Ruote Deda SL6 e SL4, la gamma media cresce bene

01.12.2022
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Le ruote Deda della fascia media evolvono e cambiano, migliorano nella qualità costruttiva, ma anche nelle performances e nell’impatto estetico.

Le SL6 DB (acronimo di disc brake) hanno un cerchio full carbon da 62 millimetri di altezza, mentre le sorelle SL4 DB adottano un profilo da 45. Entrambi i prodotti mutuano i mozzi dalle top di gamma RS4, un valore aggiunto non da poco, sinonimo di scorrevolezza e fluidità. E poi c’è quell’interessante rapporto tra la qualità, le prestazioni ed il prezzo, fattore spesso dimenticato e che invece, dovrebbe trovare una maggiore considerazione all’interno di un mercato condizionato dal marketing. Le abbiamo provate e adesso entriamo nel dettaglio.

Entrambe le ruote “vestono” la bicicletta
Entrambe le ruote “vestono” la bicicletta

Le ruote Deda della nuova famiglia SL

Le ruote Deda SL esistevano già e di fatto hanno rappresentato, nei vari step evolutivi, l’ingresso nella categoria performance del marchio. Le nuove SL non sono una semplice rivisitazione e propongono un netto cambio di marcia della gamma media. Il top del listino è oggi rappresentato dalle RS.

Alcuni numeri di valore che servono per contestualizzare le ruote e le qualità dei due pacchetti, con il focus che deve rimanere in una fascia media. Le SL6 DB hanno un valore alla bilancia di 1.610 grammi (rilevati e incluso il tape tubeless) e un prezzo di listino di 1.450 euro. La versione SL4 DB ha un prezzo di listino di 1.350 euro, con un peso (rilevato, compreso il tape) di 1.460 grammi. La bilancia è solo uno degli aspetti che caratterizzano le ruote, ma non è tutto. In questo caso si è raggiunto un livello che normalmente fa parte dei top di gamma e il prezzo è più basso.

Come sono fatte

I cerchi full carbon molto diversi tra loro e non è solo questione di altezza. Le SL6 hanno una larghezza totale di 26 millimetri, con un canale interno da 19 e tubeless ready (non sono hookless). I cerchi da 62 millimetri di altezza non sono asimmetrici. Lo stesso cerchio ha un rinforzo interno aggiuntivo nella zona dove il nipplo tira e fa forza, soluzione adottata anche per le SL4.

Il modello 4 ha il cerchio con un’asimmetria marcata, con una larghezza totale di 25 e un canale interno da 19 (tubeless ready). Il disassamento si nota molto bene nel punto della valvola (utilizzando una valvola tubeless è necessaria un’apposita base di appoggio per compensare l’asimmetria).

Le ruote Deda SL6 e SL4 DB hanno gli stessi mozzi in alluminio, che contribuiscono a contenere il peso complessivo. Il movimento interno si sviluppa grazie a cuscinetti sigillati in acciaio e alle due ruote dentate contrapposte (a 20 denti) con diametro differenziato (mozzo posteriore).

Stessi raggi, diversa raggiatura

I raggi sono in acciaio con il profilo piatto e sono 24 per ruota incrociati in seconda, fattori comuni per entrambe le versioni. Eppure le diversità ci sono, si vedono ad occhio ed emergono in maniera importante quando le ruote Deda sono portate su strada, a prescindere dalla tipologia di bicicletta. I raggi delle SL6 non si toccano mai nel punto d’incrocio, c’è sempre uno spazio tra i due profilati, soluzione voluta per non influire negativamente sulla stabilità di una ruota da 62 millimetri.

La raggiatura delle SL4 invece è differenziata, proprio come il cerchio. Quella anteriore ha i raggi che si sfiorano, mentre la ruota posteriore ha i profilati ben separati tra loro. La cura della raggiatura (ben fatta) determina anche il comportamento ed il carattere dei pacchetti ruote, che sono decisamente performanti, ma non eccessivi, ben bilanciati ed equilibrati, per nulla nervosi.

In conclusione

Le nuove ruote Deda SL offrono davvero tanto. Sono sobrie e piene al tempo stesso per quanto concerne l’impatto estetico. Sono ben fatte e fanno collimare diverse soluzioni costruttive che si riflettono in modo positivo una volta su strada. Ad esempio il cerchio asimmetrico delle SL4, uno degli aspetti che rende questo sistema sfruttabile da chiunque e in qualsiasi situazione. La versione 4 non mostra una rigidità eccessiva, è scorrevole e prende velocità senza saltellare o staccarsi da terra. E’ la sua guidabilità il vantaggio più grande ed è sfruttabile con le gomme tubeless e con i copertoncini. Un prezzo giusto e un valore alla bilancia ridotto se consideriamo la categoria, sono fattori che non fanno altro che aumentare il valore complessivo.

Le ruote Deda SL6 sono decisamente superiori alla media. Ci hanno sorpreso parecchio e il profilo da 62 millimetri non è un fattore secondario. Nonostante l’altezza, non è un sistema pesante e fastidioso da portare anche alle basse velocità, perché scorre via bene (le abbiamo apprezzate e sfruttate maggiormente con i tubeless). A tratti sembra galleggiare sulla strada, ma si sente che invita a spingere man mano che la velocità sale. La ruota dietro non è scomoda, quella davanti è immune al vento con una “intensità normale”. All’interno dei tracciati vallonati non patiscono le salitelle e non pesano sui rilanci. Ovviamente non sono ruote da scalatori.

Ma nelle discese tecniche che sorprendono, perché hanno una guidabilità e una facilità di guida degne dei sistemi con profili medi di ottima fattura. Senza imprimere una forza eccessiva sulle braccia si riesce a mantenere una traiettoria ottimale, senza che l’anteriore chiuda in sottosterzo o si sposti con movimenti non voluti. Le SL6 non sono ruote nervose e non sono eccessivamente rigide, tutti fattori che tornano utili su un pacchetto da 62 millimetri di altezza.

Deda Gera Carbon, torchiate al mondiale gravel

28.10.2022
4 min
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Deda Gera Carbon, ovvero le ruote leggere, con cerchio in carbonio HM costruite in modo specifico per il gravel. Hanno un profilo di 32 millimetri, sono tubeless ready e nonostante il ridotto valore alla bilancia hanno una notevole stabilità.

Le abbiamo messe sotto torchio, utilizzate anche al recente mondiale gravel, senza risparmiare qualche colpo proibito. Di seguito le nostre considerazioni.

Sulla Wilier Rave SLR utilizzata nella competizione iridata
Sulla Wilier Rave SLR utilizzata nella competizione iridata

Gera, sinonimo di ghiaia

Gera è il termine dialettale che tradotto significa ghiaia e ben rappresenta il concetto gravel. Le Deda Gera Carbon sono la versione superlight, con i loro 1.415 grammi rilevati (con tubeless tape inserito). Nonostante questo numero le ruote non sono tirate all’osso; la sensazione è quella di un pacchetto che ha ancora del margine di riduzione del peso. Il cerchio è consistente, full carbon e non è asimmetrico. Ha una larghezza totale di 29 millimetri, con un canale interno da 23.

I nipples sono esterni al cerchio e facilitano eventuali operazioni di manutenzione ed assestamento. I raggi (in acciaio) sono 24 per ogni ruota, 12 per parte a testa dritta ed incrociati in seconda. Sono piatti e nel punto di incrocio si sfiorano. Il mozzo è in alluminio ed ha una sorta di forma oversize (è diverso da quello utilizzato sull’ultima generazione delle ruote road dell’azienda lombarda). I cuscinetti sigillati, in acciaio, non sono soggetti a precarico esterno.

Come vanno

Uno dei punti di forza della Deda Gera Carbon è il cerchio. E’ ben fatto, senza troppi fronzoli, quasi essenziale nelle forme e con una canale interno disegnato a regola d’arte. Ha un uncino di tenuta dello pneumatico ben costruito, capace di arpionare il tubeless e diventare ermetico anche a pressioni molto basse. Non meravigliamoci se vedremo queste ruote anche in ambito ciclocross, utilizzate con le gomme tubeless. Nell’era delle ruote dal profilo medio e alto anche in ambito fuoristrada, le Deda Gera Carbon non sfigurano per nulla, anzi, la facilità di guida che esprimono (a prescindere dalle gomme) è esemplare.

La raggiatura non è tiratissima, agevola una fase ammortizzante e di controllo della ruota sullo sconnesso. Non si tratta di una ruota molle e che flette, ma non è un sistema particolarmente rigido. Si sfrutta bene anche in discesa (contano anche le gomme ovviamente), perché non ostacola le correzioni anche all’ultimo. Grazie ad un rigidità non eccessiva, le Deda Gera Carbon non sono secche e non rimbalzano. Non è un dettaglio secondario che influisce in maniera esponenziale sulla trazione e sulla stabilità (eccellenti).

Il canale interno è da 23 millimetri
Il canale interno è da 23 millimetri

Nel gravel l’ambiente ideale

Le consideriamo ruote versatili, ma restando nell’ambito del gravel spinto e race. Le Deda Gera Carbon non sono ruote violente, rigide ed estremamente reattive. Sono fattori da cucire e adeguare al proprio stile di guida. Sfruttate nel modo giusto offrono dei reali vantaggi nell’ambiente off-road, dove gli eccessi tecnici contano fino ad un certo punto e quello che definiamo “comfort” gioca un ruolo fondamentale ai fini della performance.

Lo shape del cerchio con la finitura che riproduce la ghiaia che dà il nome alle ruote
Lo shape del cerchio con la finitura che riproduce la ghiaia che dà il nome alle ruote

In conclusione

Mettendo insieme i diversi fattori, qualità e leggerezza, prezzo (1.390 euro di listino) e prestazioni, le Deda Gera Carbon sono ruote di vertice. Sono ruote pensate per la competizione, ma grazie alla loro trasversalità e rigidità contenuta, sono facili da sfruttare anche per chi si vuole guidare in modo più tranquillo.

Al mondiale gravel in Veneto le abbiamo usate con pneumatici tubeless da 36 millimetri di sezione, ma nelle successive fasi del test abbiamo montato anche i 40. Le Gera mostrano un equilibrio costante, anche quando lo pneumatico tende a spanciare all’esterno del cerchio.

Non solo: dopo diverse ore di utilizzo e una competizione sul groppone, senza aver risparmiato qualche colpo violento, avere una ruota così leggera che non necessita di un controllo della raggiatura, è sinonimo di una costruzione fatta a regola d’arte.

Deda Elementi

Il test delle Deda RS4, le ruote che non ti aspetti

17.02.2022
7 min
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La Deda RS4, che vi avevamo svelato in anteprima rispetto al lancio ufficiale, non è una “solo” una ruota con profilo da 38 millimetri, ma sotto tanti punti di vista è il prodotto destinato al lancio del rinnovato segmento ruote dell’azienda lombarda. C’è la grande compatibilità della ruota libera e un sistema che facilita la manutenzione e l’eventuale cambio del corpetto. Il meccanismo interno del mozzo posteriore è tanto semplice quanto efficiente e poi non sono da dimenticare i cuscinetti ceramici. Ci sono i raggi piatti in acciaio e le stesse ruote sono completamente assemblate a mano nel laboratorio di Campagnola Cremasca. Le abbiamo provate con un test che supera abbondantemente i 1.000 chilometri.

Il cerchio delle Deda RS4 DB ha una finitura lucida e una livrea UD della fibra composita
Il cerchio delle Deda RS4 DB ha una finitura lucida e una livrea UD della fibra composita

Le Deda RS4DB (disc brake)

L’obiettivo della Deda RS4DB è di entrare nel settore delle ruote superleggere e con la predisposizione ai freni a disco. Non solo, perché un valore ridotto alla bilancia deve collimare con l’affidabilità e la facilità della manutenzione, fattore che è sempre la base di un prodotto “sano” ed efficiente. I mozzi sono in alluminio e il corpo centrale è contrassegnato da intagli orizzontali (Rifling Design). Questi hanno il compito di facilitare il passaggio dei flussi verso il posteriore, limitando gli effetti di contrasto con lo spazio e contribuendo a schiacciare la ruota verso il basso.

Le flange di supporto ai raggi sono magre e leggermente ricurve verso l’interno, mentre i profilati sono piatti, in acciaio e con la testa dritta (prodotti da Alpina). Sono 24, con una sorta di doppio incrocio, prima in terza, appena si distaccano dal mozzo e poi in seconda. L’incrocio è comune per le due ruote e da ambo i lati. Prevedono un carico “standard” che strizza l’occhio al segmento racing. I nipples sono interni al cerchio. Il rim ha la predisposizione tubeless è full carbon da 38 millimetri di altezza, 26 di larghezza totale e con un canale da 19. Il carbonio del cerchio ha spessori diversificati in base alle zone. Il prezzo di listino è di 1.950 euro.

Il nuovo mozzo

La prima cosa da sottolineare è il blocco unico di alluminio dal quale nascono i mozzi. Non ci sono innesti secondari e/o applicazioni aggiuntive. Balza all’occhio questa sorta di “righe” che solcano i corpi da destra verso sinistra e viceversa: non è solo una questione di design. L’aria che impatta sui mozzi, che non sono eccessivamente voluminosi, scorre verso il retro e genera al tempo stesso una forza che aiuta a stabilizzare la ruota verso il basso. Si quantificano una maggiore e migliore stabilità, velocità e agilità.

Quello anteriore è in un certo senso classico, con i cuscinetti ceramici che alloggiano nel mozzo. Il supporto per il perno passante è tradizionale: 100×12 millimetri. Quello posteriore (anche lui ha il perno passante classico 142×12 millimetri) ha due cuscinetti sigillati, uno per lato ai quali si aggiungono quelli della ruota libera. Questa non prevede dadi e/o viti di blocco, ma è sufficiente una leggera pressione per un innesto facile e perfetto. Per i dischi del freno è previsto il Center-Lock.

Due ruote dentate contrapposte

Il sistema di ingaggio si basa sulle due ruote dentate da 20 denti contrapposte e che agiscono in modo differente. Quella più grande, collocata internamente al mozzo, trova la sede naturale proprio nel mozzo e spinge verso il rachet più piccolo grazie ad una molla elicoidale. La seconda ruota dentata è spostata verso la ruota libera. Il comparto è rigido, ben fatto.

E’ facile eseguire le operazioni di manutenzione ordinaria e straordinaria. Anche il fattore protezione non è stato tralasciato, a vantaggio della protezione.

Il test e le considerazioni

Una ruota da 38 millimetri, portata su strada (non solo valutata a banco), può essere veloce come una da 50? La risposta è si e la Deda RS4DB è l’esempio che calza a pennello.

Le ruote in generale sono molto più che il vestito della bicicletta, perché sono in grado di cambiare la prestazione della bicicletta stessa ed il feeling che l’atleta sviluppa nei confronti del mezzo. Se è vero che queste Deda hanno un valore alla bilancia ridotto (in considerazione della categoria disc brake), è altrettanto vero che ci troviamo ad utilizzare un prodotto race oriented, molto veloce e parecchio versatile. Lo sono in termini di utilizzo, ma anche per la capacità che ha nell’interfacciarsi con le tipologie di pneumatici, che siano tubeless oppure copertocino. Il peso rilevato per la coppia di ruote è di 1.385 grammi (rilevati: 650 anteriore e 735 posteriore) con il nastro tubeless montato (valvola esclusa).

Il cerchio non è eccessivamente spanciato e i nipples sono interni
Il cerchio non è eccessivamente spanciato e i nipples sono interni

Come una 60 dal profilo medio

Fin dalle prime battute colpisce il sostegno che esprime la ruota dell’avantreno, tant’è vero che sembra di avere un profilo decisamente superiore e con una raggiatura da pro’. Ma i vantaggi del cerchio con il profilo medio sono tangibili. Prima di tutto la guidabilità e l’agilità, oltre ad risparmio di energie sui percorsi vallonati, sulle salite ripide e sulle seguenti discese tortuose. Non è poca cosa dopo 4 ore di bici, con oltre 2000 mdsl. A prescindere dalla tipologia di bici, le ruote Deda RS4 non hanno indecisioni e come si dice “si lasciano guidare con il minimo spostamento del corpo”. Quando è necessario pinzare a fondo per frenare, le Deda non si spostano e non perdono la traiettoria impostata.

Mozzo posteriore: “tanta roba”

Permette di eseguire delle operazioni necessarie, di controllo, pulizia e manutenzione e tutto in pochi istanti. Non è necessario smontare i pignoni e/o svitare dadi e brugole. A nostro parere è un’ottima soluzione, che se pur con un minimo di attenzione, non obbliga ad essere degli ingegneri.

Dal punto di vista prestazionale abbiamo un meccanismo piuttosto veloce e un buon riferimento quando si decide di cambiare marcia rilanciando la bici. Nel complesso e come per quella anteriore, anche la ruota del retrotreno risulta veloce oltre la media. Non è eccessivamente rigida, fattore che va a favore di un comfort apprezzabile e una trazione di buon livello. E poi, percorrere oltre 1.000 chilometri senza avere la necessità di riprendere la tensione dei raggi, ribilanciare e controllare la campanatura! Non è cosa da poco.

Questo il corpetto per i pignoni Shimano sulle Deda RS4
Questo il corpetto per i pignoni Shimano

In conclusione

La Deda RS4 DB in un certo senso è il prodotto perfetto. In queste ruote collimano le prestazioni di un pacchetto di alta gamma, trasversalità d’impiego e di utilizzo, cura estetica e dei dettagli, oltre ad una facilità esemplare della manutenzione. E poi sono assemblate a mano in Italia.

Su tutti abbiamo apprezzato il fattore che rende paralleli la ricerca della leggerezza senza estremizzazioni e che al tempo stesso permette a queste ruote di non sacrificare nulla in termini di performances. Il valore alla bilancia è funzionale alla resa tecnica. Entrambi i cerchi hanno una larghezza di 26 millimetri (esterno/esterno) con un canale da 19 millimetri, numeri che messi insieme aumentano le possibilità di sfruttare il comparto. Il cerchio non è eccessivamente wide e il canale si adatta a tutte le tipologie di gomme, senza che queste spancino lateralmente in modo esponenziale. Inoltre sono praticamente immuni alle folate di vento laterale.

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