capi di abbigliamento si accompagna ogni giorno un’attività finalizzata alla messa in campo di progetti e collaborazioni che non si limitano al solo ambito prettamente sportivo. Da qui nasce la partnership con il Team Equa, società della provincia di Pavia.

Stiamo parlando di un team che può essere tranquillamente considerato il vero riferimento del settore del Ciclismo Paralimpico grazie agli straordinari risultati fin qui ottenuti. Negli 11 anni di attività gli atleti del Team Equa hanno conquistato 8 medaglie ai Giochi Paralimpici, 19 titoli di campione del mondo, 7 titoli di campione europeo e 20 vittorie nelle prove di Coppa del mondo.

Ci sono anche tante altre realtà che supportano gli atleti del team Equa
Ci sono anche tante altre realtà che supportano gli atleti del team Equa

L’importanza dell’inclusività

La scelta da parte di Nalini di essere partner di un team di prestigio impegnato nel mondo del Ciclismo Paralimpico è perfettamente spiegata da Giuseppe Bovo, direttore generale dell’azienda mantovana. 

«Accanto alle sponsorizzazioni dei Pro Team – ha commentato Bovo – riteniamo altrettanto importante sostenere eventi, squadre e iniziative di ciclismo dove vincono l’inclusività e il più autentico spirito sportivo. Vogliamo portare più persone possibili a scoprire e a vivere con pienezza e soddisfazione il ciclismo e lo facciamo affiancandoci a chi interpreta e condivide con noi questo obiettivo. Dal primo di gennaio Nalini veste il team Equa in qualità di sponsor tecnico. Per noi è un privilegio poter collaborare con Ana Maria Vitelaru (atleta della nazionale di Ciclismo Paralimpico, Handbike cat. WH5 ndr) e con tutti gli atleti del Team, portando avanti insieme a loro un forte messaggio di incoraggiamento a vivere lo sport come leva per superare i propri limiti».

Da sinistra Claudio Mantovani, titolare di MOA Sport, proprietaria del brand Nalini, Ana Maria Vitelaru e Ercole Spada
Da sinistra Claudio Mantovani, titolare di MOA Sport, proprietaria del brand Nalini, Ana Maria Vitelaru e Ercole Spada

Già in gara

La prima “prova sul campo” delle divise Nalini è avvenuta lo scorso aprile in occasione della gara Internazionale di Marina di Massa, dove gli atleti del Team Equa hanno indossato i nuovi capi di abbigliamento, realizzati su misura, partendo dalle specifiche esigenze di ciascun atleta.

Questa partnership rappresenta per Nalini anche un particolare banco di prova per lo studio e la progettazione di materiali sempre più performanti da utilizzare nello sviluppo di capi di abbigliamento da competizione.

Nalini

Team Equa

Bernard e Plebani: un tandem tricolore che sogna in grande

09.07.2023
6 min
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Non solo Comano Terme e Mordano, i campionati italiani si sono corsi anche a Codogno. Nella provincia di Lodi sono andate in scena le gare per assegnare i titoli italiani assoluti di paraciclismo. Nella categoria MB, dedicata ai non vedenti, la prova in linea è stata vinta dal tandem composto da Lorenzo Bernard e Davide Plebani (in apertura insieme sul podio, foto Paolo Codeluppi e Roberto Bof). Una coppia giovane e nata da pochissimo ma che si è già dimostrata vincente. 

Plebani e Bernard si sono ritrovati a correre il campionato italiano dopo pochi allenamenti (foto Paolo Codeluppi e Roberto Bof)
Plebani e Bernard si sono ritrovati a correre il campionato italiano dopo pochi allenamenti (foto Paolo Codeluppi e Roberto Bof)

Dal canottaggio alla bici

Lorenzo Bernard arriva però da un mondo completamente differente, dal canottaggio. In questa specialità ha preso parte alle Paralimpiadi di Tokyo 2020, ora si è spostato in sella ad una bici. Lorenzo ha trovato in Davide Plebani una guida d’eccellenza e la giovane coppia è già arrivata al successo. Ma l’obiettivo vero è spostato di qualche mese

«Ho sempre avuto la passione verso il ciclismo – racconta Bernard – e dopo Tokyo mi sono messo alla prova. Ho iniziato a girare in tandem con degli amici e pedalavo per il semplice gusto di farlo. In primavera ho conosciuto il cittì della nazionale Addesi e grazie a lui sono venuto a contatto con Davide (Plebani, ndr). Lui era già con un ragazzo ma a giugno è venuta fuori l’occasione di fare insieme il campionato italiano. Era un banco di prova per capire cosa avremmo potuto fare, direi che non è andata male (dice con una risata, ndr)».

I due ragazzi del Team Equa corrono con le maglie della Green Project partner della squadra (foto Paolo Codeluppi e Roberto Bof)
I due ragazzi del Team Equa corrono con le maglie della Green Project partner della squadra (foto Paolo Codeluppi e Roberto Bof)

Due caratteri affini

Per creare una coppia che sia in grado di vincere e affiatata non bastano poche settimane. Bernard e Plebani hanno dimostrato delle grandi qualità, ma la strada per essere competitivi al massimo è ancora lunga. 

«Più si pedala insieme – ammette Bernard – più si crea affiatamento, dobbiamo creare un’unione. Bisogna essere in totale sintonia ed avere anche fisici e caratteristiche simili. Davide ed io siamo della stessa età, stesso peso ed altezza, caratteristiche fisiche che hanno aiutato il nostro affiatamento. Davide mi ha aperto subito le porte di casa sua e sono stato spesso a Sarnico, dove abita, ad allenarmi. Il feeling in bici si crea man mano, serve totale fiducia e devi capire cosa vuole fare la guida. Io percepisco tramite i pedali quello che lui vuole fare: girare, accelerare o frenare».

«Quello che ha fatto Plebani – aggiunge Ercole Spada, presidente del Team Equa – non è da tutti. Sia Davide che Lorenzo sono due persone d’oro, anche il fatto di aprire le proprie porte di casa ad un estraneo è bellissimo. Davide ci crede e ha detto che ha ritrovato la voglia di correre in bici». 

Plebani ha detto di aver trovato un livello molto alto nella competizione (foto Paolo Codeluppi e Roberto Bof)
Plebani ha detto di aver trovato un livello molto alto nella competizione (foto Paolo Codeluppi e Roberto Bof)

L’esperienza di Plebani

Davide Plebani aveva smesso di correre in bici, almeno a livello individuale elite, ma un incontro con Spada gli ha permesso di vivere questa nuova esperienza. 

«Ero ad una gara di ciclocross – racconta – ho conosciuto Spada e mi ha chiesto se fossi disponibile per fare da guida a un ragazzo. Io sono un atleta della Polizia e loro mi hanno indirizzato su un atleta di interesse nazionale. Inizialmente correvo con un altro ragazzo, ma pochi mesi dopo mi hanno messo in coppia con Lorenzo. Sono rimasto stupito del livello che ho trovato in queste competizioni, sono tornato ad allenarmi seriamente. In Lorenzo credo molto, l’ho ospitato a casa mia per quattro settimane, tre giorni a settimana, per allenarci. Convivo con la mia ragazza, Elisa (Balsamo, ndr) e lei ci ha dato una mano in tutto. Il carattere di Lorenzo ha reso tutto più semplice, fino a quando hai una persona come lui diventa tutto più semplice».

Bernard arriva dal canottaggio, ha provato a correre in bici dopo aver terminato le Paralimpiadi di Tokyo (foto Paolo Codeluppi e Roberto Bof)
Bernard arriva dal canottaggio, ha provato a correre in bici dopo aver terminato le Paralimpiadi di Tokyo (foto Paolo Codeluppi e Roberto Bof)

L’affiatamento

Sia Bernard che Plebani hanno parlato di feeling e sensazioni, ma come si crea una coppia competitiva e affiatata? Quali sono i passi da fare? Ma soprattutto, come ci si comporta in bici?

«Sul tandem – spiega Plebani – la guida ottima è quella che pensa anche per chi ha dietro. Se una delle due parti “salta”, il tandem non va più avanti. Sono io che gestisco la bici: cambio il rapporto, guido e do le indicazioni a Lorenzo. Prima pensavo solo a me stesso, ora invece devo farlo anche per lui. Per fortuna ho una buona sensibilità e questo mi permette di capire quello che sente Lorenzo. Devo… sentirlo, in tutti i sensi, e correggerlo. Quando sei davanti, senti tutto – peso e ciondolamento – insieme abbiamo affinato la tecnica di pedalata.

«Non è stato facile – prosegue Plebani – nel ciclismo le categorie dedicate ai non vedenti sono tutte insieme, quindi c’è grande differenza tra avere alle spalle un ipovedente o un non vedente come Lorenzo. Al campionato italiano mi è capitato spesso di guidarlo anche con la voce. Dovete sapere che i non vedenti si regolano con l’udito, capiscono che un avversario sta attaccando dal rumore della cambiata. Lorenzo, però, nel suo incidente ha perso anche l’udito, ad un certo punto in gara ci hanno attaccato ed io ho aumentato il ritmo. Stavo facendo una fatica enorme, ad un certo punto guardando i nostri dati al ciclocomputer mi sono reso conto che Lorenzo non spingeva a tutta. Inutile dire che ho dovuto urlagli “mena!” (conclude con una risata, ndr)».

I due andranno in ritiro con la nazionale a Livigno alla ricerca del miglior feeling (foto Paolo Codeluppi e Roberto Bof)
I due andranno in ritiro con la nazionale a Livigno alla ricerca del miglior feeling (foto Paolo Codeluppi e Roberto Bof)

Obiettivo Glasgow

«Ora andremo a Livigno con la nazionale a fare un ritiro – dice alla fine Bernard – e non vedo l’ora di affinare la tecnica con Davide. Siamo l’unica coppia nuova, gli altri lavorano insieme da inizio anno, però andiamo forte. L’obiettivo è quello di partecipare ai mondiale ed all’europeo».

«Non abbiamo ancora festeggiato la vittoria del campionato italiano – conclude Plebani – aspettiamo i mondiali e gli europei. Magari uniamo più festeggiamenti in uno e ci facciamo una bella vacanza insieme!»