Ursus Countach, le ruote gravel hanno un nuovo riferimento

25.10.2023
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ROSA’ – Ursus ha presentato ufficialmente la nuova Countach, ovvero la ruota gravel ad alte prestazioni, con un cerchio in carbonio hookless ed il rinnovato mozzo RD52.

Solida, come vuole il DNA Ursus, ma anche versatile e gratificante in fatto di estetica. Per contestualizzare meglio le nuove Countach abbiamo chiesto anche a Marco Giacomin, Product Manager di Ursus.

Le nuove Countach hanno equipaggiato la bici ufficiale del mondiale gravel (foto Ursus)
Le nuove Countach hanno equipaggiato la bici ufficiale del mondiale gravel (foto Ursus)
Quale è stata e quale è la parte più complicata quando c’è da sviluppare una ruota?

Di sicuro i cuscinetti, che è anche un componente di acquisto per tutti i brand. I cuscinetti non vengono prodotti all’interno delle aziende che fanno le ruote. Cosa diversa invece è il mozzo, che in Ursus produciamo partendo da zero. Ecco che i cuscinetti si devono interfacciare in modo ottimale con il mozzo per garantire una performance ottimale. E poi il concept della ruota, se questa vuole essere prima di tutto leggera, oppure veloce, o magari versatile: un importante fattore che ci serve per posizionare correttamente il prodotto all’interno di un mercato non semplice da affrontare.

E’ più difficile fare una ruota gravel oppure una da strada?

La super specializzazione a tutti i livelli non facilità lo sviluppo e la produzione, di qualsiasi ruota si parli. Il lavoro che c’è dietro le quinte è enorme. Probabilmente, oggi è più difficile fare una buona ruota gravel, non fosse altro perché la categoria è nata da poco ed è protagonista di una veloce fase di evoluzione.

Marco Giacomin, Product Manager in Ursus
Marco Giacomin, Product Manager in Ursus
Per la Countach avete optato per i cerchi hookless. Il motivo?

Hookless perché è adeguato all’utilizzo con pressioni di gonfiagggio contenute e nelle varie fasi di test ci ha dimostrato una tenuta eccellente, ma anche ottime qualità tecniche. Cosa diversa sono le ruote strada, dove anche per il futuro manterremo il disegno mini-hook tubeless per l’ingaggio dello pneumatico.

Countach, come sono fatte

Anche la Countach è stata portata e analizzata all’interno della galleria del vento di Silverstone, come buona parte delle ruote road Ursus di ultima generazione. E’ stata sviluppata per interfacciarsi al meglio con pneumatici dai 30 millimetri in su. Ha un valore alla bilancia dichiarato di, 715 grammi e 830 grammi, rispettivamente per anteriore e posteriore.

Il cerchio è in carbonio, con un’altezza di 35,2 millimetri, una larghezza totale di 32 e un canale interno di 23 millimetri. Necessita del nastro tubeless. I fori che permettono di accedere al dado di contrasto per i nipples si ottengono tramite estrusione.

I nipples sono esterni e autobloccanti, per facilitare eventuali operazioni di manutenzione e sostituzione. I raggi sono dei profilati in acciaio (Sapim CX), 24 per la ruota anteriore e posteriore. Hanno una tensionatura differenziata che lascia spazio anche ad eventuali personalizzazioni (un valore aggiunto non trascurabile, che conferma la bontà progettuale, la cura del prodotto e che non tutti sono in grado di offrire). Questa sfaccettatura tecnica rende la Countach sfruttabile anche in situazioni diverse al gravel puro. Ad esempio su una gara con il pavé.

Il canale interno è hookless, i fori sono creati per estrusione
Il canale interno è hookless, i fori sono creati per estrusione

Nuovo mozzo Ursus RD52

Si basa sul disegno e sugli ingombri del precedente RD50, con una piccola modifica al meccanismo interno. E’ completamente in alluminio e ottenuto con una lavorazione CNC. Ha delle flange con un’altezza differenziata, 39 millimetri per quello davanti, 39 e 47,5 millimetri per quello dietro (differenti tra il lato dei pignoni e quelli libero).

E’ montato a pressione, con l’obiettivo di semplificare al massimo la pulizia e la manutenzione. La ruota libera ha tre cricchetti che ingaggiano su una ruota dentata, interna al mozzo (30 denti), il tutto con un’angolazione di 12°. Traducendo: il meccanismo è molto veloce e lascia degli spazi vuoti minimi, ma al tempo stesso non manda in crisi la meccanica, anche nell’ottica di offrire un prodotto robusto e longevo. Il prezzo di listino è di 1.600 euro. Le Countach saranno disponibili a partire da gennaio 2024.

Ursus

Le ruote Ursus in gruppo con la Corratec (e non solo!)

24.05.2023
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Ursus è partner dei Team Corratec-Selle Italia, sempre in evidenza a questo Giro d’Italia 2023, Bingoal e anche del Team Colpack-Ballan.

Entriamo nel dettaglio dei materiali forniti alle squadre e lo facciamo con Enrico Stragliotto del reparto sales-marketing dell’azienda veneta.

Profili diversi a confronto, Miura T37 Disc e T47
Profili diversi a confronto, Miura T37 Disc e T47
Quali sono i modelli di ruote Ursus forniti ai team?

Alle squadre forniamo principalmente due modelli di ruote, le Miura TC Disc e le TC, sempre della famiglia Disc. Generalmente i corridori utilizzano le ruote Miura per le competizioni e le ruote TC sulle bici da allenamento. Tecnicamente le due categorie di prodotti hanno mostrato una guidabilità simile, fattore che è utile agli atleti per non differenziare troppo lo stile di guida, dalla gara alle fasi di training.

Quali sono le caratteristiche principali dei diversi modelli?

Le Miura TC sono i nostri modelli top di gamma tubeless ready ed hanno un cerchio in carbonio. Hanno il mozzo straight pull RD50 e i raggi Sapim CX-Ray. Le Ursus Miura TC sono disponibili con tre diversi profili. 37, 47 e 67 millimetri. La serie TC Disc invece ha un mozzo specifico per l’ingaggio dei raggi J-bend. Gli stessi profilati, in acciaio, sono sempre della Sapim, ma nel modello Leader. Sono disponibili con due profili, 37 e 47 millimetri. Entrambe le categorie utilizzano lo stesso cerchio tubeless ready in carbonio, con larghezza esterna complessiva di 28 millimetri. Inoltre il volume del cerchio presenta una bombatura particolare, un disegno voluto e ricercato per ottenere una maggiore e migliore efficienza aerodinamica.

Tubeless e tubolare, cosa è cambiato veramente rispetto al passato?

Oltre alla costruzione del cerchio, la vera differenza tra tubeless e tubolare è la pressione di utilizzo. In gare come le classiche sul pavè la pressione scende addirittura a 3 atmosfere, oltre all’utilizzo di pneumatici da 30 millimetri e oltre. Sono pressioni incredibilmente basse, impensabili fino a qualche anno a dietro. Ursus sta eseguendo parecchi test con il contributo delle squadre, ma anche in laboratorio comprensivi della galleria del vento.

Alessandro Tonin, meccanico del Team Corratec-Selle Italia, controlla i tubeless nel post tappa al Giro D’Italia
Alessandro Tonin, meccanico del Team Corratec-Selle Italia, controlla i tubeless nel post tappa al Giro D’Italia
Utilizzate il team e i feedback dei meccanici e dei corridori per sviluppare ulteriormente i prodotti?

Ogni feedback che arriva dai corridori e dai meccanici viene sempre preso in considerazione. L’obiettivo è quello di migliorare costantemente. Ogni nuovo profilo o modello di ruota, prima di renderlo disponibile sul mercato, viene testato in laboratorio e nella parte di test stress presente in azienda. In un secondo momento vengono date ai team per far si che vengano torchiate in gara. Facciamo diversi test sul pavé, quindi in condizioni critiche. Alle ruote non facciamo mancare nulla per quello che è l’impegno che devono sostenere.

Ursus

Ruote rigide e tubeless, binomio perfetto

09.02.2023
5 min
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Meglio una bici confortevole e delle ruote rigide? Oppure il contrario? Come vanno un paio di ruote moderne super performanti e con i tubeless?

Abbiamo chiesto a Matteo Malucelli, da quest’anno alla Bingoal su bici De Rosa e ruote Ursus, alla prima esperienza vera con il binomio ruota/tubeless. Ma abbiamo voluto sondare direttamente anche Ursus, chiedendo qualche informazione sulla tecnica di produzione.

Malucelli, secondo nell’ultima tappa del Saudi Tour, dietro Consonni
Malucelli, secondo nell’ultima tappa del Saudi Tour, dietro Consonni

In gara ed in allenamento

«Utilizzo le stesse ruote in gara – ci racconta Malucelli- e sulla bici che ho a casa per allenarmi. Si tratta delle Ursus Miura, quelle con il profilo da 47. Le 67 invece vengono montate in gara solo quando i percorso sono piatti e si presuppone che la competizione finisca con una media molto elevata».

Le Ursus che il team ha in dotazione sono rigide?

Sono delle ruote piuttosto rigide, non estreme, ma la differenza è nella scorrevolezza. La ruota non solo scorre quando la si fa girare a secco, ma è una sensazione ed un dato di fatto che emerge quando la bici viene lanciata con il corridore in sella. Tornando alla rigidità delle ruote che usiamo in Bingoal, potrei dire che è leggermente sopra la media, ma nulla di estremo per fortuna, così si sfrutta anche una notevole guidabilità, senza doversi ancorare alla bici.

Comunque rigide, ma sono anche guidabili?

Eccome. Entrambe le altezze – 47 e 67 – sono quasi immuni alle folate laterali ed evitano di farti prendere delle sbacchettate che porterebbero fuori traiettoria in modo pericoloso. La forma del cerchio è particolare, grazie ad un design che ha il compito di accogliere e accompagnare l’aria.

Sembra che tu le abbia studiate bene…

Ho avuto modo di approfondire l’argomento con gli ingegneri Ursus, visto che pure io sono ingegnere e mi piace conoscere la tecnica di sviluppo.

Le Ursus Miura TC67 tubeless ready
Le Ursus Miura TC67 tubeless ready
Avevi mai utilizzato in gara il binomio ruote/tubeless?

No, è la prima volta e forse non tornerei indietro. Utilizziamo Ursus per le ruote e Hutchinson per gli pneumatici, tubeless in gara e con camera d’aria per l’allenamento. L’efficienza della configurazione tubeless è di altissimo livello, un aspetto che ha colpito positivamente anche molti compagni di squadra.

Come mai il copertoncino in allenamento?

A mio parere e per quello che concerne il mio feeling, ritengo la camera d’aria meno performante del tubeless. Tornare al tubeless quando sono in gara mi dà la sensazione di una velocità e fluidità ancor più elevate, anche più facile da guidare alle andature elevate.

Corridori della Bingoal in ritiro in Spagna a gennaio (photonews)
Corridori della Bingoal in ritiro in Spagna a gennaio (photonews)
Meglio una sensazione di comfort o meglio sentire la strada?

Dipende. Potrei rispondere che con queste ruote e con i tubeless riesco ad ottenere il compromesso migliore, ovvero, bicicletta super scorrevole e veloce, ma anche una bella dose di stabilità e comfort. Chiaro è che bisogna farci il palato. Non è così scontato passare ai tubeless da 28 gonfiati a 5 atmosfere e a volte anche meno, se sei abituato ai tubolari gonfiati a 8 e anche oltre.

Ci descrivi le tue sensazioni?

Ruote rigide, capaci di prendere velocità in un attimo e che scorrono parecchio in ogni situazione. Gomme tubeless, che al primo utilizzo danno la sensazione di essere sgonfie. In realtà ci si accorge di essere veloci allo stesso modo, se non in modo maggiore e questo succede anche nei tratti dove la bici deve essere guidata. Ovvio che il tubeless debba essere gonfiato nel modo corretto, rispettando i canoni di pressione. Nei cambi di direzione con il tubeless si hanno più possibilità di correggere una traiettoria sbagliata. Inoltre mi colpisce positivamente il fatto che la soluzione che adotto io, quindi ruota da 47 e tubeless, lavora in modo costante quando piego, ho tanto grip, stabilità e non perdo velocità.

Torneresti al tubolare?

Una premessa è necessaria, nel senso che la resa tecnica del mezzo per me è finalizzata alla ricerca della prestazione quando sono in gara. Il mio parere è che prima del freno a disco, buona parte della performances tecnica la facevano le ruote. Geometrie a parte, le ruote contavano più del resto dei componenti. Nell’era della biciclette con i freni a disco di ultima generazione e di conseguenza dei perni passanti, il mezzo è un sistema.

Composto da quali elementi?

I componenti devono tutti collimare fra loro. Le ruote hanno sempre una valenza primaria, ma il cerchio tubeless si deve interfacciare con gli pneumatici. Si devono rispettare delle tolleranze ben precise per i dischi e per i perni. Devono anche essere perfettamente in linea con le tubazioni del telaio per sfruttare una maggiore efficienza aerodinamica, solo per fare alcuni esempi. Tanti piccoli fattori che fanno la differenza. Complessivamente le nuove bici, quelle con le ruote alte e panciute con i tubeless e che portano con sé dei concetti aerodinamici, sono difficilmente accostabili a quelle delle generazioni passate.

La De Rosa del Team Bingoal (photonews)
La De Rosa del Team Bingoal (photonews)

La parola ad Ursus

«Abbiamo fornito ai team professionistici – spiegano dall’azienda di Rosà, in provincia di Vicenza – i modelli Miura, TC37, TC47 e TC67. Per corridori come Matteo Malucelli, considerando proprio le sue caratteristiche, consideriamo le ultime due, 47 e 67. Le nuove versioni delle Miura, il riferimento è relativo a quelle che adottano la tecnologia tubeless ready, hanno una spalla diversa del cerchio, che ha subito una maggiorazione e questo rispetto alla versione per il copertoncino standard. Inoltre, nella sezione interna è stata creata una vera e propria scanalatura che si predispone al tubeless tape, per completare la compatibilità nei confronti degli pneumatici senza camera d’aria. Questa scanalatura non è presente sulla versione per il solo copertoncino.

«Ursus produce le stesse ruote per i corridori professionisti e per gli amatori – proseguono dall’azienda vicentina – e quelle in dotazione ai team pro sono customizzate solo a livello grafico. Gli sticker bianchi delle squadre pro hanno l’obiettivo di distinguersi in gruppo, ma la tecnica costruttiva non subisce variazioni».