I tartufi di Chiarini per gli azzurri

16.11.2020
4 min
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Oggi vi raccontiamo una storia golosa, una storia di tartufi. Ricordate Riccardo Chiarini, il corridore che passò professionista nel 2007 alla Lpr e che di fatto chiuse la sua carriera su strada dopo la terribile caduta nella Sanremo 2013? Beh, se non ve lo ricordate lo facciamo noi! 

Chiarini (Torpado Sudtirol) agli agli ultimi mondiali marathon in Turchia
Chiarini (Torpado Sudtirol) agli agli ultimi mondiali in Turchia

Riccardo dopo aver recuperato da quell’incidente è passato alla Mtb perché dice: «Nel 2015 quando ripresi non volevo finire in un team Continental come mi si prospettava. Avevo 29 anni, ero pro’ già da otto, mi credevano vecchio. Volevo fare un’attività di vertice e così mi sono buttato sulla Mtb per fare una cosa nuova». E ci è riuscito bene visto che fa anche parte della nazionale guidata da Mirko Celestino.

Ma a perché allora una storia golosa? Perché Chiarini non va per i boschi solo per la Mtb, ma anche per scovare tartufi. E non immaginate quanti ne trova e quanti ne dà ai suoi ex colleghi. Persino ai mondiali di Imola sulla tavola azzurra c’erano i suoi tartufi.

Riccardo, come è nata questa passione per i tartufi?

Sette anni fa un mio amico mi regala un lagotto, razza adattissima alla ricerca dei tartufi. Era un cucciolo tutto peloso. Sembrava un peluche, io non ero neanche così convinto, ma mia figlia se ne innamorò e lo tenemmo. Iniziai ad addestralo per sviluppare questa sua attitudine. Se non lo addestri non li trova da solo.

E come hai fatto?

Ho chiesto consiglio ad un mio amico, che tra l’altro faceva parte del mio fans club. Lui era esperto di tartufi. Nella mia zona, il Mugello, è un’attività tipica. Mi fece comprare dei piccoli pezzi. Li nascondevo a Teo, il nome del cane. Adesso ne ho altri due. Lui era piccolo. Lo prese come un gioco. Prima li nascondevo, poi  li mettevo sotto terra e alla fine lui iniziò a scavare. Quello era il segno. Era pronto. Ci vollero quasi sei mesi.

L’incontro in bici con gli azzurri prima della gara iridata di Imola
L’incontro in bici con gli azzurri
Quindi siete partiti per i boschi…

Esatto, ormai sono la mia seconda casa. Le prime volte Teo trovava giusto 4-5 palline ed ero contento, anche se col senno del poi era davvero poca cosa. Però era cucciolo, come un bambino che inizia ad andare in bici e deve trovare l’equilibrio. Anche io poi imparai a riconoscere le zone migliori. Siamo cresciuti insieme. La prima volta che mi ha riportato una pallina di tartufo mi sono letteralmente innamorato.

Ad Imola gli azzurri hanno beneficiato di questa tua passione. Come è andata?

L’aggancio è stato Damiano Caruso. Con lui ho un grande rapporto di amicizia. Passammo insieme alla Lpr. Vivendo sul confine tra Toscana ed Emilia, una sera Damiano mi chiama e mi fa: “Vorremo fare un giro con salite più dure e senza troppa confusione. Ci consigli qualcosa dalle tue parti?”. Allora gli andai incontro e li portai nelle mie zone. Loro erano nella bolla, ma anche io ero “tamponato” dovendo correre. Poco prima avevo preso la mia Jeep ed ero andato a tartufi. Quando li ho incontrati gli ho detto che glieli avrei regalati. Ma non sapevano se potevano mangiarli.

La maglia autografata dai convocati di Imola 2020
La maglia autografata dai convocati di Imola 2020
E come è andata?

Hanno telefonato a Cassani e lui gli ha dato l’okay. La sera, lo chef degli azzurri, Mirko Sut, li ha cotti per scongiurare ogni eventuale rischio, anche se non ce n’erano. Una cenetta coi fiocchi. Sono rimasti tutti soddisfatti e mi hanno regalato una maglia azzurra con tutti gli autografi dei corridori. 

Insomma, un bel gesto. Tra corridori ci si vuole bene anche a distanza di anni!

Eh sì, poi quel tartufo nonostante fosse d’inizio stagione (autunno) era molto buono. Loro erano un bel gruppo. Con Damiano siamo testimoni di nozze. Nibali ha la mia età e da dilettanti spesso abbiamo pedalato insieme. Masnada lo incontro quando faccio l’altura a Livigno. Insomma a parte Andrea Bagioli che è davvero il più giovane, gli altri li conoscevo tutti, chi più e chi meno.

A tartufi con Visconti…
A tartufi con Visconti…
A chi li dai o vendi?

Beh, a Caruso ne mando giù un bel po’. Me li hanno chiesti Francesco Casagrande, Frapporti, Colbrelli, abbiamo un bel gruppo su Zwift. Un gruppo nato durante il lockdown, facevamo i rulli “insieme”. E ora continuiamo a sentirci.

Chi è il più goloso?

Beh, mi dicono che Bettiol sia una bella forchetta e anche Visconti non scherza. Giovanni è anche venuto con me.

Dai, chiudiamo con la ricetta migliore…

Per me, tartare di carne cruda con uova… e pioggia di tartufo.